L’interesse dell’aggiustamento sulla musica conduce verso una duplice ottica improntata sia sul potenziale immaginativo che sul movimento. È all’immaginazione creativa, intesa non come “espressione sfrenata di sé”, bensì come dialettica della relazione con l’ambiente che ci si rivolge, in specie all’esperienza del reale che presuppone l’utilizzo simultaneo delle due funzioni: la concettualizzazione e l’immaginazione. Non si tratta di immaginazione riproduttrice, semplice memorizzazione di una percezione, ma di un’immaginazione creatrice nella quale si esprime l’originalità della persona. E a partire da un supporto musicale proposto essa può improvvisare una risposta motoria a sua scelta. Questa situazione pone analogamente, sul piano corporeo, lo stesso problema dell’adattamento ad una situazione concreta, riservando la possibilità di una risposta personale. In effetti, un corpo disponibile si lascia trasportare dal flusso musicale senza alcuno sforzo cosciente, a condizione che il ritmo del tema sia sufficientemente marcato, ovverosia che la successione ordinata dei tempi accentati e non accentati risulti sufficientemente pregnante. In tal caso, il trattamento dell’informazione sonora al secondo livello di integrazione (non cosciente), comporterà, attraverso il fenomeno di sincronizzazione senso-motoria, una modulazione del tono accordato con il tema sonoro. Lo sforzo di attenzione del soggetto per facilitare la sincronizzazione non deve concentrarsi sulla musica, ma sulle proprie sensazioni corporee collegate alle variazioni toniche. Questo sforzo consolida il gioco della funzione di interiorizzazione. Una volta garantito l‘accordo corpo-musica, l’accento potrà cadere sulla dimensione espressiva del movimento. La danza è importante in quanto il peso della realtà si fa sentire solo attraverso il necessario rispetto delle regole temporali. Successivamente entra in gioco la sensibilità musicale, necessaria da sviluppare, da cui dipende la risonanza affettiva: quest’ultima si esprime attraverso la variabilità delle risposte corporee in funzione della diversità dei temi. Il processo mentale messo in gioco in questo stadio dello sviluppo rimane a livello di una coscienza vaga. È soprattutto la risonanza della musica, a seconda del suo carattere più ritmico o più melodico sulle modulazioni del tono, a provocare le reazioni affettive. A seconda della personalità e dell’età del soggetto, il processo può essere inverso: in entrambi i casi, tuttavia, affettività e tono rappresentano i due versanti, l’uno psichico e l’altro corporeo di uno stesso fenomeno.
Il tipo di lavoro svolto su una base musicale, come quello descritto, favorisce il passaggio dalla semplice coscienza diffusa delle proprie sensazioni corporee verso sensazioni più fini ma sempre globali, collegate alle variazioni di tono indotte dalla musica. È la scoperta di un corpo energetico e non più semplicemente operativo, in cui la presa di coscienza non si definisce in termini di localizzazione, ma in termini di aumento, alleggerimento e spostamento dell’energia. Si consoliderà in tal modo un’immagine del corpo che potremmo definire energetica, supporto dell’atteggiamento di fondo per la costruzione dell’immagine corporea operativa.
Jean Le Boulch, Muovement et développement de la personne, Vigot, Paris 1995.