GUIDO PESCI 
Fondatore della nuova scienza Pedagogia Clinica

La Pedagogia Clinica è una scienza nata da un processo di osservazioni e da una attività di ricerca per definire con coerenza e prove certe l’esistenza di condotte socio-educative e culturali ostacolanti la persona, il suo equilibrio e l’inclusione sociale. Il concetto di educazione costituisce l’essenza della Pedagogia Clinica come scienza che si interessa all’osservazione, all’esperienza e all’esperimento e non più alla limitata deduzione concettuale sulla scorta di pochi dati empirici.

La molteplicità di ricerche, ha consentito e consente ricchezza di conclusioni, saldi punti di orientamento, attendibilità, una visione d’insieme dei mezzi e dei fini che non ignorano significati e realtà essenziali al processo educativo. È dunque la scienza di una educazione che si pone quale processo di crescita dell’essere umano affinché egli possa affrontare con consapevolezza e coscienza le nuove situazioni che gli si presentano nei diversi periodi dell’esistenza.
La Pedagogia Clinica aspira a risolvere i problemi che hanno uno stretto legame colla vita reale, scienza che nell’affermare la  propria indipendenza non si volge ad analizzare e studiare ciascuna sola parte dei fenomeni, ma l’uomo nella sua globalità, espressione delle innumerevoli facce prismatiche riunite nel territorio della realtà del proprio universo relazionale base dei propri rapporti umani che lo accompagnano  verso la libertà personale considerata la sua parte più intima e più nobile.
Sostenuti da una sempre più decisa esigenza di un cambiamento e animati dalla prospettiva di un mutamento sociale e da un nuovo modo di sapere scientifico e socio-culturale, la realtà osservata e la scoperta delle leggi di causa ed effetto dei fenomeni spiegava la necessità di impegnarsi per dare alla persona dignità. Poiché orientati sull’origine delle necessità della persona, era forte l’esigenza di perseguire il principio di “aiuto alla persona”, con l’intento di apportare alla struttura sociale un ruolo moderno, rinnovato, garanzia di una “uguaglianza senza distinzione”.
Principi base di questa scienza assai distintivi che hanno ampliato la complessità degli impegni rivolti a sostenere e garantire alla persona il successo del proprio sviluppo individuale e sociale,  soddisfare l’esigenza di acquisire diverse conoscenze e abilità e dare al mito dell’Io certezze di espansione in un sociale inclusivo; una nuova scienza quindi, strettamente legata alla tecnica e alla tecnologia che richiedeva la progettazione e la realizzazione di metodi e strumenti e infrastrutture conseguenti.
La Pedagogia Clinica animata da questo clima di fermento, nel dare inizio ad un percorso culturale, scientifico e professionale trova nutrimento nel campo della filosofia, e sostenuta dal concetto di evoluzione, sull’avanzare della ricerca scientifica aiutata dall’esperienza accumulando fatti e ricercando leggi pur consacrata ai più vasti principi dell’insegnamento filosofico, ha potuto affermare la propria distintiva indipendenza. Essa si caratterizza per fervore e impegno sociale, consapevole che l’universo persona è un prisma i cui contributi prismatici derivano dall’universo con cui la persona socializza, per questo è impegnata a chiedere una società più giusta e una vita comunitaria più ricca e stimolante, animata da una fucina di valori nuovi, ricchi di rispetti riservati alla persona. Essa ha l’anima di una scienza che aspira a risolvere gravi problemi in stretto legame colla vita reale della persona e dell’universo in cui questa, dal suo Big Bang si relaziona con gli altri, ciascuna con un proprio potenziale energetico affettivo, una propria disponibilità in accoglienza, e una personale inclinazione all’inclusione. La Pedagogia Clinica è chiamata a far fronte a fatti, fenomeni e comportamenti della persona in ragione della propria globalità e individualità e di tutto ciò che frena, ostacola o inibisce. Tale scienza si è affermata nella speranza di coniugare gli ideali in opere e azioni, concretizzare nei fatti i valori della solidarietà.

Genesi culturale della Pedagogia Clinica
Gli anni ‘60 sono stati in Italia, così come in gran parte dell’Europa e in tanti paesi del mondo, anni che hanno generato un rinnovamento del panorama socio-culturale esistente. Specie il 1968 viene ricordato come un momento storico assai significativo, carico di grandi movimenti politici, sociali e culturali in cui le coscienze erano arricchite da ideologie che contestavano una società ammantata da mistificanti cortine ed evasivi impegni, e che invece sostenevano con forza solidi mutamenti e variazioni. A partire da questo anno costellato da fermenti e contrasti trova espansione in Firenze un movimento culturale sostenuto da un gruppo di illustri uomini di scienza impegnati nel difendere il valore di una diversa qualità della vita, promotori di costanti lotte condotte con grande fervore e impegno sociale. Il numero di cellule di cultura in quei tempi a Firenze era ricchissimo, molti erano gli spazi dove avevano voce le diverse istanze tradotte nel vivace e talvolta severo dibattito affinché potessero affermarsi, nella speranza di coniugare gli ideali in opere e azioni, concretizzare nei fatti i valori della solidarietà.

Questa era la realtà che vivevamo all’interno dei gruppi culturali. Impegnati nel caldo delle lotte per una società più giusta e una vita comunitaria più ricca e stimolante, animati da una fucina di valori nuovi, ricchi di rispetti riservati alla persona, avevamo la consapevolezza di essere un’élite, un’avanguardia, un sodalizio esposto nella contestazione che in quella Firenze promuoveva l’eco imprescindibile per un rinnovamento socio-politico e culturale. Ci dedicavamo a tempo pieno per creare occasione di sensibilizzazione educativa, di ‘risveglio’, di formazione di un pensiero che potesse essere tradotto in azione concreta.

Erano anni difficili che ci vedevano scontrare anche violentemente per contrapporre in antitesi l’insieme delle trasformazioni necessarie riferite alla diversa distribuzione dei ruoli, alle diverse forme organizzative e alle condizioni di vita, specie dei soggetti più fragili.
Le mortificazioni subite dalla persona in difficoltà suscitavano in maniera sempre più decisa l’esigenza di un cambiamento, e alle diverse aggregazioni con cui agivamo in prospettiva di un mutamento sociale, una in particolare trova inizio e si consolida nel Cenacolo del Centro Studi Antiemarginazione in Firenze, in cui si tengono incontri catturati da una progressiva consapevolezza tratta da una viva analisi socio-politica, pur con un’eco non ideologica, ma di metodo, animati da un clima di fermento con l’intento di apportare alla struttura sociale un ruolo moderno e rinnovato. È da questo Cenacolo che trova forza e sostanza il Movimento dei Pedagogisti Clinici.