GUIDO PESCI
Fondatore del Movimento dei Pedagogisti Clinici
Il Movimento si componeva di una presenza dominante di pedagogisti e di pedagogisti che rivestivano il ruolo di ortopedagogisti, di laureati in medicina, in sociologia, in lettere e filosofia. Gli incontri che si tenevano nel Cenacolo del Centro Studi Antiemarginazione erano prodromo di una nuova consapevolezza sul ruolo moderno che doveva assumere l’elaborazione culturale, espressione di un pluralismo senza connotazioni esclusive di credo e ideologia. Si voleva fare opinione, avviarsi per arrivare a costruire in esclusiva dialettica, con un linguaggio che assumeva man mano gli stilemi della cultura e del riferimento politico, una mediazione con le varie forme di potere;
un capitolo sul rapporto tra intellettuali e società, un segmento nato da assunti conoscitivi e approdato all’impegno “di classe”, misurato rispetto ai grandi sconvolgimenti politici, culturali e sociali, brani di vita che restituiscono più di mille analisi sociologiche, l’humus di passioni e aspettative. Il processo è paragonabile a un vero e proprio sviluppo embriologico dove via via si è arrivati a una progressiva definizione delle funzioni, e dell’identità, la radice costituente l’origine del Movimento dei Pedagogisti Clinici.
Nel febbraio del 1974 maturò alla riflessione del gruppo la proposta sulla definizione di Pedagogia Clinica, scienza che animava quel sapere scientifico e socio-culturale che aveva guidato il gruppo nella ricerca di soluzioni indispensabili all’educazione della persona già negli anni precedenti, e l’appellativo di Pedagogista Clinico®, professionista che avrebbe reso possibili questi orientamenti. Il successo del vocabolo “clinico” inteso come aiuto alla persona in affiancamento al sostantivo “pedagogia” o “pedagogista” inteso come educazione fu immediato, accolto all’unanimità con entusiasmo e portata ad elezione la presidenza di Guido Pesci alla guida del Movimento che da quel momento assunse la denominazione di Movimento dei Pedagogisti Clinici.
L’aggettivo “clinico” ha avuto una duplice valenza, quella di identificare una disciplina educativa che perseguiva i principi dell’’”uguaglianza senza distinzione” e che, in opposizione alla concezione patologico-terapeutica focalizzata sul deficit orientata sui criteri del separatismo, della cultura sensoriale e dell’ortopedia psichica, dava inizio ad un percorso culturale, scientifico e professionale orientato al principio di “aiuto alla persona”, e quella di rappresentare il focus dell’elevazione professionale propria delle competenze affidate alla pratica educativa del concreto, positivamente creativa, indirizzata al vasto ambito dei bisogni della persona, di ogni età, a sostegno di una società rivolta ad innalzare i livelli di democrazia, indirizzata ad un profondo senso di solidarietà umana. Questa nuova scienza, la Pedagogia Clinica, e la professione di Pedagogista Clinico® si imposero dunque in alternativa ai criteri sanitarizzanti e assistenziali, ai criteri ortopedagogici.
Il Movimento era composto da una multiforme ricchezza di professionisti di scienza e di pensiero animati nel riflettersi in questa nuova disciplina e a tonificare la coscienza costruttiva del Movimento stesso con idee tese a cooperare e cambiare con civile coraggio gli schemi tradizionali in nuove regole morali e sociali.
Alla rilevante opera di portavoce per sostenere e diffondere idee e propositi il gruppo è sempre stato molto efficiente e lo dimostra nell’approfondire tutto ciò che poteva interessare la ricerca storico-scientifica. Per questo gli incontri in Cenacolo di specialissimi in filosofia e in storia ed altri appassionati in ricerche antropologiche e archeologiche sono stati assai numerosi. Un lavoro complesso senza il quale la scienza non avrebbe avuto sostegni, al pari della necessità di un obbligato contributo epistemologico che focalizzasse i concetti fondamentali e sorreggesse i produttivi principi. Con ciò si può dimostrare che le basi scientifiche di questa disciplina si ritrovano in un lontano passato, nella filosofia, nella teologia, nel diritto e nella medicina, ed è proprio a partire da questo lontano passato che abbiamo trovato il germe di molti principi e metodologie della Pedagogia Clinica.
La complessa ricerca a cui tanti pedagogisti clinici hanno contribuito ha voluto soddisfare l’esigenza di apprendere dalle esperienze che hanno sviluppato nel tempo il genio di tanti uomini per battersi ancora più consapevolmente contro gli stravolgimenti dei modi di vita, di ruolo, di collocazione sociale e di valori della nostra epoca. È stata una spinta ad analizzare con opportuna riflessione ogni principio e metodo scientifico grazie ai quali le scienze avevano raggiunto nel passato sviluppi eccezionali e prodigiose applicazioni alla vita quotidiana.
Dal convinto e dall’ammirato zelo per la ricerca storico-scientifica nella fluidità primigenia, è divenuta accessibile la ricostruzione in concreto ed in esplicito in matura consapevolezza dal nucleo seminale di validità dell’opera che anima le nuove basi umanistiche della Pedagogia Clinica; arricchimento questo che ha fatto eco nel Movimento, e se è vero che conoscere è essere, per il nostro grado di cultura, è, ed è stato il nostro modo di essere.
Alla ricerca di opere scientifiche inedite
Sostenuti dai principi culturali che ci avevano da sempre distinto e che richiedevano impegno per gli obiettivi scientifici e professionali che ci eravamo proposti, il Movimento ha associato alla ricerca storico-scientifica la ricerca di opere inedite. Una ricerca sicuramente non facile, in specie per rintracciare volumi o materiali non ancora pubblicati o inediti, tradurli e darli alle stampe.
L’odissea ad esempio è stata vissuta nella ricerca di un libro prestigioso del Ernst Meumann, due anni di notizie frammentarie e non certe, fino a che è stato rintracciato nell’antica Università di Lipsia dove scopriamo che ancora sono tanti i libri sotto la polvere. Ci giunge con un pacco assicurato da restituire entro tre mesi. Ernst Meumann, Abriss der experimentellen Paedagogik, Leipzig, Engelmann 1914, cha abbiamo tradotto e che ha apportato alla Pedagogia Clinica un potente congegno di sapere dottrinale e pratico.
Anche la scoperta del volume Fondamenti di Difettologia (1932) di Lev Semenovic Vygotskij ha una sua storia, l’impresa per entrare in possesso di questo volume tanto prezioso e inedito ha avuto origine
Con l’apprenderne l’esistenza in occasione della ricerca condotta da Guido Pesci in URSS ed esposta poi nel libro: La scuola per gli handicappati-Attualità dell’esperienza Sovietica, edito da Bulzoni nel 1979. Di questa preziosità del Vygotskij Pesci ne dà notizia a Mario Bulzoni editore in Roma il quale ne fa ricerca a Mosca e non riesce ad ottenerlo, solo dopo diverso tempo, e superati tanti ostacoli, riesce ad entrarne in possesso da Sofia.
Una volta tradotto, Guido Pesci ne ha fatta la cura e la prefazione (1986). Penetrare l’opera del Vygotskij ha significato cogliere suggerimenti indispensabili per colmare l’avvilente destino dei soggetti in difficoltà e per ripristinare i loro diritti sociali così fortemente limitati. Lev Semenovic Vygotskij con questa sua opera ci ha fornito i fondamenti scientifici, metodologici e sociali, presupposto insostituibile per rompere vecchi schemi e giungere ad un nuovo modo di operare. Tra gli scienziati come il Meumann e il Vygotskji dei quali abbiamo avuto occasione di tradurre i libri che li referenziavano, si aggiungono le opere e tutti i numeri della Rivista L’Ortofrenia di Antonio Gonnelli-Cioni messaci a disposizione dalla nipote Giulia Alessandri Lumini. Entrati in possesso abbiamo potuto leggere e studiare ogni sua opera tra cui, il Manuale per le scuole (1887);
il volume Per la fondazione d’un Istituto d’idioti in Italia (1888) scritto in occasione dell’apertura del suo Istituto per idioti a Chiavari (il primo istituto in Italia pe frenastenici); il volume Istituto per frenastenici a Vercurago (18 89); il materiale scientifico redatto per le sei conferenze tenute dal Gonnelli-Cioni a Genova nel 1889 apparso su “L’educazione e l’istruzione degli idioti, imbecilli e tardivi”, nonché il contributo presentato alla conferenza nella sala della Società di Letture Scientifiche di Genova del maggio 1890; e il Manualetto di Pedagogia Speciale del 1898. Al Gonnelli-Cioni si devono indicazioni indispensabili per l’osservazione, l’intervento precoce e individualizzato, enunciatore degli aspetti affettivi e relazionali e precursore degli interventi sulla genitorialità. Questi suoi lavori mossi da principi sociali e politici diedero ulteriore vita al nostro Movimento e l’opera di questo grande Maestro è stata dalle componenti del Movimento divulgata con pubblicazioni e congressi.
Impegnati ad apprendere nuovi metodi
La formazione individuale a servizio del Movimento è stata una grande occasione di arricchimento e di crescita comune per tutti. Nel Cenacolo venivano presentati, discussi, sperimentati e reinterpretati i metodi appresi da ciascuno di noi durante i vari corsi di formazione in Italia e all’estero. Il primo metodo introdotto nel Movimento dei Pedagogisti Clinici è stato il Metodo Papy in cui nel 1972 a Bruxelles presso il Centro Pedagogico CBPM-Centre Belge de Pédagogie de la Mathématique condotto da Georges Léopold Anatole Papy e Frederique Lenger Papy, si era formato Guido Pesci e che ha avuto modifiche consistenti definite ancor più nel 2015.
Nel 1978 sempre presso l’Istituto di Indagini Psicologiche di Milano Pesci frequenta i corsi condotti da Giammario Balzarini orientati all’utilizzo di immagini mentali, affascinante contributo che aveva finalità psicoterapeutiche e che perciò per essere reso ai fini educativi e utilizzato in Pedagogia Clinica doveva subire una visitazione attenta e laboriosa, e per questo, solo a partire dal 2005 dopo una lunga ricerca e sperimentazione nasce la strutturazione di due metodi PictureFantasmagory® e ClinicMentalPicture®.
Nel 1978 Anna Pesci, Mauro Tinacci e Guido Pesci portano a termine la formazione all’Ecole d’Art Martenot condotta da Edvige Poggi e ne elaborano il Metodo Martenot, del pari Guido Pesci, Anna Pesci e Edo Bonistalli vibranti sostenitori del Movimento, nel 1975 integrano ogni loro conos,cenza facendo esperienze presso Maria Egg-Benes che conduceva la Heilpädagogische Schule in Gotthelfstrasse, a Zurigo e nel 1984 con l’acquisizione dei metodi in Difettologia da parte di diversi colleghi e più tardi aggiunto il metodo di Arlette Burcier-Mucchielli.
Revisione e innovazione dei Metodi esistenti
Già dalla costituzione del Movimento, ben sapendo che la professione doveva esprimersi in maniera utile al sociale viene fatta richiesta di rintracciare nei diversi metodi esistenti l’opportunità di utilizzo, procedere con una revisione di innovazione o integrazione. Perciò, a tutto l’impegno di ricerca sia storico-scientifica, che delle opere inedite e della conoscenza di nuovi metodi, c’è sempre stato l’obbligo di mantenere attiva la ricerca e la sperimentazione così indirizzata.
Le attenzioni sono state rivolte alla generalità e in particolare ai metodi che tenevamo maggiormente presenti assai spesso sperimentati in Francia che fino ad allora erano sempre utilizzati ai fini di un addestramento tra cui i metodi in aiuto alle persone con difficoltà negli apprendimenti curriculari (Calmy, Marcucci, Olivaux, Thea Bugnet, Rieu, Borel-Maysonny, Cervellati-Montessori, Psicoaritmetica della Montessori, Gattegno, Rovigatti, Dienes, Touyarot), ai metodi in aiuto all’autonomia (Bassi, Besberg, Brauner, Sheider), approcci al corpo attraverso il corpo (Feldenkrais, Bertherat, Alexander, Méziere, Holleman), arte e disegno (Read), gioco drammatico (Faurè, Moreno), Musica (Benenson, Tomatis), danza (Laban, Duncan, Fux). Continuavamo ad utilizzare questi diversi metodi, ma con criteri e attenzioni differenti adattati e aderenti ai principi della Pedagogia Clinica che vuole soddisfare i bisogni educativi della persona e all’ideale della vita con l’intento di favorire l’armonia tra il pensiero e l’azione.
Movimento e Associazioni Partner
Mai fermi e mai arrendevoli, costantemente impegnati a tonificare la coscienza costruttiva del Movimento, abbiamo continuato a generare idee tese a cooperare e creare con civile coraggio una coscienza orientata a cambiare gli schemi tradizionali in nuove regole morali e sociali. Con questa perseveranza, nel 1980 il Movimento dei Pedagogisti Clinici prende sede in via Gioberti a Firenze presso il Centro Studi e Ricerche dove veniva ospitata la rivista L’Insegnante Specializzato, l’ASSIO-Associazione Insegnanti Ortofrenici, l’ASSIS- International Specialized Teachers Association e l’ASIRD Associazione Studi Interventi Ricerche sulla Disabilità. Associazioni con cui vengono organizzati congressi, seminari, incontri e dibattiti in ogni parte del territorio nazionale con il contributo di professionisti italiani e stranieri; opportunità per far conoscere la Pedagogia Clinica e il Pedagogista Clinico® ad un numero sempre più vasto di persone, docenti e qualificati professionisti, e solide fondamenta alla pratica professionale.
Il Movimento e l’ISFAR
Giunti al 1996, occorreva un maggior livello di organizzazione, mezzi organizzativi più conformanti rispetto alle pur prestigiose associazioni che ci avevano offerto un ricchissimo contributo. Il ruolo responsabile verso la categoria dei pedagogisti clinici che si esprimeva attraverso il Movimento ci imponeva di trovare una soluzione e l’idea che Pesci ha configurato in un incontro appositamente convocato è stato di istituire un Istituto Formativo e una Associazione, idea passata con l’entusiasmo di tutti e con un mandato di concretizzare quanto concepito.
L’Ente di formazione per la professione di Pedagogista Clinico® che viene fondato è l’ISFAR srl (Istituto Superiore Formazione Aggiornamento e Ricerca) Formazione Post-Universitaria delle Professioni®, con sede a Firenze, Ente garantito dall’accanita sperimentazione e dalla ricerca scientifica e tecnologica che hanno reso efficace il Centro di Ricerca Kromos. Il Movimento convoglia all’unanimità nella costituenda Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici, acronimo ANPEC registrata con atto pubblico il 16 aprile 1997. L’Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici (ANPEC) riconosce come unico ente formatore l’ISFAR e assieme iniziano a dar vita ad un complesso patrimonio culturale, scientifico e professionale che andrà ad ingigantire il patrimonio ereditato.