Biografia autorizzata

Guido Pesci nasce a Firenze l’8 Febbraio 1940.

La biografia trova avvio dalla genesi socio-politico-culturale di Guido Pesci che ben si caratterizza per la sua necessità di un rinnovamento rispetto al panorama  contemporaneo e successivo al ’68. In quegli anni, in Italia così come in gran parte dell’Europa, si viveva un momento storico in cui le coscienze erano arricchite da movimenti che sostenevano con forza importanti mutamenti contro una società ammantata da mistificanti cortine ed evasivi impegni. È proprio in questo momento costellato da fermenti e contrasti che in Firenze trova espansione un movimento culturale sostenuto da un gruppo di illustri uomini di scienza impegnati nel difendere il valore di una diversa qualità della vita, promotori di costanti lotte condotte con grande fervore e impegno sociale, e di cui Guido Pesci ne faceva parte; avevano la consapevolezza di essere un’élite, un’avanguardia, un sodalizio esposto alla contestazione che in quella Firenze promuoveva l’eco imprescindibile per un rinnovamento politico e culturale. Le componenti del gruppo si dedicavano a tempo pieno per creare nel sociale occasioni di sensibilizzazione e di ‘risveglio’, di formazione di un pensiero da tradurre in azione concreta, impegnate nel caldo delle lotte per una società più giusta e una vita comunitaria più ricca e stimolante, animate da una fucina di valori nuovi ricchi di rispetti riservati alla persona.

Seduti sui muretti dei loggiati della Chiesa della Badia Fiorentina, si incontravano con Giorgio La Pira dopo avere distribuito il pane all’uscita della “messa dei poveri”, oppure con padre Ernesto Balducci e con padre Arnaldo Nesti nella sede della rivista culturale Testimonianze in via della Colonna, così come si arricchivano culturalmente dal confronto con Nicola Pistelli, uomo dal pensiero senza mediazioni, fondatore e direttore della rivista Politica. Pesci, giovane ed entusiasta, ambiva a quel cambiamento da tutti voluto e da tutti promosso anche durante gli incontri sulla terrazza della Comunità S. Michele con Don Mario Lupori da cui nascevano conversazioni sulla lettura della storia passata e presente. 

A Firenze il numero di cellule di cultura da dove si propagava l’impegno politico e sociale in quei tempi era ricchissimo, riunite in spazi dove avevano voce le diverse istanze, tradotte nel vivace e talvolta severo dibattito affinché potessero essere  affermate nella speranza di vedere coniugati gli ideali in opere e azioni, e concretizzati nei fatti, i valori della solidarietà. 
La necessità di rinnovamento era sostenuta con idee simili e contigue nelle linee del pensiero e dell’azione da tanti altri amici e colleghi di Guido Pesci, professionisti laureati in diverse discipline e docenti universitari, giornalisti, tra cui non possono sfuggire nomi come quello di Adriano Milani Comparetti, Giuseppe Talamucci, Giovanni Lombardi, Edo Bonistalli, Anna Pesci con i quali si incontravano in simposi e cenacoli; altrettanto significativi e di particolare coinvolgimento erano gli incontri con Lamberto Borghi che avvenivano nella sua abitazione in Borgo San Iacopo, esponente di rilievo del pensiero laico libertario, illuminato sul pensiero pedagogico di John Dewey di cui ne è stato un gande cultore, dalle sue elaborazioni emergevano interessanti confronti e parallelismi tra il Dewey con l’attivismo pedagogico e il significato di funzionalismo ed educazione funzionale di Edouard Claparède.
Tanti altri sono stati gli incontri suggellati dalla presenza di figure notevoli come Maria Ricciardi Ruocco nella hall dell’hotel Porta Rossa dove alloggiava, con Filippo Maria De Sanctis nell’aula della Facoltà di Magistero e in diverse Case del Popolo; incontri che consolidavano gli intenti di delineare le necessità di una società nuova. Contrari alle guerre spacciate o meno come “azioni di polizia” o con la copertura di operazioni belliche segrete, ma che operavano massacri di civili inermi e disarmati, principalmente anziani, donne, bambini e neonati, Pesci era con loro in ogni azione di protesta.

Intanto, nel 1971 nella sua Firenze, Guido Pesci, mentre porta avanti gli studi universitari, dà vita assieme al prof. Edo Bonistalli e alla prof.ssa Anna Pesci, ad un Centro Studi Ortopedagogici, un centro molto vasto nella piazza Indipendenza, presso cui presta la propria libera professione alimentando una viva esperienza anche nella ricerca per trovare risposte utili a vincere difficoltà e disagi nell’uomo. Sente sempre molto forte il bisogno di approfondimenti e di studi tanto da vederlo trattenersi assieme ai suoi colleghi in quello spazio ampio e luminoso del Centro o in piedi o sulle panchine di quella splendida piazza “adatta a elaborare idee” fino addirittura alle luci dell’alba.

Il 1971 è un anno pieno di impegni, Guido Pesci partecipa al Corso di Specializzazione in Psicomotricità e Linguaggio organizzato dal Ministero della Pubblica Istruzione, il cui titolo gli porta immediato riconoscimento e apprezzamento per le qualità prestazionali che può mettere in atto ai fini di un aiuto concreto con persone diverse per difficoltà e per età. Seppur giovanissimo viene chiamato, per l’esperienza “sul campo” e la sua formazione, come consulente nelle scuole e nei Centri Specialistici di Riabilitazione pubblici e privati, assumendo sempre più notorietà fino a giungere nel 1972 al particolare riconoscimento del Comune di Certaldo che lo chiama a condurre il Corso di qualificazione professionale del personale dell’Asilo Nido comunale, oltre a dargli l’incarico di psicologo per i diversi servizi comunali, e di responsabile del Servizio ortopedagogico e psicopedagogico dell’Asilo Nido (Delibera G.C.n.131).

Nel 1972 oltre a portare avanti i diversi impegni assunti, Guido Pesci continua a trovarsi nel mezzo alle proteste contro le guerre e contro le atrocità delle bombe al napalm utilizzate dall’esercito degli Stati Uniti in Vietnam, ciò che gli procura una intima sofferenza tale da ripercuotersi sulla sua arte pittorica che lo vede esporre opere emblematiche pur di talento. In questo stesso anno, è vivo il desiderio in Guido Pesci di democratizzare l’istruzione, e considerato che tanti allievi dimostravano difficoltà nell’apprendimento matematico, supera la selezione di esperti ricercatori italiani condotta dalla Casa Editrice SEI-Società Editrice Internazionale per partecipare al Centre Belge de Pédagogie de la Mathématique (CBPM) di Bruxelles, al Corso sul Metodo Papy per poi divulgarlo nelle scuole italiane.

Pesci porta avanti gli studi universitari e il 9 luglio 1973 si corona di alloro alla Facoltà di Magistero dell’Università di Firenze con laurea in pedagogia ottenuta con voti 110 e lode. Dopo solo cinque mesi, il 6 dicembre ottiene l’incarico dall’Istituto di Pedagogia dell’Università di Firenze di Addetto alle Esercitazioni Didattiche, una nomina che conserva fino al termine dell’anno 1976.

Sempre nel 1973 a seguito di una interessante espansione libero professionale del gruppo, il suo Centro si trasferisce da piazza Indipendenza in via Iacopo Nardi e prende nome di Centro Studi Antiemarginazione in cui sono presenti tanti collaboratori che lavorano in studi e atelier.

Da qui Guido Pesci anima ulteriormente ogni personale esigenza, consolida la libera professione, moltiplica il lavoro nelle scuole e nei centri di recupero, e mantiene vivo l’impegno nella ricerca con risultati che iniziano a fare eco in congressi e seminari, trova spazio in pubblicazioni e continua il suo impegno in prospettiva di un mutamento sociale. Sono anni in cui Pesci ha modo di esporre le proprie idee e viene coinvolto in numerosi eventi spesso assai distanti da Firenze tanto da percorrere chilometri e chilometri e vederlo spostarsi dal nord al sud, da est a ovest su quella “gloriosa auto a cui ha perfino consumato il battistrada” come diranno i tanti colleghi.

Scrive (in coll.) nel marzo 1973, il volume “Esperienze nella Scuola Comunale d’Infanzia di Certaldo”, edito dal Comune di Certaldo e il 6 aprile 1973 viene chiamato dal Ministero della Pubblica Istruzione in occasione del Convegno Nazionale su Il diritto allo studio comincia a tre anni organizzato a Modena a tenere la relazione “I problemi psicopedagogici della scuola dell’infanzia”.  Fin dagli inizi del 1974 l’impegno per il mutamento sociale continua a farsi sentire fra le varie componenti che avevano iniziato già da un anno a riunirsi e a dare vita al Cenacolo del Centro Studi Antiemarginazione in Firenze, espressione di un pluralismo senza connotazioni esclusive di credo e ideologia. Si voleva fare opinione, assumere gli stilemi della cultura e del riferimento politico per una mediazione con le varie forme di potere, in risposta ai grandi sconvolgimenti politici, culturali e sociali. Guido Pesci prende le distanze rispetto alla logica assistenziale della concezione patologico-terapeutica che perseguono ormai gli ortopedagogisti troppo conformati al deficit e troppo orientati ai criteri del separatismo. Un coraggioso e pregevole sconvolgimento indispensabile per far riemergere quel significativo ex-ducere che stava affondando sempre più nella malattia e che necessariamente doveva essere recuperato. Nel febbraio del 1974 viene dato vita al Movimento dei Pedagogisti Clinici e Guido Pesci ne assume la presidenza. A proposito il prof. Edo Bonistalli dirà in un’intervista rilasciata a Marta Mani: Una sera in tarda ora durante i nostri incontri di Cenacolo presso il Centro Antiemarginazione, si, perché spesso era di notte che ci incontravamo, fu Guido a proporre il termine Pedagogia Clinica per definire la scienza in cui aveva fatto confluire le tante idee e i diversi suggerimenti… Questo grande passo segnò la nascita della Pedagogia Clinica e di un nuovo professionista, il Pedagogista Clinico®, di cui quel “clinico” ne diviene l’accezione intesa come “aiuto alla persona”. Scienza e professione sostenute dal Movimento, andranno di anno in anno sempre più consolidando i fondamenti epistemologici e in concretezze scientifiche e operative. Anni in cui il Movimento si muove accanitamente contro la società e le sue istituzioni, dagli ospedali psichiatrici, dalla scuola alla famiglia, e sollecita, contro la politica dell’esclusione, processi di reinserimento sociale, o come più tardi sarà definita, inclusione.

Ideologia, scienza e professione vanno di pari passo, Pesci continua a dare prova degli esiti della sua sperimentazione e pubblica come Coordinatore psico-pedagogico delle Scuole per l’infanzia del Comune di Certaldo, le esperienze apparse in un suo articolo dal titolo “Preparazione psicologica e vissuto esperienziale” tratto dal n. 5/1974 della rivista Psicologia Contemporanea.

Il 2 luglio è relatore all’Incontro Dibattito sul tema “La Scuola dell’Infanzia” organizzato dal Comune di Certaldo a cui sono presenti oltre al prof. Guido Pesci del Centro Studi Antiemarginazione di Firenze, Claudio Galanti Assessore si Servizi Sanitari della Regione Toscana, Edo Bonistalli, Giacomo Viccaro e Giovanni Lombardi dell’Istituto di Pedagogia dell’Università di Firenze, e Tina Tomasi docente di storia della pedagogia all’Università di Firenze; una occasione per mostrare i caratteri innovativi delle attività educative attuate nelle diverse sedi scolastiche del Comune. Inizia per Pesci una vita condotta assieme a insigni maestri che, per qualità intellettuali e competenze gli offrono grandi occasioni di sviluppo culturale, professionale e personale. Tuttavia si dice che quando qualcuno gli chiedesse quali potessero essere i vantaggi nello stare assieme a simili menti, da buon e arguto fiorentino rispondeva: “Professori sì, ma si tratta di vedere cosa professano!”.
Proseguono i suoi studi e il raggio di interesse si amplia, il 22 agosto di quell’anno arricchisce la sua formazione con due diplomi, uno in Ipnosi medica e Medicina Psicosomatica e l’altro in Training Autogeno condotto da Gian Mario Balzarin, conseguiti entrambi presso l’Istituto di Indagini Psicologiche-Centro Internazionale di Ipnosi Medica e Psicologica di Milano, diretto da Marco Marchesan.

Il 13 ottobre 1974 è relatore al Congresso Nazionale “Il rischio neuropsicopatologico in età prescolare” organizzato dalla Società Italiana di Neuropsichiatria Infantile (SINPI) tenuto a Taormina, a cui partecipa con un lavoro su “Problemi di espressione, comunicazione e rapporto nell’asilo-nido” (Lavori usciti in Atti- Quaderno di Neuropsichiatria infantile n. 20 Vol. I° pag.149-156).
In conclusione dell’anno e per l’esattezza il 7 dicembre 1974 viene nominato docente del Corso di qualificazione del personale del Centro ANFFAS di Firenze; impegno formativo che terminerà il 5 marzo dell’anno successivo. 

Si tratta di un progetto ambizioso, terminato con grande successo, cinque mesi in cui il personale ha potuto vivere esperienze orientate a eliminare ogni conflittualità nelle relazioni gruppali fra le componenti educative, e acqusire necessari metodi scientifici utili per lo sviluppo creativo e per la promozione di una edificazione sociale. L’ANFFAS ha fatto uso di quel bagaglio di esperienze che gli hanno concesso di mantenere viva una programmazione di attività pratiche, idonee ad evitare frustrazioni e facilitare il superamento di difficoltà e disagi.
Inizia il 1975 con un impegno assai rilevante, l’incarico dalla Scuola Magistrale Ortofrenica di Firenze in qualità di assistente del Prof. Gastone Tassinari, all’insegnamento della disciplina “Pedagogia” per l’anno accademico 1975/76. Ma intanto non manca nel testimoniare all’esterno i suoi lavori.

Inizia il 1975 con un impegno assai rilevante, l’incarico dalla Scuola Magistrale Ortofrenica di Firenze in qualità di assistente del Prof. Gastone Tassinari, all’insegnamento della disciplina “Pedagogia” per l’anno accademico 1975/76. Ma intanto non manca nel testimoniare all’esterno i suoi lavori. Nel n. 7/1975 della Rivista Prospettive Sociali e Sanitarie Pesci pubblica un articolo su “L’asilo-nido di Certaldo e l’importanza della pedagogia nipiologica” in cui esalta il valore del termine “nipiologico”, termine che verrà in seguito utilizzato anche da altri specialisti, e l’11 aprile dello stesso anno esce come coautore del volume “Esperienze nella scuola comunale”, edito dal Comune di Certaldo.

Siamo giunti al 1976 e anche questo anno si prospetta assai ricco di ulteriori impegni, oltre alla libera professione, Pesci porta avanti, senza subire arresti la ricerca, mosso dal desiderio di approfondire temi e argomenti significativi come il Tempio di Asclepio, per questo si reca a Pergamo a studiare il famoso centro terapeutico del quale ne rimane particolarmente affascinato e dal quale subisce una spinta ad approfondirne ogni aspetto e ogni specifico elemento.

In questo anno gli giunge la conferma dell’incarico dalla Scuola Magistrale Ortofrenica di Firenze per l’insegnamento di “Pedagogia” per tutto l’anno accademico 1976/77 quale assistente del Prof. Gastone Tassinari, e diviene Consulente psicologico della Scuola Svizzera di Firenze per tutto l’anno scolastico con un impegno bisettimanale.

Viene chiamato a partecipare al Congresso Nazionale di Ipnosi e Psicosomatica, organizzato dall’Università della Nuova Medicina in Montecatini Terme (8-11 aprile), dove presenta la relazione “Intervento ipnoterapeutico su un soggetto sedicenne con disadattamento scolastico”, lavoro riportato in Atti editi dall’Istituto di Indagini Psicologiche di Milano.  È anche l’anno in cui, sostenuto dal desiderio e lo scopo determinato di studiare le etnie e di muoversi in culture e religiosità differenti, Pesci inizia a realizzare quello che definisce “un bellissimo sogno” con viaggi che lo portano in terre lontane.
Vola in India, nell’isola di Elephanta e contempla Dvarapala e le grotte di Shiva, in Nepal a Kathmandu, ma ancor più a Dakshin Kali, a Swayambhunath, fino a spingersi oltre i lebbrosari a Pokhara. Dopo solo pochi mesi, nonostante un incidente aereo senza conseguenze personali, riparte per Ceylon, si ferma a visitare Sigyryia, la città sepolta di Anuradhapura e Wilpattu dove incontra insediamenti tribali che gli suscitano un vivo e particolare interesse.

Il 26 aprile 1976, viene investito dal Sindaco del Comune di Empoli ad effettuare un sopraluogo con relativa relazione tecnico-scientifica in un Centro di Recupero e di Addestramento di Cerbaiola-Empoli, al fine di individuare assetti strutturali e infrastrutturali adatti per una necessaria ristrutturazione dell’ambiente che tenesse conto sia dell’organizzazione interna sia di ciò che poteva prevedere una prassi operativa efficace. I risultati del lavoro, che si è protratto per più di un mese, sono stati esposti nella relazione e sono stati accolti con grande interesse dal Comune, oltre che garantito un significativo orientamento agli interventi realizzati nella struttura.

Sempre per il suo importante impegno operativo e scientifico, Guido Pesci riceve il 29 maggio del 1976 la notifica della sua iscrizione alla SIAME- Società Italiana per l’Assistenza Medico-Psico-Pedagogica ai Minori dell’età Evolutiva, in cui si legge con l’espressione del più vivo compiacimento per l’opera che Ella svolge a favore dei fanciulli minorati”.
Mai fermo e mai arrendevole, Pesci, che nel frattempo si era iscritto all’Università degli Studi di Torino, sostiene il 2 settembre 1976 la tesi su “La dislessia” e si laurea in Psicopedagogia con la votazione di 110/110. Anche in questa occasione emerge la sua “anima fiorentina” e tra il canzonatorio e lo spregevole e con garbata arroganza profferisce davanti alla Commissione il suo disappunto per la mancata “lode”: “La cosa è buffa, sono in tanti, l’avranno letta sì o no in due e tutti si pronunciano per definire il voto”.
Il primo di ottobre, comunque, “per una sua personale esigenza” parte nuovamente e stavolta i suoi interessi lo spingono a Kabul in Afganistan per poi raggiungere gli insediamenti tribali di CariKar nel Parwan una provincia del nord, quindi quelli di Hinjan per raggiungere Mazar Sharif e più avanti la “città morta” di Balk. Con il tentativo di incontrare le popolazioni appestate dalla lebbra, Pesci raggiunge Pule Kuni e Bamyan, ma il suo intento viene interrotto dall’intervento della polizia per motivi di sicurezza. Un percorso lungo deliziato… da cosa? gli chiedo, e Pesci risponde “Da persone con grande dignità, capaci di non chiedere pur non avendo niente, e dimostrare che, oltre il confine della diffidenza sono disponibili al sorriso e a lasciarsi avvicinare compresi i nomadi Kuchi”.

Ancora e in conclusione del 1976 Guido Pesci scrive un articolo per la prestigiosa rivista Psicologia Contemporanea che esce nel n. 17/1976 dal titolo “Verso una nuova scuola dell’infanzia”.

Questa traccia biografica dei primi sei anni della carriera professionale e formativa di Guido Pesci mette in evidenza una formulazione complessa e assai articolata. Ma per procedere nel racconto biografico in maniera più organica e meno dispersiva possibile, poiché gli impegni si sommano e si intersecano sempre di più, si rende indispensabile utilizzare un percorso cronologico per anni. Perciò l’analisi e l’interpretazione biografica della sua attività sarà d’ora in poi rendicontata anno per anno.