GUIDO PESCI
Scienziato inventore
Un paziente lavoro di ricerca scientifica, studi teorici e sperimentazioni pratiche hanno permesso di essere autore di strumenti, di esclusività scientifiche, e di garantire la validità di perfezionati metodi, necessari per un valido aiuto in diverse strategie rivolte a favorire un’equilibrata evoluzione socio-relazionale e psicoaffettiva, a superare difficoltà dell’espressione e a migliorare la comunicazione e il rapporto. La pluralità dei contributi scientifici consente, grazie alla loro adattabilità, di accompagnare l’agire in situazioni diverse, fino a far raggiungere ad ogni persona uno stato di fiducia, di certezza e sicurezza, cura e rispetto di sé, capacità necessarie per ottenere un progressivo controllo e soddisfare il profondo desiderio di eliminare la presenza di fenomeni critici, promuoversi positivamente verso la vita. Contributi idonei per promuovere un’efficace e attiva partecipazione al desiderio di ottenere una migliore padronanza delle potenzialità, attratti da un principio equilibratore idoneo per sviluppare una personalità armonica.
Inventore della Palla Vibrocromatica®
(Brevetto).
Palla VibroCromatica®
La Palla Vibro Cromatica® è una particolare palla coperta da brevetto, usata nel metodo TouchBall®. Essa ha la funzione di stimolazione tattile ed è costituita da un corpo sferoidale in materiale relativamente cedevole ed elastico, con una superficie esterna levigata e cromatica e internamente una cavità parzialmente riempita di liquido in cui si muove liberamente un Iron Ball o sfera della salute di Baoding. La Palla Vibro Cromatica® si distingue per la diversa cromaticità delle quattro palle che compongono il set ciascuna realizzata con un colore diverso e in seguito al rotolamento, fa sì che l’Iron Ball fluttui nel liquido emettendo alcune vibrazioni sonore e tattili con cui si caratterizza e che, modulate dal liquido, si trasmettono al corpo della persona.
Nella Palla Vibro Cromatica® il generatore sonoro è una sfera di acciaio cava, con all’interno elementi sonori che si muovono in un ambiente pieno di aria ed ermeticamente chiuso (Iron Ball). Il suono viene trasmesso da una sfera-contenitore di acciaio ad un mezzo più denso, cioè l’acqua contenuta nella sfera in P.V.C., la quale a sua volta lo ritrasmette a un mezzo naturale, ossia l’aria.
Il suono è una energia meccanica trasmessa da una sorgente sonora all’ambiente circostante. La sua velocità di propagazione è data dal tempo impiegato dall’onda sonora per propagarsi in un dato mezzo, ed è espressa dalla formula V= (E/P) ^ (1/2)
La velocità di propagazione nell’aria a 20° centigradi è considerata standard per 344 ms e varia con il variare dell’umidità e della temperatura. La propagazione del suono è maggiore con l’aumento della densità del mezzo, quindi più questo è denso, più alta sarà la velocità di propagazione. Questa nell’acqua raggiunge circa 1500 ms e varia ulteriormente a seconda del grado di salinità.
La Palla Vibro Cromatica® per tutto questo racchiude in sé una percezione risultante da più esperienze sensoriali rinvenute in concreto e delle tonalità emotive che uniscono materia e simbolo. Essa è centro dell’unione, simbolo di tutto ciò che uno desidera, dell’unità, del riposo e del movimento, dell’onnilateralità e della semplicità, del visibile e dell’invisibile. Suffragata da diverse proprietà cromatiche, la persona, nella Palla Vibro Cromatica® può ritrovare il suo ordine e il suo significato, acquisire e consolidare la pace interiore, il senso e la consapevolezza.
Sfera, acqua, suono e colore sono gli elementi simbolici che impreziosiscono e determinano la Palla Vibro Cromatica® che diviene strumento idoneo a far riscoprire all’individuo la propria somaticità, liberandolo dalla repressione e facendogli acquisire un maggiore controllo e la conoscenza del proprio schema corporeo. In tal modo la persona raggiunge la coscienza di un’immagine perfetta di Sé, di un corpo che sia il proprio corpo, nonché la forza, la volontà, la disponibilità ad aprirsi verso nuovi orizzonti di piacere, di benessere, verso rinnovate potenzialità per proporsi a una vita di relazione regolata.
Inventore del Punto Egoico
Punto Egoico
Il Punto Egoico è il punto su cui converge l’occhio quando le nostre braccia sono allungate in avanti con gli indici uniti esposti, punto di intersezione di una linea orizzontale e una verticale, intersezione di linee che si incrociano in un punto.
Il Punto Egoico concede alla persona l’opportunità di rintracciarsi, di riconoscersi e da esso sentirsi rappresentata, figura in origine dell’Uomo Geometrico che, con il movimento diviene linea nello spazio orientato delle forme geometriche e, con il suo valore di centro originario è dinamico e cosmicogonico.
Non un Punto da cui reperire misure che permettano di realizzare con perizia e senza errore le relazioni antropometriche della figura umana, nè un punto figurato su un corpo e decifrato come l’ombelico del mondo, bensì un Punto nello spazio euclideo, un Io punto da cui passano tutti i lanci che le braccia possono compiere.
Punto-zero come centro di intersezione tra l’asse verticale corporeo, argomentato come asse del mondo, come albero cosmico, come tronco, simboli di solidità e stabilità e l’asse orizzontale distinto dalle braccia aperte, e da cui si irraggia l’ordine e l’equilibrio. Assi simbolo della croce, figura geometrica a cui danno forma i due segmenti che rappresentano le polarità dell’esistenza, la cui convergenza tra gli opposti da antitetici li evidenzia complementari, geometrie che rappresentano l’orientamento nello spazio ed hanno una funzione di sintesi.
Dal Punto Egoico, punto originario, simbolo del principio da cui tutto trae origine e a cui tutto ritorna al centro, passano, regolate dalla mobilizzazione del corpo, linee orizzontali, verticali, oblique e curve, lasciate dalla mano destra e dalla mano sinistra, singolarmente o simultaneamente. Le linee prodotte dai lanci delle braccia possono essere virtuali perché realizzate in campo vuoto, o lasciare tracce grafiche su parete attrezzata, linee che danno forma alle figure geometriche con diverse dislocazioni nello spazio. Figure geometriche selezionate con segni e tracce grafiche raccolte sostando in postura statica o plastica e muovendo sull’asse corporeo in cooperazione vestibolare, con rotazione coniugate agli assi e ai piani.
Un complesso di esperienze che caratterizzano l’Uomo Geometrico il suo muoversi sull’asse corporeo e sulle semi-assialità, sostenuto dal sistema vestibolare che fornisce informazioni sulla posizione del corpo nello spazio e consente al buon equilibrio tonico di garantire il corretto assetto posturale sia statico che dinamico, e di rappresentare le diverse figurazioni che ha inscritte.
Inventore del Codice Gestuale Corporeo
Codice Gestuale Corporeo
Il Codice Gestuale Corporeo (CGC) è un codice di gesti, comprende tutti i lanci che le braccia possono compiere nello spazio dinanzi a sé passando dal Punto Egoico. La molteplicità di segni raccolti sulle coordinate rappresentate dall’asse corporeo e dalla linea orizzontale che lo incrocia all’altezza delle spalle, propone un’infinità di figure geometriche e una vasta gamma di rappresentazioni che consentono alla persona, liberata da ogni impaccio frenante o inibitorio, di organizzarsi armonicamente.
Nel metodo Prismograph® l’essenza fisiologica del corpo inteso come collezione di organi o come una marionetta, lascia il posto alla plasticità, alla capacità di concepire sinergie, simultaneità e molteplicità di espressioni, capace di un fraseggio melodioso di gesti silenziosi, rapidi, lenti o eleganti, transitivi, operativi, coloriti, involucro estetico dell’efficacia; il dentro e il fuori della persona che si fondono e si dichiarano e che generano un grafismo nitido impresso su uno spazio con cui essa manifesta i suoi segreti, i suoi sentimenti, le sue situazioni, i suoi conflitti.
Nel Prismograph questo Codice. espressione di una potenzialità naturale dell’uomo. viene recuperato e sviluppato con l’intento di favorire un’evoluzione grafo-segnica che parta da strutture esistenti nell’individuo. Per far ciò il metodo prevede che inizialmente queste figurazioni, inscritte nella postura e nella cinestesia, debbano trovare opportunità di essere rappresentate nello spazio vuoto e solo più tardi tradotte graficamente su pareti attrezzate. Unicamente quando ci sarà la certezza di poter realizzare il segno, le linee avranno accesso alla parete bianca su cui lasciano una traccia o una figurazione. sottile o marcata, grande o piccola, in una posizione di perfetta centralità o diversamente distribuita nello spazio, una realizzazione che deve confermare l’abilità raggiunta.
Inventore del Metodo Reflecting®
Metodo Reflecting®
Il Reflecting® è il metodo sostanziato da principi e modalità che sollecitano l’individuo a riflettere su di sé e trovare nelle risorse personali le risposte per innalzare l’edificio della propria personalità, promuovere lo sviluppo di abilità e disponibilità e raggiungere nuovi equilibri. La persona viene aiutata a riflettere e a trovare in se stessa, da se stessa, con l’esplorazione interiore l’opportunità di far affiorare dai ricordi del passato le tante percezioni indefinite per poter dare una conformazione autentica, un paradigma che propone un’identità aperta su cui poggia la logica della libertà. Responsabile di questo impegno è il professionista che, seguendo gli orientamenti del Reflecting®, si attiva a stimolare la persona affinché promuova idonee riflessioni sul proprio essere e sul proprio esistere, affinché accresca la consapevolezza, l’autostima e l’indipendenza e raggiunga una personale adeguatezza nel prendere decisioni e nel risolvere le difficoltà; una sfida da intraprendere nel presente per un futuro da protagonista.
Il Reflecting® per ottenere questo success si avvale della Nuova Maieutica, a una diversa architettura di pensiero e di azione, alla disciplina semiotica, a tutti i contenuti espressivi e comunicativi, siano essi linguistici, visivi, gestuali, posturali ecc. e a una molteplicità di canali informatori. Tante occasioni per scoprire e distinguere le diverse tonalità affettive e i differenti stili di vita, nonché l’opportunità di interrogarsi per conoscere e riconoscere i significati complessi delle modalità con cui le esperienze possono averne modellato la personalità attuale. Un iter educativo che aiuta la persona a leggere la mappa del percorso da seguire per entrare in contatto con le proprie esigenze, rafforzare la consapevolezza individuale, possedere una volontà capace di condurre azioni in modo libero e responsabile.
Il professionista nel favorire l’evocazione, sviluppa l’”apprendere ad apprendere” attraverso stimoli alla riflessione per itinerari di indagine intima, elaborazioni-evocazioni di conoscenza; aiuta la persona a intraprendere un percorso esplorativo, vincere le resistenze, parlare di sé, esporre ogni sua elaborazione e analisi per scoprire progressivamente e confrontarsi con i propri conflitti, i propri impulsi, le proprie difese e motivazioni. Con la sua acquisita abilità professionale nel seguire il metodo Reflecting®, aiuta singoli, coppie e gruppi a riflettere, a partorire la verità, a decifrare quel geroglifico apparentemente inintelligibile del passato e del presente, premessa per liberarsi dalle inquietudini, dalle concezioni confuse che ottenebrano e sviano. Per accompagnar la persona nella riflessione e nel distinguere da se stessa ogni aspetto dell’universalità che le appartiene, questo professionista ne tutela la libertà utilizzando occasioni-stimolo tra cui, pur con impiego limitato e con indici mirati, la parola, non più strumento per persuadere, per rassicurare o dare consigli, ma per favorire l’espansione delle potenzialità e delle capacità, sviluppare i pensieri e farli divenire idee-forza.
Inventore della Nuova Maieutica
Nuova Maieutica
La Nuova Maieutica, contrapposta alla maieutica socratica mira a svegliare, sviluppare e organizzare nella persona l’azione della volontà, la coscienza e la padronanza di sé, il dominio delle circostanze e il superamento degli ostacoli. A Socrate il concetto di persona è dimostrato che non interessa, per lui non è importante la sofferenza personale, ma aeree speculazioni filosofiche che non mirano a un sostegno concreto dell’individuo, sono logoi fondati sull’astrazione, sul chiedere per chiedere, una ricerca di definizioni alla “scoperta” del concetto tramite il ragionamento induttivo. La maieutica è quindi l’aspetto positivo-costruttivo del metodo di Socrate, una maieutica orientata allo sviluppo di un contenuto mentale che, attribuendo alla ragione e all’intelligenza, la direzione suprema della vita avvia a un eudemonismo o eudaimonismo (dal greco eudaimonía, “felicità”), a quella dottrina che assume la felicità (identificata con il bene) a principio o movente della vita morale basata sulla vita “virtuosa”, questa arte maieutica pur offerta all’individuo l’occasione di conoscere se stesso è designata a “mettere al mondo” idee con la regola del dubbio o della distruzione di certezze, con parole suggeritrici e parole-guida; tutte parole che consigliano, propongono, conferiscono, ma che da sole non possono raggiungere le fondamentali linee di pensiero e di azione rivolte a risvegliare, incentivare, a sviluppare riflessioni adeguate su se stessi e sulla propria esistenza, a incoraggiare cioè la consapevolezza e padronanza di sé, grazie alle quali è possibile superare le difficoltà ed essere in grado di affrontare i problemi e decidere adeguatamente della propria vita.
Aiutare a riflettere è la vera arte della Nuova Maieutica esposta che grazie alla varietà degli atti stimolatori offre all’individuo il modo per far emergere e portare alla luce, dopo averlo analizzato, ogni aspetto della propria vita, grazie alla grande riserva di energie che possiede e che può utilizzare per dominare le circostanze.
L’emittente plurifunzionale e multicanalizzata di segni deve far giungere alla persona con la massima estensione e intensificazione possibile ogni significato semiotico e dare avvio a una vasta estrinsecazione di pensieri. In aiuto alla persona, questo professionista si muove come una levatrice che non basa il proprio aiuto sulla volontà di confutazione, di correzione, di persuasione o dissuasione desunta dall’esclusiva funzione delle parole, bensì agisce, senza incoraggiare, giudicare, criticare, incitare, spiegare, ma con l’impegno di agevolare, facilitare, aiutare, favorire, suscitare, ecc., promuovendo la riflessione, sostenuta da una conveniente semiologia corporea e scenografia espressiva, un’idonea tonematica dialogica e una ricca linguistica funzionale, a cui si aggiungono altri significativi ausili, stimoli trasferiti trasversalmente in largo e in stretto, in alto e in basso dalla trasparenza del cristallo che non interrompe niente e lascia tutto a “portata di mano”.
La Nuova Maieutica, per aiutare la persona a riflettere su di sé e rintracciare conoscenze chiarificatrici, utilizza una varietà di atti comunicativi sostenuti da fenomeni di influenza che permettono di favorire, con qualificazioni espressive, tante sollecitazioni alla riflessione. L’ampio e composito ventaglio di atti e segnali comunicativi permette alla persona di “volgersi dentro e indietro”, ritrovare i frammenti in memoria, facilitare l’elaborazione e superare le barriere che frenano la relazione.
Inventore del Tavolo di cristallo
Tavolo di cristallo
Il cristallo, dal greco kristallos, che letteralmente significa “acqua gelata”, annuncia l’evidente parallelismo fra la trasparenza del ghiaccio e quella del quarzo cristallino. Ne deriva che il cristallo, simbolo di purezza e trasparenza, inscena un fenomeno polare, uno spazio sperimentale in cui le persone possono vivere la luce e in cui i suoni non vengono assorbiti, ma si diffondono nell’aria.
Al cristallo è riconosciuta la capacità di attirare e amplificare vibrazioni purificatrici e risanatrici, di trasformare l’energia negativa in benefica. Il cristallo è il Maestro interiore di ognuno, il “Loto dai mille petali”, il nostro Grande Io sconosciuto, utilizzato per armonizzare, per bilanciare le energie corporee, amplificare il pensiero positivo, rigenerare i tessuti e creare ordine. Universalmente rappresenta lo stato supremo della materia, la tappa culminante dell’evoluzione, l’energia primordiale dell’universo cristallizzata in materia-coscienza. Di cristallo è il tavolo del professionista certificato per l’utilizzo del Reflecting®, secondo una precisa strategia e una scelta di principio e di metodo, un cristallo maieutico indispensabile in una relazione vis à vis per avere l’occasione di inviare e far giungere alla persona segnali informatori e sollecitatori silenziosi. Esso permette di veicolare dialetticamente tutti i codici semiologici, e, oltre alle frasi costruite con le parole, utilizzare quella lingua che si connota con i privilegi del movimento del corpo nello spazio, del gesto, della mimica, particolarmente capaci di esercitare su chi ascolta l’effetto desiderato; azioni che producono esiti sull’altro che vive, partecipa il flusso melodico di un movimento significante; segni che aprono alla comunicazione con norme definite da spartiti, tempi, ritmi e spazi, da insiemi e grandezze, da orientamenti e posizionalità e che ben esprimono i significanti delle manifestazioni, delle esecuzioni di ogni connotazione emozionale e affettiva e l’esplicitazione della loro intensità (Pesci, 2005, p. 59).
Il tavolo di cristallo consente al Professionista di raggiungere la persona parlandole con segni impiegati intenzionalmente; un agire comunicativo strategico funzionale a far scaturire una coscienza e una competenza riflessiva orientata al successo, a rendere efficace l’intervento; un modo per far pervenire alla persona il processo dinamico dei valori espressivo-stimolatori, per soddisfare il bisogno di analizzare e riflettere, far emergere la propria esperienza interiore e connotare meglio ogni fenomeno coscienziale.
Metodo FantasmaSonie®
FantasmaSonie®
Il metodo FantasmaSonie® é un perfezionamento del metodo Terapia Natura sperimentato da Guido Pesci nel 1980-81 e presentato al XIX congresso degli psicologi italiani sul tema “La società trasparente”, tenuto a Urbino il 22-26 settembre.
Il metodo FantasmaSonie® che ne è seguito ha richiesto a Guido Pesci l’utilizzo delle archetipie dei suoni e dei rumori, delle emozioni acustiche, esaltate nel metodo dalla regolazione del dolby digital, capace di rendere evoluti i suoni-rumore e amplificate le emozioni acustiche, fino a far giungere alla persona.
Grazie alle sofisticate e moderne tecnologie surround Dolby, il metodo FantasmaSonie® ha raggiunto un alto livello qualitativo, capace di far giungere alla persona Sonie con diverse tessiture e estensioni; vibrazioni con gradi, toni, intensità, echi suggeritori di scenari il cui fragore intimo ingigantisce le manifestazioni della vita e dei vissuti. I suoni-rumore consentono alla persona che si trova distesa in ascolto, di farsi coinvolgere, di spettacolizzare gli effetti del narrato fino a condividere i sentimenti e le emozioni.
Le FantasmaSonie® non si limitano a rafforzare l’Ego e a mettere a tacere o sopprimere le manifestazioni dell’Es come avviene con i metodi che usano il messaggio linguistico o la semplice rielaborazione immaginaria, tesi ad acquisire solo nuove e diverse abilità nelle azioni di vita quotidiana, si estendono oltre alla personalità cosciente e includono l’accesso agli aspetti inconsci fino a contribuire ad importanti modificazioni del fondo fantasmatico.
Il metodo delle FantasmaSonie® si estende oltre la personalità cosciente e include l’accesso agli aspetti inconsci, fino a contribuire ad importanti modificazioni del fondo fantasmatico, nella consapevolezza che l’individuo è ed agisce in base all’immagine profonda che ha di se stesso.
Tali risultati si possono ottenere unicamente con un linguaggio interpretabile dall’inconscio, mediante l’espressione per simboli universali che comprendono qualcosa che va oltre il loro significato ovvio e immediato, e il cui rapporto tra di essi e ciò che simboleggiano, è radicato nell’affinità tra esperienza sensoria, emozione e pensiero condiviso da tutti gli esseri umani.
Le immagini simboliche che vengono proposte in questo Metodo rappresentano la linea di congiunzione fra il pensiero e il sentimento, un rapporto che interessa le implicazioni perfezionanti e maturanti nei confronti della sfera affettivo-volitiva, tutte ampiamente verificate con riscontri assai significativi.
Il metodo si avvale di venticinque narrazioni fantasmagoriche che consentono alla persona che si trova distesa in ascolto, di farsi coinvolgere, di spettacolizzare gli effetti del narrato fino a condividere i sentimenti e le emozioni.
FantasmaSonie® che si estendono oltre alla personalità cosciente e includono l’accesso agli aspetti inconsci fino a contribuire ad importanti modificazioni del fondo fanstasmatico, nella consapevolezza che l’individuo è e agisce in base all’immagine profonda che ha di se stesso. Risultati che si possono ottenere unicamente con un linguaggio interpretabile dall’inconscio, con l’esprimersi per simboli universali che comprendono qualcosa che va oltre il loro significato ovvio e immediato e il cui rapporto tra di essi e ciò che simboleggiano è radicato nell’affinità tra esperienza sensoria, emozione e pensiero condiviso da tutti gli esseri umani.
Le FantasmaSonie® non sono un film in cui c’è chi fa e chi guarda; la persona è chiamata ad assistere, ma guarda se stessa, così come le viene richiesto già dall’iniziale sollecitazione immaginativa: “Immagini ora di…”, essa assiste ai propri gesti, alla propria comunicazione e relazione, al narrare di sé, al proprio interpretativo-attorale e, coinvolta negli eventi, è testimone attiva della propria evoluzione personalogica.
La persona rappresenta se stessa, partecipa ai vissuti inconsci simboleggiati nelle immagini, feconda stimolanti relazioni immaginativo-fantasmatiche, segue ogni momento del suo percorso attraverso una partecipazione assidua che la spinge a toccare livelli sempre più profondi, fino a rappresentare delle costanti che caratterizzano la propria evoluzione. Esplorazioni immaginativo simboliche che dimostrano come vivere la vita senza paura di perdersi, come affrontare la realtà di ogni giorno, vedendo le cose nella giusta misura e contando sulle proprie forze. I luoghi oscuri, tetri, contorti, in cui la persona dimostrava l’incapacità o stentatezza nel procedere, lasciano il posto ad orizzonti aperti e luminosi.
Metodo ImagEvolution®
ImagEvolution®
L’ImagEvolution® è un metodo di intervento psicodinamico strutturato nel 1986, che include, con l’utilizzo delle immagini simboliche in evoluzione, la possibilità di modificare, senza la suggestione verbale, il fondo fantasmatico di una persona, ovvero il campo delle sue fantasie inconsce e, a poco a poco, anche il suo comportamento nella realtà.
Questo Metodo si fonda sul merito delle immagini simboliche ed è ad esse che si appella per permettere alla persona di recuperare con un’intensa partecipazione emotiva, le caratteristiche originarie, intime del proprio essere, calandosi negli strati più primitivi dell’inconscio, fino a viverli con un intenso e realistico coinvolgimento, per crescere, muovere verso processi di sviluppo interiore e di maturazione della personalità.
È un Metodo di intervento che include la possibilità di modificare con il linguaggio simbolico il fondo fantasmatico di un individuo, ovvero il campo delle sue fantasie inconsce e, a poco a poco, anche il suo comportamento nella realtà.
Il metodo ImagEvolution® non prevede di attivare descrizioni o narrazioni e considera il linguaggio parlato inefficace rispetto alla proprietà e alla funzione energetico-psichica che i simboli hanno per incidere sull’inconscio.
Con i diversi simboli in evoluzione il professionista è reso capace di organizzare un itinerario idoneo a scandire il percorso evolutivo, di maturazione e di trasformazione personale fino a giungere all’integrazione della molteplicità psichica. Le immagini simboliche in evoluzione emulsionano la crescita, promuovono processi di sviluppo interiore e la maturazione della personalità. Moti emozionali e affettivi idonei a produrre profondi sentimenti, da cui la personalità in progettazione trae un ottimo materiale per la sua evoluzione, il suo senso, il suo spazio, la sua vera collocazione. Un narrato partecipato visivamente da cui trarre risposte utili per vincere le insicurezze, la scarsa fiducia nei propri mezzi, ogni situazione che nella vita reale risulta disturbante o difficile da affrontare.
L’ImagEvolution® permettono di recuperare con una intensa partecipazione emotiva, le caratteristiche originarie, intime del nostro essere, un contatto con gli strati più primitivi dell’inconscio, calandosi nell’immaginario e vivendolo con un intenso e realistico coinvolgimento.
L’ImagEvolution® è un metodo che non ha bisogno di rinforzi suggestivi o di un carattere verbale che suggerisce le immagini da visualizzare, descrivere e pilotare con un criterio direttivo lo svolgimento della seduta. Essa differisce assai diffusamente, l’uso esclusivo dei simboli in evoluzione ha l’intento di formulare un intervento utile che può essere sostanziato solo dall’immagine simbolica quale linea di congiunzione fra pensiero e sentimento, ponte fra sentimento e azione. Ciò che permette di far rapportare la persona all’inconscio, di modificare il complesso affettivo-ideativo e di riflesso quello prassico-comportamentale.
Nell’ImagEvolution®, la parola, il linguaggio parlato, proprio perché inadeguati ad agire sull’inconscio sono assenti, l’attenzione è rivolta unicamente alla proprietà e alla funzione energetico psichica che i simboli hanno di agire sull’inconscio. Questo metodo è fondato sul merito delle immagini simboliche ed è a queste che si appella per superare lo scoglio dei raziocinanti metodi verbali. Immagini di simboli in evoluzione, prodotte in DVD, che vengono proiettate davanti al soggetto e lasciate vivere con l’intensità generata dalla sollecitazione filmica, partecipata visivamente, senza ausili suggestionali verbali o sonori, e senza bisogno di inchieste dopo la seduta.
Metodo CaleIdeoscopie®
CaleIdeoscopie®
La CaleIdeoscopia®, scopia delle idee, è un metodo che ha trovato conferme dalla sperimentazione che si è conclusa nel 1994, esso si avvale di una tecnica che permette di essere spettatori di una lenta metamorfosi, della ricomposizione dei tanti pezzi dalle infinite varietà di colorazioni e simmetrie nell’immagine simbolica che li ha prodotti.
La CaleIdeoscopia® si affida all’idea dal greco idèa “aspetto”, dal tema di ìdein “vedere”, sapere, conoscere, e da eìdos vista, intuizione, immagine, dal latino vid-eo vedo, è il pensiero corrispondente all’immagine di un oggetto reale o possibile atto a tradursi in un simbolo. Un’esperienza sensibile, fenomenica e condizionata che ha l’esigenza di svelare l’originaria verità, sottrarre al nascondimento, strappare alla velatezza, vedere (l’idea la cui radice id– che è la stessa del verbo orào vedere) fino a tradurre correttamente ciò che appare. Non la semplice presenza dell’oggetto come essenza ma come esistenza effettiva offerta dall’occasione di saper leggere, dis-velare, decifrare il lethe, l’oblio, offrire l’occasione alla persona di svelarsi e scoprire relazionandosi, ogni aspetto di sé. La forma di oggetto proposto alla persona chiede di oltrepassare l’unità originariamente sintetica, la mera oggettività, per svelare ciò che nasconde nella sua fitta oscurità.
Nella pratica della CaleIdeoscopia®, si interviene in aiuto al soggetto con una tecnica di rilassamento che ha il pregio, rispetto a quella di Schultz, di essere applicata molto più facilmente. Una distensione fisica e psichica capace di generare uno stato piacevole di calma, di equilibrio interiore, sviluppare sensazioni di una maggiore chiarezza mentale ed una più intensa spiccata abilità nell’entrare in contatto con se stesso, di sentire la sua mente più produttiva nel costruire meccanismi elaborativi idonei a visitare con maggiore attenzione ogni intuizione e visualizzazione creativa.
Il soggetto, sollevato dallo stress emotivo, libero da tutte le interferenze, è occupato ad inseguire ciò che lo attrae, a trovare l’occasione di rivitalizzarsi, una distensione che, nonostante gli si chieda di riaprire gli occhi, gli permette di permanere in uno stato di assorbimento profondo e di trarre ampie sollecitazioni da ogni effetto stimolo che lo raggiunge.
È in questa condizione psico-emozionale assorbente che, con effetti tecnici, vengono proiettate le caleIdeoscopie, intense ed efficaci stimolazioni visive, che la persona, sollecitata a tenere gli occhi aperti “pur continuando a godere dello stato di distensione e di relax”, può seguire e “goderne intimamente gli effetti stimolatori che le offrono”.
La CaleIdeoscopia® richiede alla persona di trattenersi davanti ad una immagine simbolica scomposta in tanti pezzi, per assistere alle forme frammentate di questa immagine, la cui frammentazione può rievocare conflitti e poteri, aspetti luminosi e oscuri, disarmonie o intese, apparenze oscure o luminose, generare effetti suggestivi intensi. Infiniti tasselli scomposti, dall’apparenza confusa, non ben definita con cui inizialmente si presentano, espongono il loro segreto e soddisfano l’indomita curiosità. Piccoli frammenti ambigui e imprecisi di immagini in movimento che, gradualmente, creano ricomposizioni, forme in prospettiva di una storia fedele al simbolo da cui avevano tratto origine, accordano alla persona che ne viene inondata, senza parole, una specie di contatto, fino a far vivere l’agalma, lo splendore di una conoscenza totale che anima il dialogo interiore. Un eremitaggio tra forme indefinite, un navigare tra i riflussi virtuali di ritagli di una immagine che, lentamente, si muove dal caos e si va ricomponendo fino a giungere al senso dell’ordine. Confusi alveari di forme e di colori che si confermano in mosaici fantasmagorici, per divenire una struttura ordinata e simmetrica, una significativa immagine simbolica di grande rilievo e forza rappresentativa. Una lenta, affascinante, esplorazione del ricco mondo interiore, da cui la persona non distoglie gli occhi per ammirare le sorprendenti conseguenze trasformazionali, meravigliose curiosità che, con un lento progredire, consegnano in ultimo, la stupenda figurazione immaginativa pienamente ricomposta, il segreto dell’armonia ritrovata con il suo significato più profondo: il significato simbolico.
Metodo Bed Test®
BED TEST®
Test esplorativo del vivere notturno-relazioni nello spazio del letto
La diagnosi o l’osservazione che vengono comunemente fatte per conoscere la persona trascurano aspetti assai importanti con il rischio di non essere sufficienti per individuare il percorso da seguire per intervenire in suo aiuto. L’osservazione è sempre limitata, ad una persona si chiede ad esempio di rappresentarsi su di un foglio di carta, soddisfatti di una rappresentazione topologica anziché conoscerla mentre si esibisce in uno spazio euclideo e comunica con il linguaggio espressivo, figurativo del corpo. Sui fogli di carta si fanno tracciare dei quadrati o dei triangoli e con essi stabilire perfino l’età cronologica senza verificare se quelle forme geometriche siano già conosciute, scoperte e rappresentate nella propria geografia corporea. Sono tante le trascuratezze nel condurre una osservazione al fine di conoscere la persona nella sua vita di relazione nel suo vivere dinamico del giorno, sebbene si dica di volerla conoscere nella sua globalità e complessità e si parli di vita e di storia di vita di un soggetto.
Senza ritrosie comunque poiché ben più irresponsabile è trascurare di una vita di relazione di una persona le tante ore in cui sosta nel letto, quasi a voler sostenere che la vita sia quella trascorsa fuori dallo spazio del letto.
Ci affanniamo per sostenere che al patrimonio genetico e al temperamento si sommano le esperienze personali, le esperienze psicologiche, le influenze ambientali e educative, oltre che storico-culturali, che vanno a costituire l’individualità psichica che si estrinseca attraverso il carattere e la personalità; individualità psichica quindi costituita da esperienze, ma che, salvo eccezioni, ancora oggi non vengono comprese quelle raccolte nel pre-sonno e del sonno.
Si afferma che il carattere è la dimensione esteriore attraverso la quale ogni individuo si caratterizza rispetto agli altri, ma non si tiene conto di quanto e quale sia il dominio delle esperienze notturne, di quanto giovino alla stabilità/instabilità delle intese.
Tutti sosteniamo che la personalità raccoglie gli aspetti reconditi, profondi ed intimi, luci e ombre, libertà e tirannide, che si sostenta delle proprie trame segrete, influenze, relazioni, risonanze, situazioni di vita psichica che certo non sono governate in esclusiva dalla luce del giorno, ma sono da rintracciare superando ogni inerzia elaborativa, nel vivere le ore notturne del letto.
Trascurare le ore notturne per conoscere la persona è come vivere ai tempi in cui ancora si pensava che la terra fosse piatta, fermi, in attesa che Cristoforo Colombo si muova con le sue navicelle e confermi l’eliocentrismo e la forma quasi rotonda.
Come la terra anche la persona vive l’eliocentrismo, del giorno e della notte, e si conferma l’obbligo di conoscere di un individuo tutti gli eventi, gli stimoli e le emozioni, che certo non si spengono con l’interruttore della luce.
Nel letto non si abbuiano le emozioni, sono tutte presenti, paura, sorpresa, tristezza, disgusto, rabbia, aspettativa, gioia, accettazione, che per combinazione di queste si originano abbinandosi, come il “disprezzo” espressione di disgusto+ rabbia, emozioni e sentimenti e conseguenti comportamenti che non sono trascurabili. Nel letto non si oscurano le percezioni, le funzioni sostenute dal contatto con il mondo esterno, come pure il buio della notte non impedisce il passaggio di ricordi, di cariche energetiche, pulsioni e istanze.
Già questi semplici esempi sarebbero sufficienti per comprendere il limite e il paradosso di una osservazione che non comprende il vivere nello spazio del letto, ma gli esempi possono non finire qui, lo stesso confine si evidenzia con l’anamnesi, con il racconto della storia di un individuo, che comprende la rilevazione delle fasi principali del suo sviluppo, degli eventi importanti della sua vita e le reazioni a essi, il racconto delle esperienze che ne hanno modellato la personalità, del modo in cui la persona si è adattata alle richieste durante l’esistenza passata, la fenomenologia del suo vissuto e ogni forma rivelatrice delle difese dell’ Io. Al pari con il colloquio che certo non rileva della persona lo spettacolo di sé durante il pre-sonno e il sonno, visto che è l’occasione per richiedere l’età, l’istruzione, le malattie e gli infortuni, la carriera lavorativa e i progetti per il futuro, le attività extralavorative, sono inoltre occasioni di colloquio gli interessi culturali, le speranze entro i prossimi due anni, i legami affettivi, le fantasticherie, i timori e le preoccupazioni, le umiliazioni e gli insuccessi, le antipatie spinte, gli atteggiamento al riguardo dell’attività sessuale, le difficoltà di adattamento, l’opinione sulla religiosità e la filosofia della vita.
L’obbligo di definire propriamente le Potenzialità, Abilità e Disponibilità, di una persona come vuole la Pedagogia Clinica(P, trova nello spazio del letto una grande opportunità e non un ostacolo. La persona non si nasconde nel buio della notte, la notte non è un corrosivo che paralizza le energie psichiche e l’animazione dei sentimenti, è uno sguardo chiaro e profondo che consente una importante animazione della mente. Pur nel buio della notte è interessante sapere come la persona vive lo spazio del letto, come si muove e come sosta, come si colloca e come si dirige, come e cosa scrive su quella pagina, sulla superficie del letto, quel foglio che è lo spazio grafico in cui esprime la propria relazione con l’ambiente.
La persona è presente nel suo giaciglio e ci informa di questa sua esistenza, in scena nel suo teatro rivela l’immagine che ha di sé e come si adatta alle situazioni di ambiente, riferisce le sue tensioni e le sue passioni, le diverse tonalità affettive, i modelli di partecipazione sociale.
Queste, fra altre, le ragioni che impongono il sorgere della nuova esigenza di superare i limiti finora presenti, soddisfatta dal BedTest® che va otre la limitata narrazione di sé richiesta alla persona nel vivere diurno per comprendere una complessa esplorazione e narrazione di tutto ciò che affiora nell’analizzare ogni aspetto del vivere notturno sia di ogni singolo o della sua relazionalità dinamica in rapporto con l’altro o gli altri.
Il ricco e specifico materiale del Bed Test® è adatto ad una costruzione scenografica adatta per figurare uno o più attori, una coppia o una famiglia, e ciascuno è chiamato a dar vita ad una ricostruzione plastica di come si intrattiene durante il sonno e si rapporta e vive con le persone contemporaneamente presenti nel letto. Per la costruzione della scenografia questi elementi vengono esposti sul tavolo davanti alla persona o alle persone, elencati e mostrati singolarmente.
Nella sua veste di scenografo il soggetto parla di sé, costruisce e modifica le locations, conferendo ai modelli posture e azioni, stati d’animo ed emozioni differenti, procedendo per cambiamenti, revisioni e modifiche suggerite dal ripescaggio di fatti, momenti, situazioni, fino a creare l’ambientazione della storia della propria vita e porsi in essa nel ruolo di attore.
Con la rappresentazione scenica della pièce notturna, creata con i vari oggetti e attrezzature, unità narrative componenti dello spettacolo, la persona offre una immagine del suo modo di partecipare lo spazio del letto, un modello in scala caratterizza il luogo e il suo distribuirsi in esso: un’opportunità per dichiararsi e rappresentarsi, esporre, per mezzo degli elementi scenici, ogni vissuto intimo dei dialoghi con se stessa o con gli altri con i quali è chiamata a parlare e a condividere.
Lasciata libera di esprimersi, la persona riferisce le proprie personali esperienze ed offre scene collegate con le difficoltà o le situazioni conflittuali più o meno importanti, informa ed offre indicazioni sullo stato di equilibrio, sui rapporti con le persone che la circondano, su fatti e circostanze dell’ambiente familiare. Le costruzioni sceniche di oggetti e personaggi figurati e descritti le permettono di riflettere e di rappresentare i propri vissuti consci e inconsci; un’opportunità per raccontare fra coperte e guanciali, le relazioni, le conflittualità e il dialogo che ha con se stessa, con l’altro o gli altri con i quali sosta e condivide il letto.
Metodo PsicoFiabe®
PsicoFiabe®
Sollecitazioni archetipiche per orientare qualcosa di positivo, di costruttivo e socialmente utile
L’immagine precede l’idea ed arriva ad un livello geneticamente anteriore fino a raggiungere gli stadi più arcaici, fino ad entrare in contatto con il mondo archetipo interno. È un prezioso strumento che ci permette di ricomporre le parti fragmentate dell’io, di mettere in ordine i contenuti universali svelati e di adeguarli ai nostri bisogni. Esiste uno stretto, inscindibile, rapporto fra immaginazione e azione, immaginare qualcosa è prepararsi ad essa, preparativo che poi tende a realizzarsi nell’azione. L’immagine si propone perciò come uno stimolatore indispensabile per scoprire ed elaborare forme di pensiero profonde e complesse, favorire l’attivazione dell’energia archetipica e porla al servizio dell’evoluzione e della trasformazione, portando in superficie modelli adeguati alle capacità potenziali della persona. Favorire la fantasia immaginativa significa offrire all’individuo l’opportunità di affrontare la sua realtà interiore, muovere verso il superamento dei suoi disagi e facilitare l’affermazione progressiva della sua personalità. Le PsicoFiabe®, sono perciò, genitrici di ampie sollecitazioni immaginative e si propongono come oggetti intermediari che possono aiutare la persona. Noi agiamo in base all’immagine profonda che abbiamo di noi stessi, perciò il suffragio delle PsicoFiabe® è veramente fondamentale nella determinazione dei comportamenti e dei modi di essere e ciò interessa soprattutto per le implicazioni perfezionanti e maturanti che ha nei confronti della sfera affettivo-volitiva.
Le PsicoFiabe®, servendosi della fantasia immaginativa presente nell’individuo, e sollecitando ulteriori espansioni, possono garantire alla persona una presa di coscienza del proprio potere di dominare e di concludere felicemente ciò che sente dentro, fino a farle ritrovare la realtà quotidiana e una rassicurazione rivolta al futuro.
Le PsicoFiabe® sono un mezzo per suggerire come affacciarsi al mondo senza paura di perdersi, come affrontare la realtà di ogni giorno, contando sulle proprie forze per cavarsela nel migliore dei modi, dando prova di coraggio e di iniziativa come ogni protagonista delle fiabe, che alla fine trionfa. Attraverso lo svolgersi lento della trama, partendo dalla realtà interiore, le PsicoFiabe®, con le loro immagini cariche di elementi emotivi, che rappresentano la linea di unione tra il pensiero e il sentimento, con il loro impulso motore spingono il soggetto al superamento del suo disagio fin verso una maturazione superiore.
Le PsicoFiabe® dunque, come metafora, coma allegoria della vita interiore, come un indispensabile oggetto intermediario che ci introduce nel mondo simbolico e ci fa percorrere i paesaggi interiori, è uno degli strumenti indispensabili per stimolare la persona e spingerla al superamento del proprio disagio personale e sociale.
Il metodo comprende 50 PsicoFiabe®, un ampio numero per poter fronteggiare ogni possibile situazione resistente, recitate attraverso lo svolgersi di una lenta trama, alla persona aiutata nel divenire assorbente.
Metodo CyberClinica®
CyberClinica®
Affermazioni positive per l’autosviluppo
La CyberClinica® è un metodo che si avvale di una tecnica specifica caratterizzata da espressioni verbali e cinestesie organizzate, si basa sul principio della retroazione, quel modo che l’uomo ha nel ricevere informazioni dalle azioni che compie e che, con adeguatezza ed efficacia, modificano le successive azioni e manifestazioni. Esso si avvale di frasi descrittive, di immagini dichiarative verbali, espressioni suffragate da imagos, capaci di essere recepite dagli strati più profondi, sostenute da diversi engrammi notificatori verbali e un processo di retroazione, che permettono di fronteggiare ogni cicatrice emotiva, affettiva e relazionale, ritrovare un modo di essere e di agire in autonomia, fino a condurre una vita sociale con responsabilità.
È un processo che conferma la centralità della persona e, con affermazioni che generano immagini di sé vivide e particolareggiate, le permette di ritrovare nuovi equilibri, una diversa immagine di sé e maggiori abilità nelle performance, elementi fondanti lo stato di fiducia, di emotività e di interindividualità.
All’immagine fallimentare di sé e alla frustrazione che ne deriva, alla carenza di sicurezza, al senso di solitudine, di incertezza, ai risentimenti e all’aggressività, le tecniche del metodo CyberClinica assai bene riescono a contrapporre immagini positive fino a far ritrovare il coraggio, la volontà, la stima e la fiducia e una nuova determinazione.
Si tratta di espressioni dichiarative approntate dallo specialista tenendo conto degli stati di necessità della persona desunti durante il percorso di aiuto, con affermazioni che generano immagini di sé positive e propositive cha da un’immagine fallimentare riescono a contrapporre immagini fino a far ritrovare il coraggio, la volontà, la stima e la fiducia e una nuova determinazione.
Sono dichiarazioni brevi, semplici ed efficaci, idonee a lasciare tracce positive che richiedono un utilizzo a spirale di cui le prime si propongono utilizzare il futuro, per poi fare seguire negli incontri successivi affermazioni al presente e, per ultime quelle suffragate da imagos, di eccezionale importanza ai fini della trasformazione delle funzioni energetico-affettive. Affermazioni suffragate da engrammi notificatori per mezzo di processo impressivo-dichiarativo che implicano il coinvolgimento di informatori sensoriali-percettivi, appercettivo-corporei ed emozionali-affettivi a cui contribuiscono suffragi tonematici.; mobilità che mpegnano intensamente ogni frazione corporea ed investono ogni canale informatore fino a dare titolo alla globalità.
Metodo Eucalculia ®
Eucalculia®
Dal calcolo alla dimensione aritmetica
Il metodo Eucalculia® è stato strutturato per rispondere alle reali esigenze della persona, alle sue diversità e necessità, per incidere e agire autenticamente sulla globalità e favorire una reazione della personalità al deficit. È un metodo che riconosce dell’uomo il “corpo matematico” idoneo a rispondere ad ogni reale esigenza argomentata dalla matematica, e le potenzialità e disponibilità che lo fanno vivere in un equilibrio psico-emozionale, capace di reazione della personalità alle difficoltà ad apprendere.
L’Eucalculia® è un metodo di aiuto concreto che non si limita a dei vademecum di esercizi per specificazioni settoriali riferite a sintomi isolati, testimonianza di chi pensa in termini esclusivi di patologia, quasi a dimostrare che per imparare la matematica occorra avere il “bernoccolo”.
L’intervento di recupero della persona con difficoltà negli apprendimenti matematici è ineluttabilmente complesso e non può limitarsi alla considerazione di essa come un esclusivo fenomeno organogenetico, bensì è indispensabile tener conto di ogni aspetto sociogenetico, nella consapevolezza che non è la difficoltà in se stessa a decidere le sorti della personalità, ma le sue conseguenze sociali, la realizzazione socio-psicologica del soggetto in difficoltà. L’Eucalculia®, a seguito di una prolungata sperimentazione, ha potuto permettere di distinguere la presenza contemporanea di più discalculie (discalculia verbale, disprassicalculia, disgnosicalculia, discronicalculia, discalculia grafica, discalculia ritmica, discalculia ideognosica, discalculia operazionale) e di tener conto della diversità di ciascuna persona, compresa chi ricorda meglio le cose viste, chi apprende maggiormente se ascolta o se discute, chi apprende con l’azione pratica e cioè toccando e provando, chi necessita di particolari scambi simpatetici, chi deve saldare l’informazione ricevuta con reazioni ormonali impressive.
Il Metodo è un contributo scientifico e tecnico-metodologico per fare acquisire abilità alternative alle circoscritte funzioni numeriche e ai meccanismi delle operazioni per fare i conti, esso tiene presente e comprende la dimensione aritmetica o numerica, la dimensione logica, e la dimensione spazio temporale o geometria; dimensioni che non possono essere considerate separatamente poiché si intersecano e si sviluppano in stretto rapporto le une con le altre. L’Eucalculia riconosce l’interfunzionalità e, per dare risposte complesse necessarie, si muove tenendo conto dei diversi contributi disciplinari e delle nuove rivelazioni scientifiche prodotto di indagini per trovare quei geni che potrebbero determinare le capacità matematiche di base di ogni persona, e delle documentate strutture specializzate del cervello, aree cerebrali coinvolte nell’evoluzione della capacità di formulare calcoli e idee astratte. Per questo il metodo non si sofferma soltanto sui singoli aspetti delle inefficienze, ma fa appello a una notevole quantità di abilità e processi mentali, a una vasta gamma di sollecitazioni, di vissuti esperienziali corporei ed emotivo-affettivi, costruiti in situazioni importanti e con vivaci coloriture che, facendo uso dell’attenzione, del piacere, della curiosità, dell’entusiasmo e della sensazione di successo, permettono di raggiungere nuove capacità e disponibilità.
Metodo edumovent®
Edumovement®
Promuovere intenzionalità idonee ad affrontare situazioni-problema
Il metodo Edumovement® è un metodo pedagogico clinico, orientato alla persona nella sua totalità, “al corpo che ho, al corpo che sono, al corpo che vivo”, fenomeno psichico e testimone rassicurante dell’unità della persona (…) Esso sviluppa iniziative motorie originali e creative affidandosi ai desideri del soggetto e alle sue motivazioni per fargli conseguire esperienze consolidanti, assicurare il Self e l’interazione, suffraga i valori del movimento educativo, espande il suo scopo all’educazione funzionale dei movimenti naturali e alle esperienze motivazionali. L’Edumovement®, basandosi sui principi dell’evoluzione costante e rivolto all’integrità psico-fisica dell’uomo inteso come sintesi originale e irripetibile, si affida, ad ogni aspetto esteriore della sua consistenza strutturale interna, per rispondere ad ogni “espressione di bisogno” e ogni “bisogno di espressione”, intrinsecamente legate a strutturazioni anteriori. Da ciò si comprende quanto sia complesso il processo di aiuto che si richiede, e quanto debba essere elevata la partecipazione esperienziale per soddisfare moto ed emozione ed espandersi in relazioni affettive di scambio.
L’Edumovement® chiede di promuovere nella persona una intenzionalità idonea ad affrontare un confronto nella situazione-problema, mediata direttamente con la persona stessa sia nel lavoro individuale che nel lavoro di gruppo per mezzo di esperienze e vissuti ricchi di significati.
La Pedagogia Clinica si rivolge alla persona, alla sua autonomia, al suo autentico sviluppo, che non è derivato dall’esclusivo riflesso dell’ambiente ma anche da ciò che può originare in se stessa, quella ricchezza interiore e quel potenziale al quale può sempre fare riferimento perché generato dalla propria personalità. Ciò implica che per evitare di memorizzare semplicemente delle conoscenze provenienti dall’esterno in una sorta di passività accontentandosi d’imparare riproducendo ciò che le viene insegnato, devono essere offerte e garantite sollecitazioni a promuovere volontà, favorire impegni, e intenzionalità affinché essa possa percepire, scoprire, conoscere, comprendere ed elaborare da sé per conseguire un reale apprendimento. Si tratta di un’azione di aiuto con l’intermediario
L’Edumovement® si distingue dalle tante e diverse forme di psicomotricità ad orientamento neurologico, psicologico e psicoanalitico, per indirizzarsi verso un movimento educativo orientato alla persona nella sua totalità, “al corpo che ho, al corpo che sono, al corpo che vivo”, fenomeno psichico e testimone rassicurante dell’unità della persona. L’azione motoria e la percezione temporale e spaziale concorrono attraverso il movimento alla presa di coscienza di sé, alla formazione e allo sviluppo dello schema corporeo, quella conoscenza che ognuno ha del proprio corpo, in rapporto alle diverse parti di esso e alle informazioni sensoriali che riceve nel mondo esterno. Il corpo come mezzo di conoscenza e di esperienza, di relazione e di interazione, una organizzazione dinamico-strutturale in cui si trovano coinvolti aspetti psichici e somatici in un processo di mutui rapporti, interpreti di una coesistenza dialettica del mentale e del corporeo. Un Io corporeo, una coscienza del proprio corpo e di sé che permette di avere padronanza dei comportamenti legati al dialogo tonico, al gioco espressivo e comunicativo sottesi all’alternanza di contrazioni e decontrazioni muscolari, vero e proprio linguaggio dell’affettività. La conquista di una padronanza delle reazioni tonico-emozionali come elemento basilare di un comportamento equilibrato che permetterà lo sviluppo della funzione transitiva del movimento e quindi l’attività volontaria efficace e coordinata. Una esperienza corporea offerta dal metodo Edumovement®, assunta nell’ambito di relazioni che presiedono l’integrazione fra vissuto e conosciuto, investimento e percezione, in una dimensione affettivo-emozionale positiva, in opposizione a una parodia senza interessi o in situazioni artificiali. Tanti aspetti conoscitivi, organizzativi e rappresentativi di abilità conseguite e di disponibilità raccolte, favorevoli allo sviluppo della personalità. È in questa visione unitaristica dell’uomo, nella considerazione della globalità e nel rispetto delle possibilità di ogni singolo, che il metodo trova fondamenta e fusione con i principi della pedagogia clinica, una scienza il cui compito è di far evolvere le potenzialità individuali anche sul piano dell’apprendimento, al fine di perseguire, raggiungere, sviluppare tutte le personali capacità psico-fisiche e relazionali. Una educazione che, basata su tale concezione, mira ad inserire l’individuo, con efficacia, critica e originalità nell’ambiente in cui si può riconoscere, esprimere, collaborare e rapportarsi positivamente con gli altri.
Un aggiuntivo concetto che accomuna l’Edumovement® alla pedagogia clinica è l’ideazione attiva della formazione, un criterio che si oppone ad ogni apprendimento per condizionamento operante tramite ripetizioni e ad ogni intervento sostanziato dal metodo stimolo-risposta.
Noi ci rivolgiamo alla persona, alla sua autonomia, al suo autentico sviluppo, che non è derivato dall’esclusivo riflesso dell’ambiente, ma scaturito anche da ciò che la persona origina in se stessa, quella ricchezza interiore e quel potenziale al quale può sempre fare riferimento perché generato dalla propria personalità. Ciò implica che al soggetto, per evitargli di memorizzare semplicemente delle conoscenze provenienti dall’esterno e spinto in una sorta di passività di chi si accontenta d’imparare riproducendo quanto gli viene insegnato, devono essere offerte e garantite sollecitazioni a promuovere volontà, favorire impegni, e intenzionalità affinché possa percepire, scoprire, conoscere, comprendere ed elaborare da sé per conseguire un reale apprendimento.
La specificità di questo intervento sta nell’essere applicabile a tutti i livelli di educazione e formazione rivolte ad ogni età; questo è un altro principio che unisce l’Edumovement® alla pedagogia clinica. Nessuno più trova argomenti utili per sostenere che l’evoluzione di un individuo si ferma ad una certa età o asseconda l’idea che esiste una età evolutiva oltre la quale l’organizzazione del cervello subisce una sorta di blocco dello sviluppo delle sinapsi. Finalmente oggi tutti affermano e si trovano d’accordo con chi dichiara che la persona è sempre suscettibile di imparare qualcosa di nuovo e che l’attività, indipendentemente dall’età, permette di migliorare le possibilità della persona, impedendone l’invecchiamento prematuro.
L’Edumovement® chiede al professionista di promuovere nella persona, una intenzionalità idonea a muoversi ed affrontare un confronto nella situazione-problema, mediata direttamente con la persona sia nel lavoro individuale che nel lavoro di gruppo per mezzo di esperienze e vissuti ricchi di significati e lontani dai criteri dalle attitudini istruttive. Un sapere, quello che ne deriva dall’Edumovement® al Pedagogista Clinico®, caratterizzato dalla formazione, che delinea, con consapevole coscienza, un rafforzamento delle capacità individuali e che viene tradotto in risorsa strategica delle ampie e poliedriche competenze di questo profilo professionale, tante differenti soluzioni idonee per rispondere alle molteplici esigenze dell’uomo.
L’Edumovement® è il metodo che tiene conto del contributo che le esperienze di movimento apportano allo sviluppo della consapevolezza del sé, alla costruzione della propria identità e alla capacità di instaurare rapporti soddisfacenti con gli altri. Un costrutto di individualità che si caratterizza nelle dimensioni dell’affettività, della socialità e dell’identità personale e che si possono intrecciare ed interagire solo se il processo educativo sostiene e mantiene integrata la relazione tra il corpo, lo sviluppo intellettuale e l’equilibrio affettivo. Muovendosi dalla concezione unitaria ed integrale della persona qualunque sia la sua età, la sua condizione fisica, psichica, esistenziale e sociale, il metodo segue e rispetta, con coerenza pedagogico clinica, ogni esigenza dell’altro, ogni sua necessità di equilibrarsi e di rappresentarsi. Si tratta di un’azione di aiuto con l’intermediario dell’esperienza motoria facilitante occasioni per far giungere l’individuo non solo ad armonizzare lo sviluppo fisico e mentale, ma ad evolvere la coscienza di sé, la rappresentazione del sé corporeo come struttura e come funzione in rapporto all’altro da sé e a favorire il positivo espandersi dell’affettività. Il metodo sulla base di questi principi assume autenticità e valore per la stima e il rispetto verso la persona che intende aiutare con interventi rivolti alla globalità, in opposizione ad ogni abuso perseguito con assidua ripetizione per addestrare e ad ogni arbitrio perpetrato con azioni esclusive e settoriali. Così come è contrario ad ogni criterio riabilitativo, di allenamento e di ammaestramento, di somministrazione e di soluzioni esclusivamente tecniche e selettive intese a rendere abile la persona con il potenziamento della forza muscolare e l’addurre spostamenti meccanici di leve ossee, tecniche e attività strutturate sull’esame psicomotorio e organizzate su un processo stadiale. Esercizi obbligati, ricette, assilli e imposizioni che stanno nell’illogico presupposto dell’imparare a correre ascoltando la spiegazione di un altro o nel ritenere che il corpo umano sia composto da una serie di segmenti da esercitare separatamente e che la somma dei movimenti delle varie parti dia come logica conseguenza un corpo armonicamente sviluppato e coordinato. Una considerazione di persona che certo, inseguendo questi orientamenti non può avere garantita una crescita personale.
L’Edumovement®, basandosi sui principi dell’evoluzione costante e rivolto all’integrità psico-fisica dell’uomo inteso come sintesi originale e irripetibile, si affida alla totalità, ad ogni aspetto esteriore della sua consistenza strutturale interna, per rispondere ad ogni “espressione di bisogno” e ogni “bisogno di espressione”, intrinsecamente legate a strutturazioni anteriori. Da ciò si comprende quanto sia complesso il processo di aiuto che si richiede, e quanto debba essere elevata la partecipazione esperienziale per soddisfare tutti quegli aspetti intricati, indissociabili del funzionamento di una stessa organizzazione che risponde a moto ed emozione. Un metodo che mira quindi ad assicurare alla persona una riscoperta delle proprie abilità, potenzialità e disponiblità per equilibrarsi ed espandersi in relazioni affettive di scambio, renderla capace di relazionarsi idoneamente con se stessa e con l’ambiente.
La conseguenza specifica è di pensare l’essere umano una unificazione complessa ed esclusiva, densificata da multiverse correlazioni interattive e da un intreccio poliforme e policromo, che fanno appello ad una professionalità dotata di una cultura del sapere, del saper fare e della disponibilità alla relazione, senza negligere nei confronti dello sviluppo sensorio-intellettivo e affettivo-sociale che procedono in maniera sinergica.
Metodo LabyrinthWay®
LabyrinthWay®
Trovare la soluzione sviluppare la fiducia in se stessi
Il labirinto è una struttura archetipica. Da sempre l’uomo è stato affascinato dall’immagine del labirinto, dalle scelte dall’esito imponderabile, da qualcosa che in qualche modo gli parli della condizione umana o cosmica. I meandri, un intrico indescrivibile, una complessità topologica in cui è facile entrare, ma è difficile uscire, sono la rappresentazione di un cosmo dalle infinite situazioni e scelte a cui la persona è sottoposta.
Il Metodo LabyrinthWay® è il prodotto di una ricerca dai risultati sorprendenti che ha reso possibile far divenire strateghi e tattici ed imparare a tollerare le incertezze, a riflettere con senso critico, a sfruttare in modo dinamico tutte le idee e le possibilità che vengono offerte e, nel trovare la soluzione, sviluppare quel senso di soddisfazione per il successo che inevitabilmente incrementa la fiducia in se stessi.
Il metodo LabyrinthWay®è il prodotto di una ricerca dai risultati sorprendenti che ha reso possibile far divenire strateghi e tattici ed imparare a tollerare le incertezze, a riflettere con senso critico, a sfruttare in modo dinamico tutte le idee e le possibilità che vengono offerte e, nel trovare la soluzione, sviluppare quel senso di soddisfazione per il successo che inevitabilmente incrementa la fiducia in se stessi.
I percorsi labirintici che vengono utilizzati in questo metodo su concessione dell’ISFAR sono simboli della forza primigenia radicata nel profondo dell’animo, quel mysterium tremendum che ha bisogno di un lume per rischiarare il buio e permettere alla persona di ritrovare il giusto cammino nei complicati intrichi delle ipotesi e delle deduzioni. Sono percorsi difficili che impongono calcoli complessi per trovare una regola che consenta di individuare l’uscita dalle tenebre per raggiungere la libertà e spaziare verso nuovi orizzonti; si tratta di tracciati labirintiformi costruiti non già per far raggiungere al viandante, guidato dal caso, dalla fortuna o dalla grazia, la camera centrale, la cripta dei misteri, luogo della vita eterna, ma per farlo entrare dalla parte inferiore e muovere su, verso quella superiore, per poi arrivare all’uscita, a destra; un cammino durante il quale la persona incontra difficoltà e ostacoli di ogni genere – proprio come accade nella vita – ma trae opportunità di crescita, di sviluppo, di evoluzione che la guidano verso la via di uscita, plauso della propria iniziativa ed esaltazione del bisogno di imporsi, di valere, di creare relazioni solide.
Studi e ricerche ascrivono i LabyrinthWay® concepiti e verificati nella loro efficienza, tra i metodi più significativi nello spingere la persona ad affrontare gli ostacoli fino a trovare l’uscita e muoversi con nuove decisioni per farsi valere e costruire dialoghi positivi. A Teseo per uscire dal labirinto fu necessario il gomitolo di filo datogli da Arianna, alla persona che si promuove in questo percorso sarà il Pedagogista Clinico® che da dedalo le permetterà di riconquistare l’aria e trovare l’uscita.
Metodo Musicopedagogia®
Musicopedagogia®
Armonizzare il dinamismo corporeo
Musicopedagogia® è un metodo che dà prova e validità di quanto l’universo dei suoni e le possibilità infinite che lo accompagnano consentono all’individuo l’occasione di integrazione e potenziamento di positivi risvegli e stimoli al cambiamento. Il metodo considera la musica un suono organizzato, inteso come patrimonio universale da cui l’uomo trae diversi valori sui quali sintonizzarsi e organizzarsi per la conquista dell’armonia e del piacere. Esso si affida anziché agli strumenti musicali, ai suoni ambientali e naturali e ai tanti valori che sostanziano la pratica strumentale, corpi e oggetti capaci di produrre suoni e rumori, voce e canto inseguiti da cinestesie e dinamismi corporei animati dalla scoperta della durata, della sequenza e dell’intensità. Gli obiettivi educativi sono rivolti alla crescita globale e armonica della persona fornendole la possibilità di approfondire la conoscenza di sé e dell’altro e riconciliarsi nel mondo in un clima di partecipazione attiva nelle intese.
Il metodo Musicopedagogia® è stato presentato per la prima volta da Guido Pesci al Congresso “Pedagogia Clinica e Pedagogisti Clinici” tenutosi a Firenze nel 1998, il metodo è impegnato a sostenere interventi mediante l’utilizzo di opportuni stimoli sonoro-musicali per sviluppare abilità e fronteggiare difficoltà ostacolanti. È sintesi di un accordo tra corpo e anima, intelletto ed emozioni, perfezionato allo scopo di agevolare lo sviluppo di una personalità equilibrata e armonica. Il metodo rivisitato nel 2013 ha dato prova di quanto l’universo dei suoni e le possibilità infinite che lo accompagnano consentono all’individuo l’occasione di integrazione e potenziamento di positivi risvegli e stimoli al cambiamento. Esso considera la musica un suono organizzato, inteso come patrimonio universale da cui l’uomo trae diversi valori sui quali sintonizzarsi e organizzarsi per la conquista dell’armonia e del piacere e, anziché affidarsi agli strumenti musicali, tiene conto dei suoni ambientali e naturali e dei tanti valori che sostanziano la pratica strumentale, corpi e oggetti capaci di produrre suoni e rumori, voci e canti inseguiti da cinestesie e dinamismi corporei animati dalla scoperta della durata, della sequenza e dell’intensità. Gli obiettivi educativi del metodo sono rivolti alla crescita globale e armonica della persona fornendole la possibilità di approfondire la conoscenza del sé e riconciliarsi nel mondo in un clima di partecipazione attiva nelle intese.
Metodo Prismograph®
Prismograph®
Stimolazioni al risveglio di potenzialità
Il metodo Prismograph® nasce da un lungo periodo di sperimentazione nel tener conto delle tante e diverse esigenze che una persona ha nel doversi esprimere attraverso i segni grafici, per ciò vuole che ogni insufficienza e difficoltà nel controllo del gesto e della traccia siano superate fino a rendere il corpo capace di rappresentazione polisegnica. È infatti ad un prisma, solido geometrico, poliedro avente per facce poligoni e parallelogrammi, luci e colori, che il metodo si rivolge, quella molteplicità di sfaccettature quante sono le risposte da offrire ad una persona affinché essa stessa possa rappresentare la propria geometria le cui geometrie figurazionali traducono l’uomo cinematico in Uomo Geometrico.
Il metodo, basato su tali principi, risponde alla necessità di soddisfare la sintassi del labirintico percorso del segno, testimone di una grammatica espressiva e rappresentativa dell’uomo proponendosi di fargli raggiungere un linguaggio operativo in cui polidimensionalità e polisistematicità siano regolate dalle difficoltà che frenano o ostacolano il processo dell’apprendere l’espressione segnica.
Nel metodo Prismograph® l’essenza fisiologica del corpo inteso come collezione di organi o come una marionetta, lascia il posto alla plasticità, alla capacità di concepire sinergie, simultaneità e molteplicità di espressioni, capace di un fraseggio melodioso di gesti silenziosi, rapidi, lenti o eleganti, transitivi, operativi, coloriti, involucro estetico dell’efficacia; il dentro e il fuori della persona che si fondono e si dichiarano e che generano un grafismo nitido impresso su uno spazio con cui essa manifesta i suoi segreti, i suoi sentimenti, le sue situazioni, i suoi conflitti.
La gestualità con cui il metodo intende portare la persona a lasciare traccia non è una successione di impulsi fisiologici, ma un modo di relazionarsi con l’ambiente, è l’espressione di un processo psichico diretto a un fine e lo scopo è quello di facilitarne la realizzazione. Gli stimoli iniziali previsti dal metodo tengono conto proprio di come valorizzare il potenziale funzionale inattivo, come modificare il sistema relazionale, come creare dei meccanismi di controllo corporeo, di orientamento, di organizzazione spazio-temporale, come influire sui modi di percezione e soprattutto sui modi di apprendimento delle afferenze emozionali. Le esperienze investono la dinamica respiratoria e la voce, l’organizzazione del tempo e dello spazio, e vigilano sulle abilità plastico-posturali sostenute da un sistema in sinergia con il Punto Egoico e il Codice Gestuale Corporeo; un codice di gesti che comprende tutti i lanci che le braccia possono compiere nello spazio dinanzi a sé passando dal Punto Egoico. La molteplicità di segni raccolti sulle coordinate rappresentate dall’asse corporeo e dalla linea orizzontale che lo incrocia all’altezza delle spalle, propone un’infinità di figure geometriche e una vasta gamma di rappresentazioni che consentono alla persona, liberata da ogni impaccio frenante o inibitorio, di organizzarsi armonicamente.
Un obiettivo, quello del Prismograph®, che può essere perseguito e raggiunto in un clima simpatetico, garantito dalla professionalità del Pedagogista Clinico® capace di realizzare le ricche trame comunicative in un’atmosfera di fiducia ideale per poter incoraggiare nella persona ogni libertà di espressione senza il timore di censura o rifiuto.
Poiché il metodo garantisce stimolazioni al risveglio di potenzialità da cui trarre espressività estetico formali sostenute da elaborazioni cinestetiche euritmiche organizzate secondo un programma a spirale, è proprio a questa azione educativa flessibile sostanziata da altrettante tecniche caratterizzate per la loro originalità e affermata validità scientifica, che la Pedagogia Clinica si appella per garantire un autentico accrescimento e sviluppo della persona.
Metodo Ritmo Fonico®
Ritmo Fonico®
Per la prevenzione e lo sviluppo dell’espressione verbale
Il metodo Ritmo Fonico® si propone come ausilio per la persona che ha difficoltà di linguaggio e che, in particolare, oltre a disordini espressivo-elocutori, presenta disarmonie ritmiche e ritmo-respiratorio-cinetiche le quali, assai frequentemente, la mettono in condizione di esprimersi in modo confuso, ostacolando la pronuncia degli stessi fonemi e la formazione delle parole. Nel bambino con difficoltà espressivo-verbali o in ritardo nella maturazione, il metodo Ritmo-Fonico® favorisce lo sviluppo di ogni potenzialità organizzativo-corporea ed espressivo-comunicazionale, il superamento di ogni disarmonia e impaccio fino a consentirgli di acquisire nuove abilità nella relazione elocutoria. La “scienza dei suoni della parola”, cui fa riferimento la Pedagogia Clinica, contraria alle operazioni passive di esercizi fonici, al mettere in funzione solo le correlazioni cinestesiche che governano l’articolazione dei vari suoni o al limitarsi a sviluppare le connessioni nervose e le funzioni dei muscoli propri della fonazione, è orientata a operazioni attive rivolte a una pluralità di linguaggi, a opportunità di conquista di nuove ricreative disponibilità della persona. L’azione educativa del metodo si avvale di brani ritmici sui quali la persona regola ogni sua dinamica espressivo-respiratorio-gestuale. Il corpo, accompagnato dal ritmo, è chiamato ad assecondare con morbidezza la continuità del gesto, a rendere fluida l’espressività del movimento, ad assecondare slanci, flessioni, oscillazioni, un muoversi in sincronia con il proprio ritmo respiratorio.
Diverse esecuzioni che prendono dal ritmo la loro caratteristica coloritura e vivacità, sfumature che hanno origine nel ritmo e che si pronunciano con la rapidità, la lentezza o con lo stare al passo. I ritmi che vengono proposti nel metodo provocano effetti-stimolo capaci di favorire la dimensione dinamica, offrendo alla persona impulsi meravigliosi assecondati con attenzione e desiderio che, con i suffragi del messaggio fonico, generano e completano un’espressività corporea.
Strategie educative con la necessità di rispondere alle esigenze di recupero del patrimonio espressivo verbale frenato da ritardo evolutivo o da difficoltà fono articolatorie di senso e di moto, o ostacolati da un insufficiente repertorio semiotico di relazione, e che trovano risposte in vissuti corporei in amalgama alle risa e al silenzio a suoni assurdi o significativi, accompagnati dai ritmi, produzioni vocali, gestuali e posturali favoriti da improvvisazioni libere, da spontaneità, nell’individuo, quell’intimità tra espressione corporea e manifestazione elocutoria e sonora tradotte nel metodo Ritmo Fonico®.
Il metodo vede i fonemi e i suoni della parola non come un flusso sonoro per produzione fisiologico-articolatoria, ma energie dinamiche, generate dai ritmi che si sincronizzano in sequenze spazio temporali ed espressivo corporee, formano la coscienza musicale e corredano la carica emotivo-affettiva. Composizioni ritmiche la cui lunghezza della battuta, le pause, il dinamismo e la velocità del tempo, offrono impulsi che coinvolgono nell’esperienza tutta la persona.
Il soggetto alla conquista dei fonemi e dei messaggi sonori, motivato e sollecitato nell’attenzione, regola su brani ritmici ogni sua dinamica espressivo-respiratorio-gestuale, rendendo fluidi, morbidi e sincronici con il proprio ritmo respiratorio, slanci, flessioni, oscillazioni, l’espressività del movimento.
Diverse esecuzioni che prendono dal ritmo la loro coloritura e vivacità, sfumature pronunciando con sfumature la rapidità, la lentezza, con movimenti che si intessono sulla sensibilità e ne favoriscono la dimensione dinamica.
Esperienze che preparano la persona a riconoscere e distinguere ogni suono, ogni fonema iterato con delle filastrocche sostenute da accompagnamento musicale e alimentare da illustrazioni, con lo scopo di soddisfare con una immagine visiva il suono o l’espressione verbale.
La metodologia prevede all’inizio un periodo preparatorio in cui il soggetto partecipa ad esperienze che lo avviano con una affinata coscienza dei ritmi fino a viverli con il proprio corpo libero da insicurezze e inibizioni, per poi procedere all’affinamento di abilità sincroniche per un progressivo adattamento ai diversi tempi della musica. Al primo periodo preparatorio, con attenta gradualità mirata sulla possibilità di riuscita della persona, seguono esperienze ritmo-foniche che lo aiutano ad esprimersi con un linguaggio privo di alterazioni espressivo elocutorie.
Lo scopo del metodo dunque è di condurre una operazione “attiva”, con una pluralità di linguaggi, per favorire nel soggetto la conquista di nuove ricreative disponibilità intese a potenziare le abilità nella relazione elocutoria, vincere i disagi e promuovere una estensione cooperativa.
Metodo Tales of Sand®
Tales of Sand®
Il Tales of Sand® (Racconti di sabbia) è un metodo ausiliario del Reflecting® validato dalla sperimentazione che ha dato ampia prova di quanto la sabbia sia un elemento dal potere generoso ed accogliente, e quanto questa consenta alla persona che interagisce con essa, una espansione della disponibilità a riflettere favorita specie dal silenzio “dinamico”.
La sabbia viene contenuta all’interno di una cassetta di legno di forma rettangolare, di dimensioni adatte a far sostare o due o quattro mani senza che debbano toccarsi, occasione che permette alla persona o alla coppia di parlare muovendo la sabbia e penetrando in essa con le mani che si muovono e traducono nella sabbia messaggi analogici che non mentono; la sabbia consente di sentire il messaggio, valutarne gli effetti, dialogare con la verità, plasmare il pensiero inconscio con il reale cosciente, frenare gli eccessi e le riluttanze, e di permettere una riflessione profonda e attiva.
La persona è chiamata a sostare davanti ad uno spazio in cui le mani e le dita si muovono nella sabbia, e nel silenzio rimandano il godimento dei piaceri degli stimoli tattili, delle sensazioni e delle vibrazioni che si fondono nel dinamismo tra tensioni e fluidità fino a generare uno stato di equilibrio e armonia. In questo dinamismo armonioso il corpo si libera da tensioni frenanti e inibenti, e i gesti, realizzati nel contatto con i granelli di sabbia, lasciano spontaneamente tracce figurali che divengono immagini. Sono figurazioni delle espressioni cinetiche che hanno variazioni di effetto modificato dal ritmo motorio del gesto, dalle diverse velocità, dai differenti toni, ora rallentati, ora forti, ora lanciati, continui e spezzati, correlati al dinamismo respiratorio. Si tratta di dissociazioni e coordinazioni dei gesti che si esprimono suffragati dall’osservazione, libere espressioni grafiche, manipolatorie scultoree, ognuna con strutturazioni e organizzazioni di un proprio linguaggio espressivo silenzioso del vivere e del sentire emotivamente la realtà.
Manipolare la sabbia determina l’esperienza del qui ed ora, di un spazio tempo toccato, percepito, reale e concreto ma potenzialmente intimo, profondo, radicato, e nel silenzio tutto riconduce alla riflessione, alla disponibilità dichiarativa che perfino fa parlare il silenzio e che si rompe per dare spazio al linguaggio dichiarativo verbale; è un processo evolutivo di emancipazione che, proprio sull’eco del silenzio, chiede pronunciamenti di particolare nutrimento. Le mani, al pari dell’evoluzione del linguaggio del bambino che vede una progressiva espansione, dai primi vocalizzi alla lallazione, dalle prime parole legate all’oggetto alle parole con funzione simbolica, si muovono con maggiore esposizione, divengono quindi sempre più abili in una magia motoria e sensoriale incoraggiata dalla disponibilità cinestetica, tonica e funzionale. Si sviluppa sempre più la gestualità, le mani giocano, imitano e parlano con incentivate capacità di astrazione e di simbolizzazione, si traducono in produzioni della ”mano e dello spirito” che originano selezioni ricreative suffragate da diverse esposizioni e generi creativi, evitando di sostare nell’oscura passività.
Il professionista si trova ad osservare, senza intervenire, le descrizioni sostenute dalla sensibilità tattile che si sviluppano e si generano nell’esperienza, e che provocano effetti equilibratori tonici, percettivi e socio-affettivi. La persona si intrattiene con la sabbia, afferra, agguanta, prende, spinge, attira, preme, batte, avvolge; le mani si inarcano, si incurvano, il pugno chiuso con forza a cui può seguire la mano che si apre, le dita che si allargano al massimo poi si richiudono lentamente per ben vivere la pluralità di stimoli tattili o velocemente, comunque potenti gesti espressivi caratterizzati dall’emozione. Sono contributi di espressione e comunicazione silenziosa che abilitano la persona a definire con una manipolazione esplorativa, forme derivate da richiami associativi fino a promuovere interessanti abilità scultoree caratterizzate dai legami dialettici della persona capace di trasferire e trasformare nella realtà esterna il proprio mondo interno, suscitare stati emotivi positivi, scoprire le proprie risorse e assicurare una crescita trasparente con originalità estensiva.
L’azione con la sabbia, pur tradotta in prolungati silenzi e con il risultato di vivere trasparenti desideri ed emozioni, viene gradualmente accompagnata dal pensiero, dalle idee che si traducono nel linguaggio. L’azione prima vela e nasconde per poi lasciare spazio alla parola che permette la dichiarazione dell’esperienza agita nel processo riflessivo. L’attivazione manipolatoria tattile consente l’espansione di una valenza affettiva che genera il piacere e l’agio in una positiva costruzione orale con cui è più facile trasmettere i propri pensieri riflessivi. È nell’azione del fare infatti che il linguaggio entra in gioco e che incrementa e amplia gli effetti connotandosi come gratificante affidatario in cui la valenza affettiva dell’interazione va a sottolineare e rinforzare il contesto di fiducia reciproca che si tesse tra gli attori della relazione. Le interazioni così si concretizzano nell’agito, nel fare, nel dare consistenza e materia di espressione, e il linguaggio, sorgente con cui si traduce ogni riflessione, ne dà rappresentazione e simbolo. Sostare con le mani nella sabbia, muovere la sabbia, alzarla per farla ricadere, accarezzarla… è un momento in cui la riflessione trova spazio e le emozioni si espandono e divengono veicolo delle più intime profondità dell’anima. Il linguaggio silenzioso si esprime con riflessi emozionali connessi alle simpatie tradotte dalla sabbia che si rivelano attraverso segnali congiunti inestricabilmente ai vissuti in riflessione. In questa ricerca, nella sabbia e con la sabbia, il linguaggio emozionale diviene una palpitante essenza espressiva ricca di derivazioni vigorose che ricorrono nel rapporto interattivo con la sabbia e con l’analisi di se stesso.
La garanzia di una relazione generata dal Reflecting® chiede di promuovere un rapporto interpersonale, una forma di intercomunicazione valorizzata da simpatia, solidarietà e cooperazione nell’ambito della quale il Pedagogista Clinico® aiuta la persona a riflettere per comprendere e superare le proprie perplessità e i propri indugi fino ad influire in termini di soddisfazione e di prestazione. Significa stare assieme pronti ad intessere sollecitazioni alla riflessione, facendo appello alla semiotica, a quel sistema di segni espressivi e comunicativi, siano essi linguistici, visivi, gestuali, posturali ecc., ai tanti e complessi canali informatori e all’esatta cognizione dei sistemi con cui il significante e il significato del segno vengono resi comprensibili. I sollecitatori stimolo vengono prodotti intenzionalmente dal professionista allo scopo di sostanziare l’elaborazione nell’altro e devono poter essere adatti per essere recepiti e promuovere un’azione di riflessione da cui trarne una opportunità di crescita personale.
Metodo TouchBall®
TouchBall
Esplorazione del corpo co-protagonista dell’esistenza
Il metodo TouchBall® prende il nome dalla palla sonora brevettata, la Palla VibroCromatica, che, ripiena di acqua e ogni pala con cromaticità diverse, è usata come intermediario per garantire alla persona una stimolazione tattile e vibrazionale sonora idonee a risvegliare la consapevolezza del proprio corpo. La palla offre un tocco che non sconcerta, non turba e non invalida in alcun modo il godimento prodotto dalle vibrazioni, dalla pressione, dalla cromaticità, dalla sincronizzazione pausativa e ritmica, dalla mollezza e dalla sfumatura del movimento, dalle rotazioni centripete e centrifughe, spiroidali e circolari,
Il metodo TouchBall® basa il suo principio di azione sull’unità, sulla completezza fisica e psichica, sull’esperienza mirante al recupero psico-corporeo, emotivo-affettivo e socio-relazionale attraverso un nutrito dialogo tattile che permette alla persona di confrontarsi con la propria unità cosciente e inconscia, e che si affida all’armonia tra i piaceri del corpo e la serenità dell’anima. Si tratta di un’esplorazione geologica e topografica del corpo, di un’autentica riappropriazione di esso e quindi della riunificazione di ciò che la mente può integrare attraverso questo o, se si preferisce, di una ricostruzione genealogica del significato del corpo inteso come soggettività in relazione con la vita individuale. Con il TouchBall®, il pensiero, l’influsso emotivo e l’intreccio di motivi psicologici nell’esperienzialità del proprio corpo, influenzano e accompagnano quel processo di materializzazione del Sé attraverso il quale la persona raggiunge una consapevolezza in termini di immagine corporea, di identità. Tale immagine di Sé si basa sulla rielaborazione delle esperienze sensorio-corporee e percettivo-affettive legate all’Io psichico e all’Io corporeo. Il TouchBall® mette in moto un processo continuo di sistemazione delle esperienze sensoriali, che fa “sentire” e “rivivere” il corpo e, al tempo stesso, sviluppa e mantiene viva la capacità simbolica, matrice di vita mentale. L’esperienza consente di assimilare energia, vivere momenti distensivi in ascolto del proprio corpo, percepire ogni parte sottratta al mutismo e alla insensibilità in un complesso di informazioni sensoriali ed emozionali, in un sentirsi “disegnare” fino a ricoprire la propria figura, assumerne consapevolezza per poi scivolare in uno stato di piacevole benessere e di calma.
Metodo Trust System®
Trust System®
Sviluppare una elaborazione tonico-emozionale positiva
Il metodo Trust System® si avvale di movimenti passivi dei vari settori corporei, realizzati con una mobilizzazione ritmica e monotona, sviluppati con intesa dialogica, favorita dal calore corporeo, dalla sicurezza nell’atto prensorio e dai tempi e ritmi della mobilizzazione. La mobilizzazione viene realizzata con una modulazione lenta, con cadenza regolare e armoniosa, e aiuta la persona a stare a proprio agio nel proprio corpo, a sviluppare una elaborazione tonico-emozionale positiva, accompagnata da effetti neuro e psico-fisiologici che la liberano da ogni difficoltà organizzativo-funzionale e socioaffettiva, promuovendo in essa una ritrovata fiducia, calma e benessere. La mobilizzazione dei distretti corporei richiama nella persona l’attenzione su di sé e sul proprio corpo, libera la persona da ogni stratificazione sedimentaria tensionale e ne regola il tono muscolare, indispensabile premessa per giungere alla conoscenza del sé corporeo, canale comunicativo privilegiato tra “interno” ed “esterno”.
Il Trust-System®, proponendosi l’abolizione degli stati tensionali, la scoperta del proprio corpo e la conoscenza del Sé corporeo, permette di assumere una maggiore abilità interpretativa e valutativa delle senso percezioni proprio-intero ed esterocettive, di fare esperienza con se stessi, vivere in sintonia col proprio ritmo, affinare la conoscenza dello schema corporeo, sentirsi a proprio agio nel proprio corpo, percepito come globalità, assicurarsi il controllo distributivo di sé, godere uno stato di calma, benessere, serenità e ritrovare fiducia.
Metodo Bon Geste®
Bon Geste®
Rappresentazione grafica dell’espressività gestuale
Il metodo Bon Geste® si è sviluppato nella forme e nel contenuto, attraverso un lungo e, talvolta, sofferto processo di ricerca, dalla cui verifica sono emersi risultati assai positivi, con caratteristiche di un rinnovamento importante dei principi e della prassi operativa. E’ un metodo che può favorire la prevenzione di quei soggetti che si propongono con scarse abilità e disponibilità negli apprendimenti e con alterazioni comportamentali. Individui spesso frenati, inibiti, ostacolati, limitati nell’attenzione, nella faticabilità, insufficienti nei processi mnestici, incerti nella discriminazione, nell’esplorazione, nell’inseguimento, con una immagine approssimativa del proprio schema corporeo e tante altre possibili difficoltà che possono trovare nel Bon Geste® un valido aiuto.
Il metodo coglie e valorizza le attitudini e la plasticità delle consistenze potenziali presenti nel soggetto fino ad aiutarlo, gradualmente, a giungere alla scoperta, alla conoscenza e alla valorizzazione di sé. Una preziosa ed insostituibile modalità di aiuto che si consolida con l’educazione al ritmo, al suono e al movimento fino a far conoscere e riconoscere alla persona il valore del gesto, reso visibile dalle tracce lasciate, inizialmente, in campo vuoto e poi sull’universo della parete attrezzata.
L’esperienza nasce dalla lettura dei coloriti ritmici, dalle percezioni provate e dal reagire fino a sviluppare elaborazioni ed espressioni ritmico-corporee. Un sincronismo fra ritmo e movimento del corpo da cui origina la complessa grammatica della gestualità, espressione plastico-dinamica dei movimenti e dei gesti. Il corpo si accorda così alla qualità, all’esperienza dei sensi e del gioco delle azioni muscolari, organi che si modellano nelle loro espressioni plastico-dinamiche in figurazioni corporee.
Il soggetto che segue il metodo grafo-gestuale penetra e vive le relazioni fra suoni e gesti, ne esplora i principali dinamismi, sente, partecipa ogni movimento e ne lascia traccia. Tracce di sé, con una mano o bimanualmente, lanciate sulla parete attrezzata. guidate dalle braccia, dirette dallo spostamento del corpo che dovrà garantire la precisione dei gesti e la rapidità dei movimenti; tracce, anima di una rete complessa, l’integrazione interfunzionale connotante il piacere della persona di produrre un effetto impressivo-visivo, fino a sentirsi interamente libero, disponibile ed implicarvi la sua personalità più profonda.
Metodo ClinicMentalPicture®
ClinicMentalPicture®
Narrati fantasmagorici
L’uomo con la sua costante evoluzione formativa, ha assai bene dimostrato le valenze di un apporto fantasmagorico derivato dal narrativo, suggestioni del sentimento e della fantasia da cui trarre l’impressione di vivere effettivamente la propria vita; narrati fantasmagorici linea di congiunzione fra pensiero e sentimento, ponte fra sentimento e azione, mezzo con cui possiamo modificare il complesso affettivo-ideativo e della condotta. Le narrazioni aiutano a seguire un percorso la cui azione porta effetti positivi, si scopre se stessi nell’azione o si trovano soluzioni per soddisfare i propri bisogni. Il metodo ClinicMentalPicture® è rivolto a favorire una relazione attraverso il racconto che raccoglie l’immaginazione creativa nella trama d’ambiente, che trova spazio nel vivere quotidiano, in tutto ciò che offre occasioni per scoprire se stessi e vedersi in relazione effettiva con gli altri. Sono racconti condotti con diverse modalità i cui incantesimi sono destinati a sviluppare la coscienza immaginifica, affidata a visualizzazioni che possono rispondere ai desideri della persona, a soddisfare le proprie speranze, realizzare quello che essa desidera e raggiungere effettivamente ciò che ha immaginato. Si tratta di immagini da cui trarre risposte utili per vincere le insicurezze, la scarsa fiducia nei propri mezzi, ogni situazione che nella vita risulta disturbante o difficile da affrontare. Sono sollecitatori di idee guida che aiutano a vivere gli effetti e gli stimoli di un narrato partecipato in prospettiva di una storia che anima il dialogo interiore, che utilizzano immagini con suoni e colori idonee a stimolare nella persona pensieri colti nello spazio e nel tempo con implicazioni perfezionanti e maturanti nei confronti della sfera affettivo-volitiva.
Il metodo assicura una via di aiuto della persona nel plasma di una educazione tratta da narrazioni e da immagini con cui scoprire se stessa e soddisfare i suoi desideri, prendere delle decisioni, assumere un nuovo controllo e nuove abilità distributive di sé, e vedersi in relazione con gli altri. Se immaginare qualcosa significa prepararsi a quel qualcosa, cioè all’azione, questo metodo offre all’intervento di aiuto, impulsi motori che tendono a suscitare le emozioni e a predisporsi ad esse.
Metodo Educromo®
Educromo®
Assicurare alle persone con difficoltà di lettura gli aiuti necessari
Il metodo Educromo® è nato e si è perfezionato per assicurare alle persone con difficoltà di lettura gli aiuti necessari per vincere questa sfida, un obiettivo che si concretizza se si evitano diagnosi classificatorio-nosografiche e i conseguenti interventi patologico-terapeutici, che inevitabilmente conducono verso altrettanti conseguenti interventi settoriali attuati con moduli di addestramento.
La risposta concreta che un metodo può offrire ad una complessità tale non può essere che una risposta composita e articolata, poiché ci affidiamo a quell’analisi così preziosa e meticolosa fatta di osservazione e verifica adatte a conoscere della persona ogni aspetto, ogni Potenzialità, Abilità e Disponibilità (PAD) che ci conduce a definire un intervento mirato alle risorse. Significa dare vita ad un documentario dell’analisi dell’Universo delle Ambiguità di cui sarà possibile individuare come particolarmente responsabile della disponibilità ad apprendere la lettura, siano la sofferenza emotiva, l’inadeguatezza a dominare lo spazio e il tempo, l’incertezza delle direzioni, delle posizioni, dei sensi, dei simboli e delle parole, dei valori che sono responsabili di azioni maldestre e di gesti impacciati, un disordine visuo-percettivo, incertezze nell’ inseguimento oculare, nel ritmo dell’azione, nelle parole e loro significati.
Rivolgendo attenzione all’Universo delle Ambiguità il metodo promuove un intervento motore di azioni che producono emozioni positive, il desiderio e il piacere nel vivere la vita con fiducia e nuovi entusiasmi. È un impegno che consente di far ritrovare stabilità emotiva nella persona e viene perseguito per mezzo di un articolato percorso dominato da esperienze creative e dinamiche adatte a rafforzare la fiducia e l’autostima.
La complessità dell’Universo delle Ambiguità chiede al metodo di avviare esperienze che aiutino la persona a più sicure abilità su ogni aspetto imputato di ambiguità: la decifrazione dei suoni e dei ritmi, la lettura di segni e simboli dell’ambiente, la lettura dei segni tratti dal corpo proprio, la scritto-lettura di simboli non alfabetici.
Questo permette alla persona di migliorare le abilità a decifrare i suoni e i ritmi, leggere i segni e i simboli dal libro dell’ambiente e dell’immagine figurativo corporea, procedere con la lettura di una scrittura (scritto-lettura) non alfabetica, censita nelle tracce segnico-grafiche lasciate dal corpo in movimento in campo vuoto, per terra o sulla parete attrezzata. Si tratta di leggere ogni tipo di movimento diverso effettuato per mezzo del corpo che assume una figurazione concreta di segni e simboli che poi saranno tracciati su una superficie scrittoria, sia a terra che a parete, fino a raggiungere una ricca scritto-lettura che progressivamente da non alfabetica diviene alfabetica e poi sintattica, morfologica e lessicale. Poi le esperienze si arricchiscono di un sollecitatore cromatico, ed infine quindi di una composizione del testo nero su sfondo bianco, semplice punto di arrivo per ogni fonte scrittoria che ha obbligato per correttezza e coerenza scientifica ad approfondite ricerche che non hanno dimenticato inoltre il valore della topografia della tipografia, dell’interlineatura e la marginatura del foglio.
Plurime e articolate esperienze, quanto plurime e articolate sono le potenzialità di una persona, premessa obbligata per assolvere agli obiettivi del metodo e soddisfare le necessità di lettura e l’inclusione sociale.
Metodo Discover Project®
Discover Project®
Favorire l’equilibrio dei sistemi funzionali e accrescerne l’abilità emotiva
Il Discover Project® è un metodo frutto della ricerca condotta dal Centro Kromos dell’ISFAR, ispirato al rilassamento muscolare progressivo e segmentario di Edmund Jacobson (1888-1983).
La Pedagogia Clinica ha tenuto conto di alcune importanti sollecitazioni della ricerca proponendosi obiettivi più aderenti ai propri principi, perciò ha apportato innovazioni metodologiche significative e ha voluto, con il Discover Project®, offrire garanzie alla globalità, all’unità psicofisica per liberare la persona dalle tensioni, per mezzo di effetti contrattivi e decontrattivi non più unicizzati ad un esclusivo settore corporeo, bensì a tutta la corporeità che spesso denuncia la compromissione di una certa autonomia e la scarsa disponibilità.
Il metodo è orientato alla ricerca connotazionale dello schema corporeo, a percepire le varie parti del corpo comprese quelle “dimenticate”, il dinamismo respiratorio e l’equilibrio energetico-affettivo. La pratica che guida il metodo Discover Project® sfonda lo schermo difensivo tensorio-muscolare e permette alle emozioni negative fissate nel corpo di essere nuovamente vissute e metabolizzate nella sfera sentimentale. Si tratta di un vissuto i cui obiettivi muovono al soddisfacimento dell’esigenza di dare alla persona l’opportunità di riconquistare, attraverso il corpo, un benessere psico-fisico capace di indurre un nuovo equilibrio nello scambio e nella relazione.
L’obiettivo del metodo è raggiunto quando la persona riesce a vivere tutte le informazioni con effetti impressivi e riflessivi, l’ascolto e l’elaborazione, esperienze di appercezione posturali, cinestesiche, temporali, di verifica e di rielaborazione utili per raggiungere nozioni del proprio essere, della propria gestalt tonica, dei propri stati e delle proprie azioni a mano a mano che si procede nell’intervento.
La tecnica, oltre che guidata può essere proposta anche nella forma verbalizzata, che si realizza attraverso le esposizioni verbali del Pedagogista Clinico® il quale richiama i movimenti da eseguire con una necessaria modulazione della propria voce utilizzando tutto il potenziale di un dinamismo tonematico-espressivo. L’ampia modulazione di suoni darà vita ad una varietà di note, di forza, di timbro, di coloritura, capaci di modificare uno stato d’animo, offrire nuovi equilibri emozionali e opportune stimolazioni corporee. In sintesi, il presupposto del Discover Project® è un’azione educativa basata sulla riappropriazione della disponibilità tonico-corporea in modo da favorire nella persona l’equilibrio dei sistemi funzionali, da valorizzare le proprie risorse e accrescerne l’abilità emotiva.
Metodo Writing Codex®
Writing Codex®
Superare le difficoltà nella produzione del linguaggio grafico-alfabetico
Il metodo Writing Codex® è rivolto al recupero di quei soggetti che hanno difficoltà nella produzione del linguaggio grafico-alfabetico e nel rispettare le regole grammaticali, nel dare senso compiuto al vocabolo e alla frase. Ciò premesso il recupero della disortografia non può essere conseguito con pacchetti di tecniche correttive, con interventi consacrati al rito, con cerimonie le cui caratteristiche sono fissate dalla tradizione, con esercizi sistematici e perciò prevedibili e agiti su un piccolo banco. Il metodo impone di intervenire nel rispetto della persona e delle sue esigenze, offrendo un aiuto rivolto a conquistare non solo il saper scrivere, bensì un equilibrio tra forma, suono e movimento, esperienze di linguaggio/azione/trascrizione, la vittoria su ogni delusione, demotivazione o inibizione, un’organizzazione ritmico-respiratorio-gestuale utile a far sentire, partecipare, godere il gesto seguito da fonazione scandita su variabili in altezza e in diverse entità pausative. Perciò richiede una molteplicità di attività rivolte a far acquisire contemporaneamente abilità nell’organizzazione sintattica e lessicale del continuum parlato, nella telerecezione e discriminazione percettivo-uditiva, nella strutturazione fonologica dei segni grafici, nell’associazione dei suoni alle rispettive forme, nell’inseguimento con l’occhio e nella capacità oculo-manuale, oltre a discriminare e riprodurre sequenze ritmiche, nella percezione organizzata e orientata nello spazio e nel tempo, nell’organizzazione laterale, nella definizione dell’asse corporeo e dello schema corporeo, nel potenziare l’attenzione e la memorizzazione.
Il metodo Writing Codex® fa appello per questo ad esperienze che occupano un ampio spettro propedeutico dal carattere ludico-espressivo, un linguaggio che si esprime suffragato dalla musica e dal movimento del corpo, una mobilità delle articolazioni che permettano il potenziamento del tono, variazioni motorie alla ricerca di coordinazioni efficaci, movimenti consapevoli di rotazione coniugati agli assi e ai piani, sequenze di posture plastiche per favorire una coreografia con diverse variabili motorie e tracce segniche lasciate sulla parete concava a mezzo di strumenti traccianti, oltre a favorire coscienze vestibolari contemporaneamente allo sviluppo dinamico respiratorio ed espressivo elocutorio.
A ciò si aggiungono dinamismi che promuovono oltre al controllo gestuale e sonoro, una maturazione delle capacità funzionali e la coscienza intellettivo-affettiva del gesto; ogni momento figurativo, ogni espressione gestuale o costruzione simbolica deve divenire logografica, tradotta in significante verbale, descrittivo delle figure contestuali e dichiarativo per mezzo di esse, o con cui realizzare arricchimenti utili.
Metodo PictureFantasmagory®
PictureFantasmagory®
Racconti immaginativo fantasmatici
Il metodo PictureFantasmagory® si avvale di racconti immaginativo fantasmatici che vila persona vive come protagonista interpretando il ruolo del personaggio, sono atti creativi e incantesimi affrescati da imagos che sviluppano effetti positivi, soluzioni per soddisfare i propri bisogni, impronte in orientamento alla soddisfazione delle speranze tali da permettere di raggiungere mutazioni assai significative ed efficaci.
I racconti del metodo PictureFantasmagory® sono caratterizzati da un processo dinamico distintivo, da percorsi di esplorazione, di ricerca, di riflessione con cui si specificano e si precisano le conoscenze, in un continuum in cui la valenza affettiva dell’interazione sottolinea il contesto di fiducia reciproca tra gli attori della relazione determinandone un cambiamento e un’evoluzione.
Il Pedagogista Clinico®, a seguito di una analisi dei bisogni, può avvalersi del linguaggio archetipico, simbolico e spesso metaforico delle PictureFantasmagory® in modo intenzionale attraverso la costruzione a priori di racconti in cui vengono evidenziate situazioni, stati d’animo o emozioni. Utilizzando questa particolare struttura narrativa, la persona recepisce il messaggio con pregio cognitivo, letterale e simbolico, ponte tra il “conosciuto” e lo “sconosciuto” ed è grazie ai percorsi positivi, che essa in ascolto dei prodigi, delle meraviglie di chi interpreta il ruolo o il personaggio, sviluppa la coscienza immaginifica, effetti positivi, soluzioni per soddisfare i propri bisogni, impronte in orientamento alla soddisfazione delle speranze. La fantasmagoria diventa così un catalizzatore di intuizione ed uno strumento di cambiamento, di espansione e di crescita personale.
Metodo Pedagogia Fantasmagorica®
Pedagogia Fantasmagorica®
Elaborazioni di percezioni e sentimenti
La Pedagogia Fantasmagorica® è una branca della Pedagogia Clinica di autonomia recente introdotta al sapere scientifico da Guido Pesci. In sinergia con la Pedagogia Clinica la Pedagogia Fantasmagorica® basa i suoi assunti sulle potenzialità educative e formative della persona e si propone di soddisfarne lo sviluppo con le esperienze certificate che hanno assicurato all’uomo l’uscita dal caos primordiale e che continuano ad offrire una costante evoluzione. L’uomo, immerso in un universo di esperienze e di conoscenze, sollecitato dai forti impulsi alla curiosità e sorprendenti elaborazioni immaginative, è, fin dal suo esordio, maestro di una realtà educativa antica con radici nel mosaico fantasmagorico delle elaborazioni di percezioni e sentimenti, di energie da investire per intervenire e affrontare le difficoltà e soddisfare l’originale individualità. Le sollecitazioni alla riflessione e le elaborazioni del pensiero hanno trovato ampia estensione tra gli uomini primitivi quando ancora i racconti venivano trasmessi per tradizione orale e il linguaggio iconico realizzato con coltelli di selce per lavori di grafito o dipinti con pennelli arcaici. Il rapporto individuo-collettività trova origine nell’oralità dei cantori, dalle loro poesie e narrazioni, da idee, concetti, spiegazioni o interpretazioni del mondo e dei fatti quotidiani, e nei linguaggi figurativi di pittori e scultori, con lo scopo di guidare l’agire dell’uomo e animare le sue relazioni. Si tratta di trame fantasmagoriche originate, sostenute e sottolineate da abili improvvisatori della parola sugli argomenti del destino dell’uomo, sulla genesi del mondo, l’amore, la guerra, la morte…, e da artisti della forma e del colore, che hanno lasciato tracce figurative, rappresentato oggetti, simboli e stati d’animo; patrimonio di storia, simboli viventi di civiltà che illustrano le diverse fantasmagorie. Fin dall’antichità la Pedagogia Fantasmagorica®® muove su una dimensione sociale dell’educazione, ha il ruolo di aiutare a crescere attraverso l’immagine e la parola, di artisti, poeti e narratori, che hanno incoraggiato il sorgere e lo sviluppo della sensibilità critica, la disponibilità a sopportare situazioni, l’autonomia e l’indipendenza di pensiero e di giudizio, la tendenza a dare libera espressione ai propri impulsi, ad agire solo se intimamente motivati, con disponibilità allo scambio, in un’atmosfera di simpatia e di fiducia. Il fecondo contributo al processo di sviluppo della persona è nell’insegnamento trasmesso dagli uomini attraverso il fantasmagorico ricco di stupore e curiosità, di meraviglia e fascinazione, di misterioso, di poetico e di esaltante, tradotto nei racconti orali, racconti scritti, poemi epici, poesie, romanzi, fiabe e favole, filastrocche, ninne nanne, parabole, omelie, vangeli, catechesi, sostenute da generi diversi, fantastici, folclorici e favolistici, da generi avventura, con toni patetici o umoristici, affidati, al simbolismo, alle allegorie, o alle metafore, lasciate con tracce segniche e pittoriche su pietre e su muri; ingegnerie architettoniche, pitture e sculture. Ne consegue che la formazione dell’uomo in Pedagogia Fantasmagorica® è sostanziata dello stretto inscindibile rapporto fra immaginazione e azione, quel presupposto che immaginare qualcosa trova il valore di prepararsi ad essa, preparazione che tende poi a realizzarsi nell’azione.
I sollecitatori fantasmagorici intessuti di questo principio sono capaci di stimolare nella persona forme di pensiero profonde e complesse, fino a favorire l’evoluzione di modelli necessari ad affrontare la realtà interiore, muovere verso il superamento dei disagi e sviluppare la fiducia nelle proprie risorse.
La Pedagogia Fantasmagorica® è scienza eidetica alla ricerca delle costanti che la percorrono, originaria e pratica in quanto la sua stessa giustificazione epistemologica fa riferimento alla sua costitutiva apertura al futuro e alla sua funzione eminentemente trasformatrice. Disciplina che ha la consapevolezza della necessità di compiere ogni sforzo possibile per ridare alla cultura e alla società contemporanee gli strumenti più utili per tentare una sorta di inversione di tendenza alla crisi che l’attanaglia. Una prospettiva vantaggiosa per l’uomo autentico, considerato nella sua singolarità e storicità, ma anche nella sua universalità.
Metodo Training Esplorativo®
Training Esplorativo®
Esplorare le fluttuazioni del tono muscolare
Il Training Esplorativo® è un metodo che permette di giungere ad una attività esplorativa della topografia e geografia corporea, di ogni organismo e di ogni sua funzione fino a conquistare una sintesi armoniosa, un equilibrio fisico, psichico e relazionale. L’esperienza muove da un rilassamento guidato con i suffragi della parola e della tonematica, orientato a favorire la distensione muscolare, esplorare le fluttuazioni del tono muscolare, “leggere” le difese e le resistenze, favorire esperienze conoscitive dei singoli segmenti corporei e giungere alla loro integrazione per poter reinvestire positivamente la propria immagine. Si tratta di un training idoneo a generare un dialogo appercettivo favorito dalla calma e dalla tranquillità emotiva, fino a recuperare e partecipare vivamente le funzioni emozionali, sensoriali e immaginative e trovare disponibilità ad una esplorazione di organi e funzioni dell’organismo interno. Ciò significa partecipare ad un vissuto immaginativo che assume consistenza attivando e armonizzando ogni funzione organica, propagando energie efficaci che si affermano con vigore e tendono a migliorare l’equilibrio fino a giungere con una maggiore conoscenza di sé ad una migliore comprensione dei rapporti interpersonali. Il corpo “schermo opaco”, che non riesce a proporsi come teatro della vita affettiva, trova con il potenziamento delle energie e la mobilizzazione delle risorse, l’occasione per tornare a dialogare con ogni parte di sé, fino a divenire più padrone di se stesso.
Avendo il Metodo, implicazioni perfezionanti e maturanti nei confronti della sfera affettivo-volitiva, sottolinea l’importanza e il valore che ha l’immaginazione sulle modificazioni del comportamento e della personalità. L’esperienza del Training Esplorativo® evoca con la comunicazione verbale vissuti immaginativi capaci di essere recepiti ed elaborati, convertiti gli atteggiamenti di rinuncia e di rassegnazione in atteggiamenti costruttivi e attivi, fino a permettere una totale integrazione e rigenerazione dell’essere.
Metodo Memory Power Improvement®
Memory Power Improvement®
Soddisfare risvegli percettivi
Il metodo Memory Power Improvement® è un metodo che, sostenuto da sperimentazione e verifica, con sforzo inventivo e sulla base di esperienze concrete, si è sviluppato con un’attività di organizzazione e di liberazione delle energie tanto da incidere sulle facoltà mnestiche scarsamente evolute o che hanno perso vigore, e appagare le esigenze di vita della persona.
Il metodo Memory Power Improvement® per raggiungere tale obiettivo tiene conto di soddisfare, attraverso i tanti canali informatori, l’attenzione, la concentrazione, la curiosità, le senso-percezioni, la cinestesi, e ogni risveglio percettivo. La complessità degli interventi voluti dal metodo MPI è pari alle multiformi ed articolate inadeguatezze mnestiche con cui la persona si caratterizza, collegate agli stati di coscienza, di motivazione e di velocità di elaborazione delle informazioni necessarie per la fissazione e il richiamo della traccia.
Conosciuto della persona ogni aspetto che la caratterizza e ogni variabile che le vieta di mantenersi in comunicazione con i propri informatori necessari a conseguire quel fixage indispensabile per fare e mantenere conoscenza ed esperienza, l’obbligo del Pedagogista Clinico® è di agire con metodo e perseguire un intervento ricco di esperienze tenendo presente il riequilibrio globale. È un metodo che non ha trascurato le vie attraverso le quali si può raggiungere un soddisfacimento mnestico sapendo che resta tenacemente impresso e non si dimentica ciò che colpisce nel sentimento, ciò che si fa volentieri, ciò che si fa con gioia e con divertimento, o in condizione di tranquillità indispensabile per potersi concentrare. Ed è ad una memoria la cui espansione e il cui potenziamento vengono perseguiti scegliendo attività che interessano la persona, costruendo situazioni con cui sottolineare le capacità, le risorse e ogni strategia personale, che il metodo si rivolge. Per questo ha dovuto dare rilievo all’attenzione, quella attività dell’appercezione determinata dall’intensità o dal tono di sentimento, che si mette in moto, si volge su qualche cosa, lo avverte e si ferma. Attenzione che trova nella concentrazione un valido rinforzo e la rende tenace, prolungata con tempi sempre più lunghi di applicazione, con un maggior filtraggio e flessibilità nella localizzazione degli stimoli esterni, delle fonti di distrazione e del loro positivo sfruttamento. A tutto ciò si aggiunge il contributo della curiosità, il desiderio di scoprire, di conoscere, di sapere, una curiosità costruttiva sollecitata da interesse e motivazione il cui effetto dinamico risolto con l’oggettivazione invade la memoria e suscita emozioni. Ed è proprio la curiosità, la ricerca di un sapere che arricchisce le conoscenze costruite su collegamenti e associazioni tra loro, e se soddisfatta porta a trasmettere e condividere emotivamente l’esperienza e a consolidare l’impianto mnestico.
Tenendo conto di tutto ciò il metodo si è impreziosito di un ventaglio di tecniche per mezzo di stimoli rilevanti e inaspettati, si è affidato all’umorismo, all’arte poetica, alla lettura di brani, alle immagini mentali, alle forme informi, ai fumetti e ad ogni altra esperienza tesa a consolidare l’impianto mnestico.
Per conseguire questi obiettivi il Memory Power Improvement® crea condizioni attuando un intervento orientato a mantenere la persona attiva, piena di interessi e di impegni nella vita, con la possibilità di acquisire nuovi ruoli e adattarsi alla società con
sempre maggiore espansione nelle relazioni.
Metodo Linguaggio-Azione®
Linguaggio-Azione®
Linguaggio che si apprende nell’azione del fare
Il linguaggio è cosa viva e si sviluppa progressivamente dalle esperienze agite e dalle corrispondenti espressioni linguistiche. È grazie ad un sistema assai complesso che può essere appreso e favorito, non è ad una sorda ripetizione di modelli tecnici e di automatismi che ci affidiamo, bensì ad un approccio globale in cui entrano in gioco i tanti fattori relativi ad un corpo che agisce dichiarandosi e comunicando, e che si dichiara e comunica, agendo; un linguaggio che si apprende nell’azione del fare. Le interazioni si concretizzano nell’agito, nell’esprimersi facendo, nel ragionare con la testa e con le mani, un fare che sviluppa il pensiero e dà consistenza e materia di espressione, dimostrando così che l’intelligenza concettuale non ha un’unica via per l’elaborazione degli apprendimenti, bensì, come sostiene Wallon, ha due origini: in parte deriva dall’esperienza senso-motoria e in parte dal linguaggio o, come sostiene Zazzo, l’intelligenza è l’intuizione delle situazioni vissute ed è sorgente del linguaggio che ne dà rappresentazione e simbolo.
Nel metodo Linguaggio-Azione® il linguaggio parlato diventa agito e assumerà valore e significato nel quadro delle tante e molteplici attività finalizzate a produzioni e collegamenti che stanno a stretto contatto tra parola e movimento. Con ciò le attività da proporre, i percorsi da evolvere, devono essere individuati fra diversi interessi e capacità, sostenute dalla partecipazione attiva del Pedagogista Clinico® al quale è affidato il rinforzo di favorire l’impegno della persona in quelle attività operative che avviano ad una concettualizzazione dinamica del fare facendo e dichiarando, in una situazione facilitante in cui la spontaneità e il libero fluire dell’azione permettono produzioni verbali.
Il fare, il rendersi operativi coniugati sia alla creatività che alla fantasia educativa alimentano l’evoluzione del linguaggio, l’affinamento della descrizione di quanto realizzato, il conseguente arricchimento dell’espressione verbale e la congruenza tra linguaggio di contenuto e linguaggio di relazione. Il rapporto tra significato e significante non si conclude nella corrispondenza tra la parola e l’oggetto, ma nella conoscenza dell’oggetto nominato in relazione alle sue funzioni; non è il nome dell’oggetto che ne determina la funzione, è la funzione e l’uso dell’oggetto che ne determina il significato.
Il linguaggio viene così affidato a differenti occasioni per il fluire espressivo elocutorio, evolventesi in un complesso sistema di interazioni affettive/funzionali/cognitive, volte alla struttura sintattica del detto nella complessa dimensione educativamente multimodale. Il vocabolario lessicale si attiva e si arricchisce affinando perciò le capacità visive, i percorsi di esplorazione, di sperimentazione, in una dimensione ove la valenza affettiva dell’interazione sottolinea e rinforza il contesto di fiducia reciproca tra gli attori della relazione educativa.
Metodo InterArt®
Metodo InterArt®
Energizzare la forza generatrice di entusiasmi
Il metodo InterArt® si distingue per una semantica che, nel fare richiamo all’arte, rappresenta o realizza un’evocazione, mostra, sviluppa e rende visibili testi realizzati con linee, tratti, macchie, colori, con movimenti creativo-corporei o trasformando la materia amorfa fino a farle assumere una diversa manifestazione, dotarla di un’anima.
L’arte come spazio, tempo, ritmo, flusso, abilità e disponibilità a percepire e creare con medium espressivi dal valore maieutico permette alla persona di mutare il proprio stile di vita, e il metodo, che rappresenta la giusta opportunità per un’incentivazione delle conoscenze, delle esperienze realizzate analizzando ogni pur minimo particolare della realtà che è intorno a noi, energizzando sempre più una forza generatrice di entusiasmi e di piaceri, consente di rendersi disponibili ad accogliere ogni stimolo che perviene guardando oltre la finestra aperta sul mondo e definire, attraverso questa apertura, stimolati da sollecitatori esterni e interiori, una diversa integrazione. È capace di costruire con intensità più autentici equilibri emozionali, emulsionare la creatività, vivere con nuovi intimi interessi ogni palcoscenico dove si recitano opere tradotte in uno scenario, in un concerto, in una drammaturgia in cui natura, suono, colore, forma, poesia e gesto, chiedono il plauso del piacere spirituale che vi riecheggia. Il muovere delle fronde, il mutare delle stagioni, il rumoreggiare delle acque e dei venti, il rappresentarsi dell’uomo, cultura e cultore di simpatia simbiotica con l’ambiente; tutto questo “va in scena” nell’InterArt®.
È l’arte quale segno, ritmo, movimento, luce, colore, poesia, dinamismo ricco di sollecitatori, stimoli alla vita, che questo metodo permette di cogliere, individuare, sentire, partecipare e tradurre in utili nutrimenti di un piacere e di un benessere fino a far maturare una disponibilità alla definizione caratterizzante di ogni aspetto e di ogni simbolo che rappresenta la vita.
Questo è l’InterArt®. Un analizzare, un conoscere, un fare, un rappresentare vero o mutato a dimostrazione di un’evoluzione e di una rielaborazione personale che rende l’uomo libero in cui può sperimentare un vivere nel piacere e nell’estrinsecazione esplicitata da un gesto, da un movimento, dal lasciare traccia fino ad assurgere ad una costruzione di sé poetica, esaltante, e a un tempo affettiva-figurazionale.
Il bello, il piacevole, al pari di ogni tratto dei sapori della contrarietà, vengono resi testimoni in un fare artistico che li rievoca e dà loro forma. È così che con il metodo un’esposizione si traduce in sentimento, stimoli cromatici esplodono con intensità, ritmi vengono definiti da melodie che possono creare tracce profonde di piacere come di riflessione, segni diversamente direzionati che trasferiscono il nostro essere in un ordine o in un disordine topograficamente rappresentato, poesie che confluiscono nell’intimità e che procacciano un’eredità: lo spirito fondante della nostra essenza.
Metodo Coreografia Fonetica®
Coreografia Fonetica®
Intreccio verbale e tonematico per generare cinestesie espressive ed emozionali,
In Pedagogia Clinica sostenuti dal principio “imparare a parlare parlando”, il metodo Coreografia Fonetica® tiene conto di ogni possibile intreccio in cui suoni fonemici, parole e frasi espresse con intonazioni, pause e modulazioni tonali della voce si coniugano e si integrano al gesto, alla mimica, ai valori prossemici e tonematici, alle posture del corpo per trovare occasioni di esposizioni dichiarative attive e dinamiche organizzate nel tempo e nello spazio. Il movimento coreografico, accompagnato dalla lingua orale, lascia tracce illustrative del dinamismo corporeo e delle emozioni scaturite dal contenuto verbale e tonematico generando armoniose cinestesie espressive ed emozionali, disinvolte e spontanee coreografie suffragate dai ritmi e dalle melodie, e da rappresentazioni sceniche di parole e testi. Sono i linguaggi del corpo e della voce che favoriscono, con drammatizzazioni sceniche ed esposizioni filmiche, ogni codice specifico della persona, in modo che le intelligenze, quella senso-percettiva, motoria e del linguaggio che derivano dai processi delle situazioni vissute, siano di supporto alla ridefinizione e strutturazione del corpo-spazio-tempo e all’organizzazione della rete dei differenti sistemi che sostanziano il messaggio di relazione e che offrono molteplici opportunità esperienziali. È così che il metodo, non trascurando l’integrazione fra cognitivo, affettivo-relazionale e corporeo, in un costante dinamismo per dare vita al criterio di insieme sistemico delle funzioni, stimola la persona nella sua globalità, favorendone lo sviluppo armonico e potenziandone le abilità per un costante rinnovamento e adeguamento alla vita.
Per tale motivo l’influenza della Coreografa Fonetica® nello sviluppo del linguaggio e nel recupero delle difficoltà elocutorie si è dimostrata un valido ausilio per la promozione di più apprendimenti, l’indipendenza segmentaria, la coordinazione gestuale, il controllo dell’equilibrio posturale, l’armonia dei movimenti, il successo nell’abitare lo spazio e il rilevante potenziamento dell’espressione verbale che trova in questa dinamica quella simultaneità di stimoli indispensabili per un significativo sviluppo. È una interessante occasione in cui la coreografia influenza positivamente le scansioni fonatorie e aiuta a rintracciare e dare validità alla presa di coscienza di sé e all’espressione di sé, contribuendo così ad una reale integrazione sociale. L’eccellenza nasce dal facilitare l’attività esplorativa e la spontaneità nel manifestarsi e nell’esprimersi elevando l’intenzionalità, una chiara occasione per raggiungere una maggiore capacità organizzativa e una diversa apertura per un’autentica testimonianza di sé agli altri. Questa eccellenza è inseguita dalla Pedagogia Clinica che considera indispensabile un intervento educativo sostenuto da esperienze interocettive, propriocettive, artro-cinetiche, cinestetiche e perciò ritmiche e gestuali, consolidate da esperienze pluri-sensoriali e moto-recettive in opposizione a interventi ripetitivi e sedativi. Le realizzazioni pratiche chiedono con la Coreografia Fonetica di consolidare le funzioni espositive verbali accompagnate da potenziamenti dell’espressività elocutoria ponendole in sinergia con ogni referente percettivo di un corpo in movimento, in aggiustamento al tempo e allo spazio e intessute in un dinamismo posturale. È ad un’ampia ricchezza di esperienze espressivo-verbali dalla forte potenza scenica capace di impreziositi sentimenti ed emozioni che la Pedagogia Clinica si affida.
Metodo BodyWork®
BodyWork®
Coscienza di essere e vivere il corpo
Tra gli attivatori che potevano produrre esperienze di relazioni positive hanno ricevuto attenzione e interesse le percezioni tattili e sono stati studiati i differenti stili di scambio dialogico tattile che potevano favorire nella persona il piacere di aprirsi al mondo esterno. Al tatto, primo fra tutti i nostri sensi perché capace di offrire alla persona la possibilità di vedere senza guardare e di sentire senza ascoltare, per la sua straordinaria importanza nella vita dell’uomo, spetta un peculiare riguardo.
La ricerca e la sperimentazione hanno confermato il particolare valore di questa mediazione non verbale, una dimensione educativa basata su uno status d’accoglienza attraverso la corporeità definito da costanti operative e relazionali, per questo è stato strutturato il metodo BodyWork® che si avvale delle percezioni recettive e comunicative tattili che fanno dialogare la persona con il proprio corpo ed avere coscienza di essere e vivere il corpo e comunicare con esso.
Le percezioni tattili, per la loro vivacità, per le emozioni e i sentimenti che procurano lasciano tracce assai significative che si conservano nella memoria, i tanti stimoli percettivo-tattili che hanno lasciato una forte impressione positiva, parlano e generano diverse occasioni di richiamo, fortificano ed estendono un modo positivo d’essere. Il BodyWork® è un metodo dialogico-corporeo che non si limita a realizzare nella persona uno stato di détente muscolare né intende “guarire”, bensì si rivolge al sentirsi e parteciparsi, all’educazione dell’immagine percepita della propria geografia e topografia corporea affinché essa possa essere rappresentata agli altri. Si tratta di un dialogo tattile con funzione socializzatrice e arricchente fatto di preziosi effleurages, parole tattili, che sollecitano sensazioni efficaci, forme di comunicazione non verbale importanti e piacevoli fino a rendere più disponibili e felici. La dialogicità corporea richiesta dal BodyWork® promuove la ricerca di un contatto, un dialogo in cui la lentezza sia prioritaria e siano assenti frettolosità e meccanicità dei gesti. Appena le mani del Pedagogista Clinico® raggiungono la persona senziente, si origina il senso trasduttore dei segni lasciati dalla mano, i quali irradiano in tutto l’organismo un piacevole giovamento generale, un alto grado di fiducia, tranquillità e sicurezza. Si tratta di contatti fisici, manipolazioni tissutali che offrono a un tempo l’opportunità di un giudizio demografico, topografico e temporo-spaziale. Sulla superficie del corpo si attiva la comunicazione e poiché le stimolazioni tattili lasciano una traccia, un’impressione piacevole, i movimenti devono essere armonici, uniformi, lenti per garantire la definizione del contatto e creare una sensazione e una conseguente percezione in estensione del piacere in ogni altra parte del corpo. Con il procedere della tecnica le mani del professionista in un primo momento rassicurano, poi incoraggiano, accompagnano, si muovono in sincronia, fermandosi più a lungo sui settori, connotano quanto il corpo trasmette e svela e agiscano con una pressione conseguente ai diversi settori corporei. È un complesso di stimolazioni caratterizzate da armoniche ritmicità, prese, pressioni e scivolamenti, laterali e bilaterali, avvolgimenti, divaricazioni, rotazioni direzionate e contrapposte, moti alternati, distanziati, avvicendati, abilità che possono essere soddisfatte solo da una formazione che aiuta e facilita l’esplorazione, con cui è possibile originare esperienze in un clima capace di accogliere e rigenerare.