GUIDO PESCI MARCELLA MATTEUCCI[/pt_text]
Più volte è stato scritto che « le risposte per essere concrete e funzionali devono offrire indicazioni prassiche significative », ebbene per svincolarsi da elaborazioni teoriche, per non rimanere asserragliarsi in un potere di conoscenze e abilità inespresse, intendiamo coniugare il sapere con i fatti, produrre testimonianza di elaborati diagnostici e di suggerimenti operativi conseguiti.
Al lettore spetterà l’analisi di questi elaborati per individuare gli impegni garantiti da ogni specialista e fra questi e quello non indifferente dell’insegnante. Dai nostri elaborati emergono dati e riferimenti a cui tutti, gli specialisti all’interno della scuola (leggi insegnanti) e gli specialisti esterni, concorrono in un ordine fusionale di intenti e di volontà, e dai quali ben si potrà comprendere come la scuola da soia non è in grado di fronteggiare i tanti problemi che molti dei soggetti inseriti testimoniano e che sono serio ostacolo alla integrazione.
Forse troppo frequentemente si è ritenuto di poter esorcizzare il deficit inserendo il soggetto nella scuola e di poter scongiurare l’handicap con il semplice escogitare e utilizzare il termine integrazione. I problemi da affrontare sono assai più complessi e si propongono come un insieme integrato di procedure, tanti contributi a cui tutti devono partecipare con pari dignità, prodromo necessario per ricche-scoria pure a chi deve convivere con il proprio deficit e conseguenti handicap.
L’ambizione degli operatori dovrebbe essere quella di continuare a far si che almeno la corda dell’arco continui ad essere tesa e la freccia orienta verso una reale integrazione del disabile.
Concretizzazione delle esperienze
Seguono alcune sintesi diagnostico-cliniche e tracce metodologico-didattiche, educative e psicoterapeutiche, relative a soggetti inseriti nella scuola media. Seno sintesi che, tuttavia potranno permettere l’individuazione dei riferimenti necessari ad una diagnosi per il rilevamento delle potenzialità e dei deficit, rappresentati dall’unità di interpretazione che è la persona, confortati dalla polisimmetria causale-dinamica e dall’interpretazione delle sfaccettature prismatiche del modo di essere, di esistere e di rappresentarsi di un soggetto.
La sofferenza fisica, il disagio psico-emotivo-relazionale, il disordine organizzativo-apprenditivo, oltre che ogni aspetto positivo celia persona, non basta rilevarli e tradurli in effetti grafici, essi devono essere tradotti in sufficienti tracce funzionali e tutti gli operatori coinvolti.
Per ricreare nel bambino il desiderio di comunicare, per risvegliarle alle sensazioni e liberarlo da ciò che lo ossessiona o lo inibisce, sappiamo che occorre un impegno educativo e psicoterapeutico. molto serio, ne consegue che l’ipotesi diagnostico-clinica si deve commutare in una diagnosi funzionale complessa, articolata su riferimenti inter-pretativi e tecnico-metodologici, su un panorama operativo capace di garantirlo e mantenere la funzione di integrazione ai disabili, non solo nella scuola,
Glauco Canali
Storicità
L’anamnesi personale patologia remota del soggetto ci informa molto chiaramente dell’essersi verificata una situazione di sofferenza feto-neonatale legata sia al tipo di gravidanza (minaccia di aborto e gestosi) sia al tipo di parto (prematuro con liquido amniotico verdastro). Convulsioni rigide all’età di otto mesi.
Le anormalità elettroencefalografiche registrate nei primi due tracciati eseguiti sono state solo espressioni di transitorie disfunzioni bioelettriche legate al particolare momento in cui si è verificato l’episodio convulsivo peraltro senza conseguenze né cliniche né strumentali; l’E.E.G., ripetuto al terzo anno di età era infatti « nei limiti ».
Viene dichiarato una ipoevoluzione del linguaggio parlato, mentre l’evoluzione motoria era nella norma.
A circa cinque anni viene ipotizzata un’ipoacusia., mai provata con le prove strumentali, tanto da supporre che altro non fosse che una mancanza di attenzione e disinteresse per l’eloquio altrui, un modo di essere presente nel soggetto ancora oggi.
Il bambino fin dalla prima elementare, a causa del ritardo nel linguaggio, è stato seguito da una insegnante di sostegno ed ha fruito di un intervento logoterapico in un centro convenzionale.
All’età di 11 anni frequenta la prima media e si presenta al nostro Centro per difficoltà di apprendimento e disarmonie nel comportamento.
In osservazione
Durante le varie occasioni di verifica abbiamo potuto apprendere che nell’autonomia e cura della persona non emergevano difficoltà mentre in sintesi, nelle varie discipline di ricerca si è potuto rilevare:
— Psicomotricità
Difficoltà di equilibrio statico e dinamico. Tendoni muscolari nell’orbita orbicolare.
Difficoltà ritmiche: nella scansione cade sul « binario »
Difficoltà di astrazione e simbolizzazione Difficoltà nella organizzazione respiratoria Lateralizzazione: piede, mano, orecchio DS, occhio SN
— Linguaggio
Precipitazione elocutoria. Rinuncia fobica della produzione di parole intese in esaltazione di se quali ad esempio: sincero, onesto, attento, ecc.
Osservazione pedagogico-scolastica
— Disgrafia: particolari difficoltà nel legamento, con conseguente scarsa fluidità scrittoria:
[/pt_text][pt_text text_align=”text-left”]— Disortografia: disordini per omissioni e sostituzioni.
— Discalculia grafica, ideognosica (incapacità di comprendere le idee e le relazioni matematiche e di fare calcoli mentali) e operazionale (disturbata la capacità di eseguire operazioni matematiche = anaritmetia).
Indagine psicologica
Baum-test, un solo «graphonage »: immaturità; stato di incertezza con manifestazioni di sofferenza, introversione, disorientamento.
Bender-test: ampie difficoltà grafo-motorie, visuo-percettive ed emotivo-relazionali.
Test dell’omino di F. Goodenough: insufficiente lo schema mentale che il soggetto ha del proprio corpo, mutilizzazioni, scarsa percezione del sé.
Matrici progressive: insufficiente abilità a formulare dei paragoni e a ragionare per analogie.
La maturità affettiva tenuto conto anche delle risposte ai reattivi CAT E Duss è caratterizzata da alcuni linguaggi comunicativi quali: non fa proposte di gioco tende ad isolarsi, ha labilità di interessi e di attenzione, è impressionabile con manifestazioni psicogalvaniche anche intense (pallore), pneumografiche e gastro intestinali (lunghi periodi di stitichezza); ha paura del buio, dei rumori, dei colpi improvvisi; stati di ansia e di tensione per paura di essere abbandonato; dorme con la madre. Onicografico. Procede occasionalmente al leccamento di oggetti o del suo corpo.
In sintesi: affettivamente immaturo, insicuro, iperemotivo.
Suggerimenti per gli interventi educativi, didattici e psicoterapeutici
Al soggetto necessita un ambiente sereno e simpatetico. Nelle varie situazioni interrelazionali è utile rassicurarlo sulla costante disponibilità affettiva, responsabilizzarlo e presentificargli la norma. Le stimolazioni ai fini apprenditivo-cognitivi dovranno tener conto del livello di formazione raggiunto. L’espressione verbale dovrà essere favorita con manifestazioni di fiducia e di sicurezza. Si tratterà di incoraggiare, stimolare il bisogno di esprimersi con manifestazioni intenzionali e di scelta, scambio di idee, informazioni, consigli, richieste diverse e risposte conseguenti. Sarà utile dedicare del tempo per racconti di fatti, elaborazione collettiva di racconti, simulazione di conversazioni telefoniche, ecc. Favorire reazioni corporeo-gestuali, attraverso giochi e frasi con proposte psicocibernetiche di rinforzo dell’io.
L’espressione scritta richiede un’esperienza propriocettiva su base articolatorio-gestuale che può essere raggiunta ispirandosi alle tecniche Olivaux e Calmy.
L’abilità nella decodificazione scrittoria può essere recuperata seguendo i suggerimenti di Mucchielli, Jadoulle, Kocher e Leddomade.
La discalculia richiede un recupero del ritmo e della spazio-temporalità. A queste indicazioni, da utilizzare tenendo conto del soggetto e non di un aspetto settoriale di questo, sono da reclamare le tecniche Thea Bugnet, tecniche che di elaborazione mnestica (stimoli figurali non verbalizzati, Random shape o figure senza senso, Span di cifre), tecnica Stambak per favorire l’organizzazione ritmica, e la tecnica Orlic. Il particolare stato ansiogeno e i disordini psicosomatici e perciò i conflitti intrapsichici, possono essere superati ispirandosi alla tecnica schultziana di rilassamento integrata da « Imagerie Mentale ».
Danilo Lumaco
Storicità
Nato dopo una gravidanza regolarmente condotta a termine ed espletata con parto eutocico. Immediatamente dopo la nascita avrebbe presentato una crisi asfittica per cui fu posto, in incubatrice per 24 ore. Allattamento materno con suzione valida fino al primo mese epoca in cui cominciarono a mani-festarsi irregolarità nella alimentazione con conseguenti variazioni nella curva ponderale di accrescimento. Al terzo mese venne consigliato il latte artificiale ma le manifestazioni di vomito continuarono fino a ripetersi anche otto volte al giorno. Segui un ricovero ospedaliero per sottoporre il soggetto ad analisi e controlli dapprima senza esito ed infine alla scoperta di stenosi e valvole uretrali per le quali fu sottoposto a ripetuti interventi di resezione, con conseguente normatizzazione delle condizioni somatiche. A sei mesi di età pronunciò la parola « babbo » ma per molto tempo non ne seguirono altre. Sempre a sei mesi iniziò la dentizione. Intanto il bambino, forse per gli interventi ospedalieri che gli causarono enormi dolori, lui che era sempre stato calmo e tranquillo, diventò aggressivo e gridava continuamente. Fino a quattro anni non ha avuto nessun controllo sfinterico. Grazie ad un dressage ben condotto dalla madre, a sei anni il controllo sfinterico delle feci e delle urine era acquisito. Intanto ricerche per un’affezione metabolica tipo Fenilketonuria avevano dato più volte esito negativo.
In osservazione presso un reparto neuropsichiatrico venne riscontrato un ritardo psicomotorio e del linguaggio e suggerito l’inserimento nella scuola materna.
Una successiva osservazione all’età di sette anni, confermava l’evidente assenza di linguaggio articolato e una instabilità psicomotoria. Emetteva grida che sembravano avere tuttavia un notevole bit informativo rinforzato da una mimica ed una gestualità molto ricca. L’attenzione, molto labile, poteva essere prolungata solo a seguito di stimoli appropriati. La percettività dell’oggetto abbisognava anch’essa di una stimolazione intensa ed era comunque connotata da rigidità stereotipa di esperienze. I nessi casuali con l’oggetto erano prevalentemente di esclusione e raramente indodeduttivi.
All’età di otto anni venne inviato a Berna per un ulteriore approfondimento diagnostico. I risultati degli esami io riferirono come un soggetto con ritardo dello sviluppo psicomotorio, oligofrenia eretica, adiposità e ciò che risultò nuovo rispetto agli esami precedenti è che venne riscontrata una ciste aracnoidale nella fossa cranica posteriore.
Il soggetto ha seguito tutto l’iter scolastico affiancato da una insegnante specializzata. Anche attualmente, al secondo anno della scuola media viene seguito da una insegnante di sostegno.
In osservazione
Il soggetto si è presentato al nostro centro all’età di 11 anni con una ipermotilità incontrollata e si proponeva con un’unica emissione di suono acuto, orientato con la mano destra portata alla bocca. A causa di una totale mancanza di collaborazione non è stato possibile sottoporlo a prove testistiche.
Nell’approccio diretto con lui abbiamo avuto modo di verificare, tuttavia, l’esistenza di una notevole difficoltà ritmo-respiratoria, e di una frequenza respiratoria elevatissima, oltre che constatare una evidente ripulsa al contatto fisico. La capacità attentiva era compromessa e compromessi gli apprendimenti.
Ipotesi di lavoro
L’ipotesi di lavoro ha previsto l’opportunità di una ludoterapia per provocare delle dinamiche attraverso attività creative, utilizzando materiale grafico e plastico, e si è posta l’obiettivo di ridurre la frequenza respiratoria operando per una presa di coscienza del proprio ritmo respiratorio e del sé corporeo. Questi ultimi obiettivi hanno trovato orientamento nelle tecniche Levy e Prudden e un valido ausilio in esperienze pneumo guidate.
La ludoterapia che si è proposta ha l’intento di provocare delle dinamiche attraverso attività creative, utilizzando materiale grafico e plastico.
Catio Lampo
Storicità
Il soggetto all’età di cinque anni manifestava una ipoevoluzione motoria. Sottoposto a diagnosi, al test H.T.P.-casa, albero, persona — un solo « graphonage » — metteva in rilievo una fantasia esuberante, un senso della realtà di tipo fantastico e animistico. Timori e sensazioni di paura tipiche dell’età attuale e dell’età pregressa. Iterazione come antidoto dell’ansia.
Alle Favole della Duss il soggetto poneva in rilievo una situazione conflittuale per carenze affettive, con conseguente stato di ansietà.
Il Q.I. valutato globalmente secondo W.I.S.C., venne ritenuto nella media normale.
L’indagine concludeva che il soggetto era normodotato, affetto da sensazioni di carenza affettive e da immunità caratteriale.
L’anno successivo veniva sottoposto a prova E.E.G. con il seguente risultato: Tracciati disritmici. Nelle derivazioni occipitali sono visibili sequenze di ritmi alfa di frequenza sugli 8-10 cls abbastanza reattivo all’apertura degli occhi, commisto ad una componente theta, a brevi sequenze di ritmi rapidi ed a sporadiche piccole onde lente polimorfe, prevalenti in tutte le direzioni. La polipnea poco e male ese-guita, rallenta diffusamente i tracciati. Pressoché inefficace la SLI. Conclusioni: il livello di organizzazione dell’attività bioelettrica encefalica appare sensibilmente inadeguato all’età dei soggetto. Non si rilevano per il resto particolari anomalie.
Un’indagine questa che, ripetuta quattro anni dopo, annotava: il livello di organizzazione dell’attività elettrica cerebrale, seppur migliorato, non è
ancora dei tutto adeguato all’età del soggetto. Non si rilevano particolari anomalie.
A sei anni il bambino inizia la scuola elementare e durante l’anno scolastico dimostra ampie difficoltà grafo-segniche oltre ad un comportamento di disturbo, comunque non è seguito da insegnanti di sostegno.
In osservazione
All’età di 12 anni il bambino frequenta la scuola media e si presenta presso di noi per difficoltà negli apprendimenti e nel comportamento.
L’indagine clinico-diagnostica ha permesso di rilevare:
— Indagine pedagogico-clinica
- a) Lettura: notevole disordine nella decodifica scrittoria (sostituzioni, omissioni, aggiunte); non riassume né riferisce i concetti principali di quanto ha letto.
- b) Grafia: il soggetto si presenta disgrafico, con inversioni cinetiche, tratto incerto e povertà nella fluidità.
- c) Ortografia: disortografico con errori sistematici specie di omissioni, aggiunte, sostituzioni.
- d) Autonomia della vita quotidiana: scarse attenzioni per il proprio corpo. e) Alimentazione: è vorace e tende a sporcarsi. Dimostra inoltre:
1) Difficoltà di inseguimento, labilità di attenzione, faticabilità
2) Disgnosia digitale
3) Difficoltà di erientamento, di organizzazione e strutturazione dello spazio e spazio-tem-porale
4) Ampia tensione neuromuscolare
5) Enuresi
6) Tics.
— Indagini clinico-mediche di laboratorio:
- a) Cranio (3Pt): non si rilevano alterazioni strut-turali della teca cranica; la sella turcica presenta forma e dimensioni normali. Ambedue i seni frontali risultano fortemente ipopiasici.
— Diagnosi psicologico clinica
Reattivi impegnati: Scala WB, Rorscach, DAP, Baum (fig. 1), Disegno libero, Disegno famiglia, Scrittura.
Soggetto dalle capacità intellettive, al momento attuale, ipoefficienti (S. Verbale 72; S. Performance 46; S. Totale 54) molto probabilmente al disotto della media anche in origine. Grave compromissione secondaria a carico dell’organizzazione del lavoro mentale con estrema discontinuità, discordanza tra le varie abilità, alterato senso della realtà e del giudizio critico; esauribilità della funzione attentiva e di quella di concentrazione, impaccio particolarmente accentuato a livello psicomotorie. Il contenuto ideativo appare povero, fortemente ripetitive, con evidenti segni di distacco dalla mentalità comune, con modi associativi « primitivi », a tipo di « logica autistica ». La interpretazione della realtà è fortemente deficitaria, con probabili segni di distorsione, anche grossolana, in seguito a un enorme soggettivismo. Il paziente ha una insicurezza fondamentale, che assume caratteristiche di tipo « ontologico »; la sua emotività è vivissima, labile, impulsiva. È particolarmente recettivo nei riguardi degli stimoli immediati provenienti dall’ambiente esterno, che vive però in maniera del tutto frammentaria e arbitraria. Appare poverissimo nei rapporti umani costruttivi e tende a vivere in un mondo suo, escluso dai rapporti, specie da quelli estranei all’ambito familiare e abitudinario. Mostra d’altra parte tratti di dipendenza accentuata, riferiti molto probabilmente, alla figura materna, che tende a prevalere nella sua costellazione affettiva. Si identifica in una immagine di sé con evidenti caratteristiche infantili. E molto labile nel tono dell’umore, con momenti di depressione e con viva ansietà, spesso dominante, che può essere legata a contenuti ideativi abnormi. Appare scarsamente prevedibile nel comportamento.
Conclusioni: compromissione grave, probabilmente secondaria, della personalità con caratteristiche prevalentemente deficitarie e con evidenti tratti dissociativi. Probabile base lievemente oligofrenico. Notevole immaturità, con possibili tratti regressivi.
Suggerimenti per l’intervento
Per quanto emerso, l’ipotesi di intervento educativo-didattico e psicoterapeutico, è stato improntato ispirandosi alle tecniche:
— Orlic, Olivaux, Martenot
— Denner
— Psico con.tatto, musicoterapia e psicoterapia fantasmatico-immaginativa.
Sono queste delle tecniche ritenute utili per liberare il soggetto dalle contrazioni inconsce e per fargli acquisire gesti precisi, finalizzati e rappresentativi, affrancarlo dalle varie difficoltà che sono emerse (vedi difficoltà di orientamento ecc.), dall’instabilità
emotiva, dalle turbe caratteriali. Tecniche che tengono conto delle vie di accesso per la padronanza dell’atto respiratorio e del vivere nel rispetto di questo ritmo vitale personale.
Altri obiettivi che si intendono raggiungere con le tecniche indicate sono quelli di offrire al soggetto un riequilibrio delle energie, donargli opportunità di coscienza del proprio corpo, fiducia e controllo di sé, ciò che può permettere la ricerca di una armonia e un insieme relazionale.
Sono state descritte evoluzioni diversificate dalle quali emergono difficoltà funzionali, perturbazioni psicosomatiche, turbe del comportamento, problemi dell’apprendimento; segnalate instabilità, insicurezza, inibizione, provocatorietà o ritiro; « sintomi » che disturbano l’entourage (enuresi, tics, ecc.); deficit attentivi e mnemonici, disturbi della comprensione, disadattamento, e si potrebbe continuare.
Pochi esempi, ma con varie e diverse situazioni, che ci permettono di fare alcune considerazioni intorno al significato evolutivo dei deficit e dell’handicap e all’impegno operativo che deve accompagnare il bisogno.
I soggetti presi a riferimento sono sicuramente sufficienti per evidenziare quanto sia ampio il break-down evolutivo di ciascuno e quindi quanto sia indispensabile e perciò dovuto, un trattamento ria-bilitativo e pedagogico e, quindi, di realtà e di sostegno alle funzioni egoiche e un intervento psico-terapeutico individuale.
L’esemplificazione ha inteso dimostrare che è possibile trovare momenti di collaborazione tra i vari servizi per un lavoro clinico-diagnostico sulla storia passata in relazione alla sofferenza attuale dei soggetti e una programmazione di interventi sulla base di adeguate strategie, metodologie e tecniche educative, riabilitative e psicoterapeutiche.
Da Rivista L’insegnante specializzato, 1/91
ISFAR viale Europa 185/b Firenze, info@isfar-firenze.it, www.isfar-firenze.it
[/pt_text]