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GUIDO PESCI

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« Bilancio di un congresso »[1]

Il problema riguardante i bambini affetti da turbe del comportamento e portatori di de­ficit ha avuto un posto importante nel lavo­ro del congresso. Il congresso ha constatato, sulla base dei materiali presentati, che il lavoro pedagogico con i bambini affetti da turbe del comportamento, svolto nei dieci anni passati, e lo studio pedagogico dei bambini hanno dimostrato la giustezza e la fruttuosità del nuovo punto di vista sull’ori­gine e la natura dell’affezione da turbe del comportamento. Questo punto di vista coerentemente marxista analizza il fenomeno dei bambini abbandonati e affetti a turbe del comportamento come risultato di fattori economico-sociali, in primo luogo, con l’eccezione di una certa percentuale di casi d’insufficienza biologica, che è la causa del “disadattamento” dei bambini sotto l’aspet­to pedagogico, nonché di forme miste. Una serie di studi di gran pregio sui fattori economico-sociali che determinano le turbe del comportamento ha dimostrato che, in un considerevole numero di casi, proprio que­ste condizioni costituiscono la causa fonda­mentale del « disadattamento » dei bambini e che, eliminando le cause indicate, si eli­mina anche lo stesso disadattamento.

Le ricerche hanno aperto ampie possibilità per la rieducazione e l’azione pedagogica sul bambino affetto da turbe del comportamen­to e hanno formato la base di tutta la prati­ca educativa. Le ricerche biologiche, dal canto loro, hanno fornito un prezioso ma­teriale per la lotta contro quelle forme di affezione infantile da turbe del comportamen­to aventi un fondamento biologico.

A causa di condizioni oggettive, la psicolo­gia del disadattamento infantile non ha an­cora accumulato in quantità sufficiente un suo materiale importante, raccolto ed ela­borato secondo un nuovo punto di vista, e la pedagogia deve appoggiarsi soltanto su dei principi e dei metodi di psicologia ge­nerale. Un ulteriore progresso in questo campo, una seria impostazione del lavoro di ricerca scientifica, la creazione di una me­todologia approfondita di ricerca sul bam­bino disadattato e sulle radici sociali del suo “disadattamento”: ecco i compiti urgenti indicati dal congresso. Il congresso ha de­lineato una serie di problemi concreti che necessitano di un’elaborazione scientifica. Questi sono i problemi del bambino affetto da turbe del comportamento e del lavoro con lui nell’ambito della scuola normale, del lavoro e dell’organizzazione della collettività all’interno degli istituti per bambini affetti da turbe del comportamento, della metodolo­gia di studio del bambino disadattato.

Nel campo della psicologia del ritardo e del deficit organico è stato svolto negli ultimi an­ni un vasto lavoro scientifico e pratico. La revisione teorica dei problemi fondamentali in questo campo propone, come contrap­peso alla precedente interpretazione del deficit inteso in senso strettamente biologico, il principio del condizionamento social-biologico dell’intero sviluppo del bambino ritardato e fisicamente deficitario.

La nostra scuola speciale è riuscita, grazie ad un intenso lavoro, a raggiungere un li­vello tale che, per opinione comune degli specialisti del campo, non aveva mai rag­giunto prima della rivoluzione. I risultati dell’elaborazione dei problemi psicologici ri-guardanti il ritardo mentale e il deficit organico hanno fornito, da questo punto di vi­sta, la base per una revisione fondamentale della pratica pedagogica e della scuola spe­ciale.

L’isolamento dalla vita circostante, l’orientamento di tutto il lavoro pedagogico sul deficit, cose che avvenivano nella scuola speciale prerivoluzionaria, sono stati ribaltati.

La scuola speciale è stata introdotta nel corpo della pedagogia sovietica e ristruttu­rata sulla base dei principi generali dell’e­ducazione speciale. Questa scuola si basa su un lavoro speciale di sperimentazione e sulla preparazione al lavoro.

Tuttavia anche in questo, come in tutti gli altri campi, l’attenzione del congresso, il centro di gravità delle sue risoluzioni non si trova nei bilanci, ma nelle prospettive, nel futuro, piuttosto che nel passato, in ciò che si deve fare e non in ciò che è stato già fat­to. I problemi riguardanti la profilassi delle turbe del comportamento, cioè la loro pre­venzione e il risanamento pedagogico di tut­to il lavoro educativo, delle condizioni e dell’esistenza quotidiana nelle quali vivono i bambini; i problemi relativi all’assistenza dispensariale dei bambini mentalmente ritardati e fisicamente deficitari; l’istituzione di principi e metodi di standardizzazione e diagnosi del disadattamento infantile; l’in­vito a psicologi specializzati a partecipare al lavoro di grosse organizzazioni per l’educazione dei bambini disadattati; dare una base psicologica alla pratica pedagogica e curativo-pedagogica dell’educazione del bambino disadattato: questo è l’elenco con­ciso dei compiti futuri affidati dal congres­so alla nostra psicologia. A confronto dell’enormità di questi compiti sembra che sia stato compiuto un piccolo tratto di quel per­corso, la cui maggior parte si snoda verso il futuro. Ma anche in tutto il nostro lavoro psicologico, come lo ha valutato il congres­so, tutto il passato ha valore solo in quanto è una via d’accesso ad un grandioso futuro.

Intervento di Vygotskij sulla relazione di P.O. Efrussi « Organico degli allievi e pro­grammi della scuola differenziale » del 15 maggio 1928

La questione riguardante la trascuratezza pedagogica e il ritardo mentale si limita al­la questione dello sviluppo culturale del bambino: le funzioni psicologiche superio­ri possono svilupparsi soltanto sulla base di un certo sviluppo culturale. La radice dell’insufficiente differenziazione sta nel fatto che la metodologia di studio adottata met­te in luce soltanto le peculiarità negative. In­tanto, negli ultimi anni, si sono ottenuti progressi notevoli che permettono di andare avanti. La relazione è di enorme valore poi­ché pone la questione dell’analisi del con­cetto stabilito di « ritardo mentale » e della sua ulteriore scomposizione.

La posizione .di Vygotskij sulla pedologia apparsa in un articolo (senza firma) nella rivista « Pedologia » 1929, 3.

Pedologia un indirizzo della pedagogia bor­ghese, nato in Occidente alla fine del XIX inizio del XX secolo e largamente diffuso ne­gli Stati Uniti, in Inghilterra e in altri paesi. Si basa sull’idea reazionaria del condizionamento fatale del destino dei bambini da parte dei fattori biologici, dell’influenza ere­ditaria e dell’ambiente abituale. Con l’aiu­to di una serie di determinati test, i pedagoghi misurano quantitativamente il cosid­detto coefficiente di sviluppo intellettivo, il Q.I., la cui grandezza determina le possi­bilità del bambino. Tra la fine degli anni ‘20 e l’inizio degli anni ‘30, questa teoria, si è abbastanza diffusa in URSS e ha apporta­to notevoli danni alla pedagogia generale e speciale e alla psicologia. In quegli anni, le scuole differenziali hanno iniziato a moltiplicarsi rapidamente e a riempirsi non di bambini mentalmente ritardati, ma di bam­bini pedagogicamente trascurati, di alunni indisciplinati e di bambini che per diversi motivi non avevano superato i test. Vygotskij, adoperando i termini « pedologia», « pedologico », di fatto intendeva una scien­za « sintetica » sui bambini, più precisamen­te, una psicologia infantile e pedagogica. Ma solo esteriormente, solo nominalmente, le basi di tale scienza da lui elaborate coincidono con il concetto di pedologia.

Le opinioni di Vygotskij sulla pedologia a lui contemporanea e sulla psicotecnica sve­lano le loro strutture più vulnerabili. La po­sizione di Vygotskij nel valutare la pedologia del suo tempo non si discosta dalla valuta­zione del Comitato Centrale del partito « Sulle deviazioni pedologiche nel sistema del Narkompros » nel 1936. Non c’è stato nes­sun altro psicologo che proprio all’inizio de­gli anni ‘30 abbia mostrato con tale con­vinzione la crisi, la antiscientificità e la nocività della pratica allora esistente delle mi­surazioni puramente quantitative dell’intel­letto, soprattutto nella diagnostica del ritar­do mentale. « Questo punto di vista fenomenologico di principio, come abbiamo mo­strato sopra, deve condurci inevitabilmente a stabilire dei rapporti falsi, al travisamento della realtà, a un orientamento erroneo per l’azione per quanto essa giudichi la realtà e i rapporti che si trovano alla sua base, identificandoli coni suoi sintomi », quando « il compito principale dello studio del ritar­do è lo studio dello sviluppo del bambino e delle leggi che regolano questo sviluppo».

Da L’insegnante specializzato, 2/94.

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[1] Il congresso si è svolto a Mosca dal 27/12/1927 al 4 gennaio 1928. l’articolo è stato pubblicato nella rivista “Narodnoe prosvscenie” (“Istruzione popolare”), 1928, 2.

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