Nel partecipare alla Mostra Itinerante del Ventennale della Psicomotricità Funzionale dove sono stati proiettati documenti video delle più lontane formazioni tenute in esclusività a Firenze da Jean Le Boulch e dalla sua collaboratrice René Essieux, io ho assistito, assieme ad atri, alle immagini che mi passavano davanti e mi sono chiesto cosa ciascuno poteva trarre dai tantissimi spezzoni di film che stavano vedendo. Di certo avranno visto la dinamica espressiva di Jean, il suo corpo che si muoveva sull’onda di ciò che esponeva e l’enfasi con cui esercitava i suoi pensieri, avranno visto con quali straordinarie e puntuali tracce ogni concetto veniva tradotto sui grandissimi fogli di carta come se fosse un compositore grafico, un abile disegnatore che spiega il proprio prodotto con maestria e che, pur non parlando italiano, era capacissimo di correggere l’interprete. I video permettono di assistere alle esperienze pratiche in palestra condotte da madame René a seguito dell’esposizione teorica, sempre vissuta con grande generosità di conoscenza e di spontaneità, senza imposizioni, senza intenti imperiosi e senza mai richiamare gli allievi, dimostrando come impegnati nel fare assieme agli altri trovi un significato sufficiente ed opportuno. Grandi maestri, grandi pedagogisti che ben rappresentano quanto già Quintiliano ha affermato “insegnerà bene colui che avrà cura di insegnare a se stesso”, o Graf che ha detto “ottimo è quel maestro che poco insegnando, fa nascere nell’allievo una gran voglia di imparare”.
Durante la mia sosta a guardare i video della Mostra io stesso che, privilegiato dall’essere stato al fianco di Jean e di René dai primi anni ’80, ero ancor più preso dalle emozioni. Mi sono giunti alla memoria e con effetti nelle viscere tanti pensieri. Riflessioni, elaborazioni, e ti spingi a molti anni prima, precisamente il 1997, l’anno da cui prende il via il Ventennale della Psicomotricità Funzionale, quando con Jean avevamo stabiliti continui scambi scientifici, culturali e didattici.
Ho sempre considerato che il tempo che dedicavo ad ascoltare le sue disquisizioni fosse un obbligo intellettuale, egli era uno scienziato, e seppur non sempre disposto ad accogliere stimoli e provocazioni, riuscivo a stimolarlo nella riflessione perché potesse addentrarsi in approfondite speculazioni. Questa continua vicinanza ed amicizia ha permesso di assistere alla nascita di ogni sua elaborazione scientifica progettata nel tempo, dall’ospitare la psicomotricità come rivisitazione della psicocinetica, alla psicomotricità ad orientamento funzionale insegnata in accordo e con la collaborazione dell’Università di Pau (Francia) come integrazione della semplice veste psicomotoria, per giungere poi alla Psicomotricità Funzionale della sua Scuola.
È questo il momento topico per Jean Le Boulch e René Essioux, quest’ultima chiamata a registrare per sostanziare la sua nuova scienza, ogni nuova elaborazione teorica e ogni nuova prospettiva pratica, ed è anche il momento fecondo in cui ci incontravamo nelle sale di albergo, nelle sale riunioni dell’ISFAR e spesso a pranzo presso la mia abitazione per esaminare, dibattere e condividere i nuovi assetti scientifici e le nuove pratiche.
Nel vedere i video della Mostra, queste sono state la causa delle commozioni, a cui si sono aggiunti gli indimenticabili momenti in cui con Jean abbiamo formulato il programma della formazione e il momento in cui io gli annuncio l’avvenuta costituzione dell’Associazione Psicomotricisti Funzionali (ASPIF) e gli sottopongo la nomina di socio Onorario; momenti magici in cui non sono mancate le emozioni condivise allora e che non potevano non trasparire adesso. Emozionante è stato anche ricordarsi la gioia e l’entusiasmo comune quando all’inizio di ogni nuova formazione si veniva informati dall’ISFAR dell’alto numero dei partecipanti.
La Mostra, con i tanti video mi ha offerto l’opportunità di fare un viaggio, un rinnovato viaggio assieme a Jean e René come in tempi ormai lontani, e che grazie al quale, con la Scuola Jean Le Boulch, si continua a fare, un viaggio che ci porta ogni volta a investire in aspettative e a progettare in scienza per formare dei professionisti con le qualità che Jean ci ha indicate.
Così ritengo che la Mostra Itinerante per il Ventennale della Psicomotricità Funzionale possa essere un viatico idoneo a trasferire per immagini pensieri, idee e concetti sentiti dire e che, per mezzo dei video, divengono mezzo di puntualizzazione e di specificazione di una conoscenza adatta ad impressionare positivamente anche altri visitatori.