Jean Le Boulch risciacqua i panni in Arno

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A dirla con il Manzoni Jean Le Boulch, scienziato francese, per risciacquare idealmente i suoi panni in Arno, ogni anno trascorreva molte settimane in Firenze a contatto con esponenti della cultura, passeggiando per i lungarni, per le vie del centro e contemplando l’Arno dai ponti fiorentini. Firenze che è per memoria degli uomini città di ingegno e di cultura, è stata sede testimone dell’evoluzione dottrinale e metodologica anche di questo eccellente uomo di scienza. Profondamente insoddisfatto della formazione che stava offrendo agli allievi della sua Scuola in Firenze e desideroso di una disciplina dai presupposti scientifici e formativi adatte al suo scopo, Jean Le Boulch trova in Firenze un ambiente ricco di idee, di volontà e di impegno, ed il clima adatto per rielaborare le proprie teorie e metterne a punto altre. La genialità, la ricerca di eccellenza e perfezione inseguono il Le Boulch, uomo eletto per essere libero, persuaso che intelligenza e libertà siano indispensabili per garantire l’acutezza di pensiero necessaria allo sviluppo della creatività per ogni personale elaborazione.

Per la rivisitazione dei presupposti scientifici e formativi Jean Le Boulch, al pari del Manzoni che si servì degli intellettuali del gabinetto letterario Vieusseux e di tanti altri ingegni che si esprimevano e confrontavano nei Caffè letterari, si è servito, oltre che della sua assistente René Essieux di un folto gruppo di docenti della sua Scuola di Firenze e di esponenti del Centro di Ricerca ISFAR.

I momenti di maggior soddisfazione durante la sua permanenza a Firenze erano proprio l’occasione di questi confronti sulla sua nuova scienza, la Psicomotricità Funzionale, e la popolarità che godeva e che lo vedeva impegnato in seminari e congressi in cui esponeva e dimostrava la sua nuova scienza incontrando dimostrazioni di grande apprezzamento. In questo clima fonda, organizza e dirige insieme alla sua collaboratrice Essioux, la Scuola per la professione di Psicomotricista Funzionale amministrata dall’ISFAR che porta il suo nome “Scuola Jean Le Boulch”, una scuola universalizzata perché unica e che per l’utilità e importanza crea interesse in tutto il mondo.

Questa sua Scuola, per il Le Boulch, è orgoglio e fascino poiché, ritenendo Firenze città in cui si trova memoria della grandezza ed il raro esempio delle cose seguite, e città da cui trarre occasione per l’espansione del suo impegno culturale e scientifico, era sorta proprio nel luogo giusto. La genialità dei principi su cui poggia la Psicomotricità Funzionale aggiunge a Firenze un avvenimento memorabile degno di non restar sepolto nella dimenticanza e che dà alla storia sapore al passato e al presente.

I secoli seguono giorno dopo giorno nella città di Firenze l’intensa esplosione di ingegni e con Jean Le Boulch si ha dimostrazione che il tempo non è riuscito a far franare in Firenze gli entusiasmi per la ricerca e la sperimentazione in ogni campo scientifico e culturale.

L’eredità della città di Firenze, con basi in un lontano passato e in costante fiorire nel presente, ai poeti, ai letterati, ai poliedrici scienziati, si sono aggiunte altre professioni tra cui lo Psicomotricista Funzionale la cui fama per ciò che può favorire in aiuto alla persona ha superato i confini della nazione anche dopo la morte di questo scienziato, lasciando la Scuola in eredità scientifica con atto olografo a Guido Pesci, Letizia Bulli e Paola Ricci, che ne seguono i dettami.

Per onorare la memoria di Jean Le Boulch, la Città di Firenze, a dieci anni dalla sua scomparsa, l’8 ottobre 2011, ha voluto ricordarlo con un importante Congresso che ha avuto luogo nella prestigiosa cornice del Salone de’ Dugento di Palazzo Vecchio.