Moral Insanity

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Moral Insanity è l’espressione sostenuta da L. S. Vygotskij per comprendere il soggetto “il cui comportamento presenta una deviazione dalla          norma  sociale,  consapevoli che le cause di tali disturbi vanno cercate nelle condizioni nelle quali egli è cresciuto e si è sviluppato, nell’ambiente e nell’educazione che non hanno fissato nell’individuo qualità favorevoli”. (L.S.Vygoskij, Difettologia-Prefazione e cura di G. Pesci- Edizioni Bulzoni, 1986, Roma).

Ciò che era considerato un deficit organico o una malattia, viene ad essere studiato dal Vygotskij non come un fenomeno di ordine organogeneti­co, bensì sociogenetico e psicogenetico e di cui ogni volta necessita la ricer­ca della causa, che non sarà in un’anomalia congenita della volontà, né in precise alterazioni delle singole funzioni, ma nel fatto che l’individuo non è stato educato a riconoscere quel valore né dall’ambiente circostante, né da se stesso. Probabilmente non sarebbe venuto in mente a nessuno d’identificare la moral insanity come malattia mentale, se fosse stato fatto prima un tentativo di esaminare tutti i casi in cui si verifica l’as­senza dei valori e delle idee che si riscontrano tra le persone normali, allora si pote­va giungere alla conclusione che ogni individuo ha la sua forma di insanity. A questa stessa conclusione arriva il fondatore della psicologia della Gestalt M. Wertheimer che, rifacendosi a F. Kramer e a V.K. Zaris afferma “se si considera la personalità nel suo in­sieme, nella sua interazione con l’ambiente, la psicopatia congenita dei bambini scompare o è fortemente ridotta”. Un bambino con un certo tipo di dichiarata psicopatia infantile può manifestare una grossolana negligenza, egoismo, concentrazione dell’interesse nella soddisfazione di bisogni materiali, con un comportamento asociale, eticamente deficitario nelle attitudini, ecc. (definito – con un termine anteriore a quello di moral insanity ­come “incurabile”). Quel bambino altro non ha una sensibilità particolarmente elevata o repressa per una forma di autodifesa e che si espone con una co­razza biologica alle condizioni dell’ambiente. Se inseriti in nuove e diverse situazioni ambientali, e se non si considerano le condizioni e il comportamento dei bambini separatamente, ma nell’insieme dei loro rapporti, nella dinamica del loro sviluppo (Si duo paciunt idem non est idem) è possibile ottenere un ottimo risultato. Esempi come questo, sostiene il Vygotskij, rivelano l’origine della psicopatia imma­ginaria, frutto della fantasia degli studiosi, incapaci di rilevare che l’importanza dei fattori sociogenetici e psicoge­netici nello sviluppo del bambino è talmente grande da creare l’illusione di un defi­cit, la sembianza di una malattia, una psicopatia immaginaria.

Il problema della Moral Insanity nasce quindi, come sostiene il Vygotskij dall’ambiente in cui il soggetto ha assunto un proprio modo di agire, elaborato per difendersi in risposta alle difficoltà incontrate, e che possono essere divenute ancor più pesanti se fatto oggetto di scherno, di critica o di emarginazione. L’educazione che dovrà seguire sarà complessa e difficile, orientata a creare condizioni favorevoli per sottrarre il soggetto dalla corazza difensiva, arginare le reazioni di protezione e di difesa contro un’influenza ambientale dannosa; è l’auspicio di un’azione educativa che penetri in profondità e che lasci traccia. Solo così un intervento educativo ha significato, quando sostenuto dal principio che, un soggetto non è caparbio perché lo vuole essere, ma perché certe cause hanno alimentato questa caparbietà, non ci dimentichiamo che la formazione del nostro carattere si basa sull’esempio apportato dagli altri e si forma a seconda delle suggestioni che si riceve.

Moral Insanity. Termine con cui si appella una società in grave lutto e pericolo, responsabile di deviazioni dalle norme sociali e loro conseguenze. Una società empia che rafforza il fenomeno del bullismo e non solo quello, affidata a esaltazioni, primi piani e fari accesi su chi delinque, sulle deviazioni dalle norme sociali, indifferente e silente sulle vittime e sull’opportunità di un’azione educativa, pur nella consapevolezza che tutto ciò che concorre alla formazione del carattere dell’individuo, idee, azioni, abitudini, si basa e si forma a seconda delle suggestioni ricevute e dall’esempio apportato dagli altri.  (Dizionario di Pedagogia Clinica , Edizioni Scientifiche ISFAR, 3° edizione 2018)